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Xiaomi

Ecco i conti in chiaroscuro che Xiaomi porterà nella Borsa di Hong Kong

Tutto pronto per la quotazione di Xiaomi: il colosso cinese degli smartphone ha depositato i documenti per la Ipo alla Borsa di Hong Kong. Numeri, confronti, commenti e scenari Tutto pronto per la quotazione di Xiaomi: il colosso cinese degli smartphone ha depositato i documenti per la Ipo alla Borsa di Hong Kong, nel piano…

Tutto pronto per la quotazione di Xiaomi: il colosso cinese degli smartphone ha depositato i documenti per la Ipo alla Borsa di Hong Kong, nel piano che porterebbe il valore di Xiaomi fino a 100 miliardi di dollari.

TUTTI I DETTAGLI

L’operazione sarebbe la più grande del suo genere negli ultimi 4 anni per una società tecnologica cinese, dai 21,8 miliardi raccolti da Alibaba nel 2014, notano gli analisti di Borsa.

CHE COSA NON C’E’ SCRITTO

Nel file non sono stimate le azioni da collocare, non meno di 10 miliardi di dollari, secondo fonti di mercato: le risorse, tuttavia, saranno per “ricerca e sviluppo ed espansione globale”.

COSA SI LEGGE NEI DOCUMENTI

I documenti sull’offerta pubblica iniziale, che vedono CLSA, Morgan Stanley e Goldman Sachs nel ruolo di sponsor, contengono una prima dettagliata descrizione della posizione gestionale e finanziaria di Xiaomi.

I NUMERI 2017

I ricavi del 2017 sono aumentati del 67,5% su base annua a 114,62 miliardi di yuan (18 miliardi di dollari), di cui 82,5 miliardi generati dalle attività in Cina (+39,2%) e 32,1 miliardi da quelle all’estero (+250,4%).

L’ALTALENA DEI CONTI

Il 2017 si è chiuso un rosso da 43,89 miliardi (quasi 7 miliardi dollari) rispetto a un utile di 491,6 miliardi, mentre i profitti operativi sono saliti a 12,22 miliardi da 3,79 miliardi. Oltre agli smartphones (il 70,3% dei ricavi), Xiaomi vanta il comparto apparecchiature connesse a internet (20,5%), dai gadget agli scooter, dai purificatori d’aria ai bollitori di riso fino ai servizi Internet (8,6%). Il residuo 0,6% è legato ad altre attività.

IL RUOLO DI HONK KONG

L’Ipo di Xiaomi sarà una delle prime con le nuove regole di Hong Kong in base alle quali compagnie con differenti classi di azioni possono quotarsi per attrarre più compagnie tecnologiche e superare la concorrenza di New York e dei listini di Shanghai e Shenzhen La Borsa dell’ex colonia britannica punta ad attrarre nel biennio società hi-tech cinesi per una capitalizzazione di mercato di combinata di 500 miliardi di dollari. In una lettera, il fondatore e presidente di Xiaomi, Lei Jun, ha detto che la compagnia ha l’ambizione di diventare “in futuro una parte della vita di miliardi di persone a livello globale. Unitevi a noi in questo viaggio”.

LA CLASSIFICA MONDIALE

Intanto il mercato degli smartphone ha chiuso il primo trimestre con consegne globali a quota 345 milioni di unità, in calo del 2% rispetto al pari periodo del 2017, come svela la società di ricerca Strategy Analytics, che evidenzia il buon andamento di Huawei e l’exploit di Xiaomi. In testa alla classifica si conferma Samsung con consegne in diminuzione del 2% a 78,2 milioni di unità. La compagnia coreana detiene il 22,6% del mercato, un decimo di punto in meno rispetto a un anno fa. Al secondo posto c’e’ Apple, che ha appena comunicato di aver commercializzato 52,2 milioni di iPhone, pari a un +2,9%. La Mela ha una market share del 15,1%, in crescita rispetto al 14,4% del primo trimestre 2017. La parte bassa della top-five e’ occupata da tre società cinesi. Huawei conserva la medaglia di bronzo grazie a consegne in aumento del 14% su base annua a 39,3 milioni di unita’, e una quota mondiale che passa dal 9,8 all’11,4%. Al quarto posto si piazza Xiaomi, che nel trimestre vede i volumi crescere del 125%, da 12,6 milioni a 28,3 milioni di smartphone.

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