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Locauto

Auto elettrica: la rivoluzione è vicina

Le politiche di contrasto alla Co2, la riduzione del prezzo delle batterie e i vantaggi socio-economici porteranno l’auto elettrica alla massima diffusione. Bisogna solo attendere (quanto, ancora, non si sa) L’auto elettrica si diffonderà. I tempi sono sconosciuti: qualche report parla di 2030, qualcuno sostiene che metà del parco sarà a batteria entro il 2050.…

Le politiche di contrasto alla Co2, la riduzione del prezzo delle batterie e i vantaggi socio-economici porteranno l’auto elettrica alla massima diffusione. Bisogna solo attendere (quanto, ancora, non si sa)

L’auto elettrica si diffonderà. I tempi sono sconosciuti: qualche report parla di 2030, qualcuno sostiene che metà del parco sarà a batteria entro il 2050. I più scettici dicono che la rivoluzione è più lenta e lunga.

Certo è che tale rivoluzione è in atto: le auto elettriche su strada aumentano di mese in mese. Si abbassano i prezzi, migliorano le autonomie, aumenta la concorrenza. A guidare questa rivoluzione è la Cina, primo mercato al mondo. L’auto endotermica, quella a trazione tradizionale, per intenderci, è destinata ad un inesorabile declino.

Auto elettriche per fermare i cambiamenti climatici

Ad accelerare l’adozione delle auto elettriche, saranno sicuramente le politiche messe in atto per fermare il cambiamento climatico. “L’International Energy Agency stima che l’obiettivo di contenere l’aumento della temperatura globale entro 2° C con una probabilità del 50% richiederebbe la diffusione di 150 milioni di auto elettriche al 2030”, scrive Pietro Menga, Presidente Cives, in “Mobilità elettrica. Un osservatorio di Europa e Italia”. “Per l’Europa, l’obiettivo dei 95 g/Km richiederebbe l’introduzione di almeno un 8% di veicoli con emissioni zero al tubo di scappamento, perchè le emissioni medie raggiungibili attraverso i miglioramenti tecnologici delle auto endotermiche non consentirebbero di scendere sotto i 103g/km (Elaborazione CIVES da dati Element Energy 2011)”.

Prezzi sempre più competitivi

Non si tratta solo di una questione strettamente ambientale. L’auto elettrica sarà presto una realtà su vasta scala anche grazie al fatto che il prezzo delle batterie sta rapidamente calando, abbassando, ovviamente, il costo dell’intero abitacolo. Per avere un’idea, basti pensare che dagli 800 euro/kWh del 2008 si passa a proiezoni di soli 120 euro/kWh per il 2020.

A questa riduzione hanno concorso l’espansione del mercato delle auto elettriche e di quello fotovoltaico; ma anche la crescita del mercato delle auto ibride, che utilizzano in parte le stesse tecnologie”, scrive Pietro Menga.

Auto elettriche vs auto endotermiche

auto elettricaE c’è di più: l’elevata efficienza energetica della mobilità elettrica si traduce in grandi vantaggi socio-economici. Spingere sulla rivoluzione elettrica, dunque, conviene. Bisogna calcolare, infatti, tutto il vantaggio economico (anche per la sanità) che deriva dalle mancate emissioni di Co2 nell’ambiente.

“Stime orientative di CIVES per l’Italia per l’anno 2014 indicavano che l’auto elettrica ‘costerebbe’ mediamente al Paese circa 1,4 eurocent/km contro i 5,6 dell’endotermica; da allora tutti i valori di mercati sono cambiati, ma il confronto parrebbe con tutta evidenza a favore della prima”. Ai vantaggi economici, in questo caso, si contrappongono gli svantaggi per il Fisco, che dovrebbe rinunciare alle entrate delle accise.

Auto elettrica in Europa: è la Norvegia il Paese più virtuoso

Appurato che l’auto a batteria sarà il futuro della mobilità, per tutti i motivi descritti sopra, proviamo a capire quale sia l’attuale situazione in Europa.

Il Vecchio Continente è il secondo mercato al mondo ed è la Norvegia il paese più virtuoso, grazie a numerose incentivazioni economiche e regolatorie. 30 Norvegesi su 100 acquistano un’auto elettrica e la cosa non stupisce affatto.

Il Paese Scandinavo offre “azzeramento della tassa di immatricolazione (che può superare i 10.000 euro), azzeramento della tassa annuale di circolazione, azzeramento dell’IVA, agevolazioni fiscali per i veicoli elettrici delle imprese, azzeramenti dei pedaggi autostradali, di ponti e di gallerie, gratuità sui traghetti, accesso alle corsie preferenziali dei mezzi pubblici, gratuità della sosta e degli accessi alle ZTL, estensione degli orari per i veicoli della logistica, riconoscimento immediato dei veicoli elettrici (la cui targa inizia per EL), realizzazione di una sufficiente rete di ricarica, fortemente facilitata dal fatto che buona parte della cittadinanza ha la possibilità di ricaricare anche a casa propria”, ha spiegato Pietro Menga.

E l’Italia?

Il divario tra Norvegia e Italia è davvero eccessivo. Il Bel Paese manca di spirito programmatico e di cooperazione tra i diversi attori della mobilità sostenibile. Ma anche di una buona politica di incentivazione: le auto elettriche, in Italia, sono solo esenti dal bollo per 5 anni e solo in alcune città sono previste agevolazioni nella sosta e negli accessi alle ZTL.

L’interesse verso queste vetture, comunque, cresce anche in Italia: il Governo ha dimostrato la sua attensione verso la mobilità sostenibile sopratutto dopo la Conferenza sul Clima di Parigi.

“L’aspettativa è che venga approntato in tempi molto brevi un documento di sintesi, per fornire al Governo un quadro conoscitivo utile a orientare le scelte politiche in materia di mobilitò sostenibile”, si auspica Menga.

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