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America Europa Green

Perché l’asse America-Europa inciamperà sul green

L'America e l'Europa sono distanti sulle fonti, le tassazioni e tecnologie green. Il post di Umberto Minopoli, presidente dell’Associazione italiana nucleare.

Il rinnovato asse atlantico rischia di inciampare sul green. Sul gas e le fonti fossili, in primis.

IL GAS

In Europa ci sono tendenze contraddittorie: da un lato la conferma degli accordi di importazione dalla Russia; dall’altra (persino con la scesa in campo delle magistrature) l’ipotesi di liquidare il ricorso al gas già entro il 2030. Gli Usa, oggi primi produttori di gas, vogliono meno dipendenza dalla Russia, ma non la liquidazione del ricorso al gas. Che è, tra l’altro, una pura velleità.

LA TASSA SUL CARBONIO

C’è poi la tassazione ecologica. Gli Usa sono esportatori di fonti fossili e di prodotti contenenti energia da tali fonti. L’Europa vorrebbe finanziare i suoi provvedimenti green con le tasse sui prodotti di importazione che hanno tale contenuto (border tax). Difficile davvero l’intesa qui tra Usa ed Europa.

IL NUCLEARE

Terzo scoglio: il nucleare. Gli Usa, oggi minacciati sulla leadership commerciale sul nucleare (che la decarbonizzazione rilancia) intendono sfidare Russia e Cina sui “nuovi reattori avanzati” (small reactors). L’Europa è divisa: Gran Bretagna, Francia, Svezia e tutti i paesi comunitari dell’Est puntano sul nucleare. Austria e Germania (per il peso politico dei Verdi antinucleari) avversano il ricorso al nucleare.

LA CATTURA DELLA CO2

Quarto motivo di distanza green tra Usa ed Europa: le tecnologie di cattura della CO2. Gli Usa vi puntano molto. In Europa i politici Verdi, per un’ostilità preconcetta verso le compagnie dell’Oil & Gas, avversano le tecniche di cattura della CO2. Un residuo ideologico che rischia di segnare un ritardo tecnologico per il continente, oltre che una diversità dagli Usa.

(Articolo ripreso da un post di Minopoli su Facebook; qui il link)

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