La battaglia per il controllo di Commerzbank si arricchisce di un nuovo capitolo con la prima presa di posizione pubblica di Jens Weidmann, presidente del consiglio di sorveglianza della banca tedesca, attraverso una lunga intervista all’Handelsblatt. L’ex presidente della Bundesbank ha espresso forti critiche sulla strategia adottata da Unicredit nel suo tentativo di acquisizione dell’istituto di credito tedesco, mettendo in dubbio la possibilità di una fusione amichevole tra i due gruppi bancari.
Nel settembre 2024, Unicredit ha acquisito una partecipazione del 9% in Commerzbank, assicurandosi successivamente l’accesso a un ulteriore 19% attraverso strumenti derivati. Se la banca italiana decidesse di convertire questi strumenti in azioni entro la primavera, potrebbe ottenere la maggioranza dei voti all’assemblea generale prevista per il 15 maggio 2025, considerando che nel 2024 solo il 56% del capitale sociale era rappresentato all’assemblea degli azionisti.
Weidmann ha criticato apertamente l’approccio di Unicredit: “È come qualsiasi relazione, se l’inizio non è positivo, sarà difficile andare avanti”, ha dichiarato nell’intervista all’Handelsblatt, “ci vorrebbe molto lavoro per stabilire una fiducia sufficiente e consentire colloqui aperti”. Il presidente del consiglio di sorveglianza ha sottolineato come l’ingresso a sorpresa di Unicredit non rappresenti “un buon stile”, evidenziando come un approccio amichevole avrebbe richiesto discussioni preliminari con il management.
La questione delle dimensioni bancarie emerge come tema centrale nel dibattito seguito, in Germania e in Europa, alle mosse di Unicredit. Weidmann ha manifestato perplessità sulla narrativa attuale che vede nelle grandi dimensioni l’unica via per la sopravvivenza nel settore bancario. “Trovo strano che la discussione sulle dimensioni delle banche sia cambiata in modo rapido e deciso”, ha detto l’ex presidente della Bundesbank, “dopo la crisi finanziaria, l’opinione comune era che le banche non dovessero essere troppo grandi per fallire”.
Weidmann ha anche sollevato preoccupazioni sulle implicazioni dell’operazione per la sovranità finanziaria tedesca: “Sarebbe vantaggioso per la Germania avere due grandi banche private indipendenti”. Richiamando l’esempio di Hypo-Vereinsbank e Bank Austria, acquisite da Unicredit nel 2005, Weidmann ha evidenziato come “l’impronta di Commerzbank in Germania sarebbe presumibilmente più piccola e l’attrattiva di Francoforte come centro finanziario ne risentirebbe”.
Un ulteriore elemento di complessità è rappresentato dall’interesse parallelo di Unicredit per Banco BPM in Italia. “Una doppia acquisizione di questo tipo sarebbe certamente una sfida importante che impegnerebbe molte risorse”, ha commentato Weidmann, sottolineando come questo aspetto aumenterebbe il rischio di transazione che il consiglio di sorveglianza dovrebbe considerare nella valutazione di un’eventuale offerta.
Guardando all’immediato futuro, l’assemblea generale del 15 maggio 2025 potrebbe rappresentare un momento cruciale. Tuttavia, Weidmann si mostra pragmatico: “Presumo che tutti coloro che partecipano a queste riunioni abbiano un certo grado di razionalità. E non vedo perché Unicredit dovrebbe avere interesse a sfruttare l’evento in modo inappropriato”. L’assemblea si terrà in presenza a Wiesbaden, una decisione che Weidmann ha voluto precisare non essere legata alla situazione con Unicredit, ma piuttosto alla necessità di discutere il nuovo sistema di remunerazione con gli azionisti. La banca prevede di alternare in futuro assemblee in presenza ed eventi virtuali, a seconda delle circostanze e dell’ordine del giorno.