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Tutto su Albemarle, il colosso del litio da numeri record

Nel 2022 Albemarle, il maggiore produttore di litio al mondo, ha riportato numeri eccezionali grazie agli alti prezzi del metallo per le batterie. Ma avverte: il settore ha bisogno di garanzie per aumentare l'offerta.

La società chimica e mineraria statunitense Albemarle ha riportato nel 2022 vendite nette per 7 miliardi di dollari, un risultato più che doppio rispetto al 2021. L’EBITDA adjusted – cioè l’utile prima di interessi, imposte, ammortamenti e svalutazioni, escluse le componenti straordinarie – è ammontato a circa 3,5 miliardi, quattro volte tanto rispetto all’anno precedente.

I RISULTATI DEL QUARTO TRIMESTRE DEL 2022

Per il quarto trimestre del 2022 la società ha comunicato vendite nette per 2,6 miliardi (+193 per cento), utile netto per 1,1 miliardi e EBITDA adjusted per 1,2 miliardi (+444 per cento). Per il 2023 prevede invece 11,3-12,9 miliardi in vendite nette, e 4,2-5,1 miliardi di EBITDA adjusted.

LE PAROLE DELL’A.D. MASTERS

L’amministratore delegato Kent Masters ha ricondotto i risultati positivi del 2022 – “straordinari”, li ha definiti – ai “solidi vantaggi” dell’azienda nel “crescente mercato del litio”, un metallo cruciale per le batterie dei veicoli elettrici di cui Albemarle è la maggiore produttrice al mondo.

LA RICHIESTA DI ALBEMARLE SUI PREZZI DEL LITIO

Il mese scorso la società aveva parlato della necessità che i prezzi del litio restino alti, in modo da permettere all’industria mineraria di sviluppare nuovi progetti e garantire un’offerta adeguata di un metallo indispensabile per la transizione ecologica.

D’altra parte, le case automobilistiche – Albemarle ne rifornisce parecchie, a partire da Tesla – vorrebbero prezzi del litio più bassi, in modo da ridurre i costi di produzione delle batterie e migliorare la redditività dei veicoli elettrici: proprio la batteria, composta da metalli di grande valore, è il componente che incide di più sul prezzo di vendita di queste vetture.

COME VANNO I PREZZI DEL LITIO

Stando ai calcoli di Benchmark Mineral Intelligence, nel 2022 i prezzi del litio sono più che raddoppiati, e negli ultimi tre anni sono aumentati di quasi nove volte. Per il 2023 Albemarle stima una crescita del 40 per cento rispetto all’anno scorso.

UN MERCATO “RISTRETTO”

Eric Norris, responsabile della divisione di Albemarle dedicata allo stoccaggio energetico (le batterie, principalmente), aveva dichiarato a fine gennaio che i prezzi del litio “devono rimanere elevati per sostenere gli incentivi necessari ad assumere i rischi di investimento” nell’aumento delle capacità di produzione e raffinazione.

Aggiunse poi che il mercato di questo metallo “è più ristretto rispetto all’anno scorso. È in arrivo un’offerta significativa, ma la crescita della domanda è più significativa. Incentivare l’industria a colmare questo divario richiede un pricing forte a lungo termine. La situazione di tensione tra domanda e offerta ci ha costretti a diventare più selettivi nelle collaborazioni con i nostri clienti”.

LE PREVISIONI AL 2030

Stimolata dalla mobilità elettrica e dall’installazione di parchi rinnovabili (gli impianti eolici e solari hanno bisogno di batterie per accumulare l’energia prodotta in maniera intermittente), la domanda globale di litio dovrebbe raggiungere i 3,7 milioni di tonnellate entro il 2030. Per quella data, Albemarle conta di coprirla con 600.000 tonnellate.

AZIONISTI E PIANI DI ALBEMARLE

Albemarle è una società chimica e mineraria con sede negli Stati Uniti: più precisamente a Charlotte, nella Carolina del nord. È guidata da Kent Masters, che ricopre la carica sia di presidente che quella di amministratore delegato. Si occupa principalmente di litio (la fonte della maggior parte delle sue entrate), di bromo e di catalizzatori.

I principali azionisti sono le società d’investimento statunitensi Vanguard Group (11,6 per cento delle quote), Capital Group (6,5 per cento) e BlackRock (5,1 per cento).

Albemarle produce litio soprattutto in Australia e in Cile. Sta lavorando a nuove strutture negli Stati Uniti, in Australia, in Cile e in Cina, e sta valutando la realizzazione di un grosso stabilimento per la lavorazione del metallo in Europa. L’anno scorso la società ha ricevuto 149,7 milioni di dollari dal governo americano per costruire un impianto di lavorazione del litio nella Carolina del nord.

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