Avete notato che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni non parla mai di Pnrr? E che quei soldi sembrano usciti dal dibattito pubblico al punto che nella legge di Bilancio 2024 i partiti litigano su qualche centinaio di milioni di coperture mancanti come ai vecchi tempi, come se i 237 miliardi complessivi mobilitati dal Piano di ripresa e resilienza non fossero mai esistiti?
Il Pnrr è così importante da aver innescato una crisi di governo (da Conte 2 a Draghi nel febbraio 2021) ma così complicato che è molto difficile avere una visione d’insieme su a che punto è davvero e che risultati può produrre.
Per questo è destinato a far discutere il libro che esce oggi per Feltrinelli: Pnrr – La grande abbuffata, firmato da due economisti della Bocconi molto noti, Tito Boeri e Roberto Perotti. Boeri è stato presidente dell’Inps, Perotti commissario alla spending review, conoscono entrambi la macchina dello Stato anche da dentro.
Stiamo vincendo la sfida del Pnrr?
Vi anticipo la risposta di Boeri e Perotti: “Il nostro timore è che la stiamo perdendo. Non è tanto una questione di ritardi nell’attuazione del Piano. Il fatto è che rischiamo di trovarci a essere un paese più indebitato di prima senza avere affrontato efficacemente i problemi strutturali che hanno pesato per decenni sul declino economico dell’Italia”.
Il libro di Boeri e Perotti mette in fila numeri e provvedimenti, e abbina storie comprensibili ad acronimi e procedure indecifrabili.
I due economisti sostengono una tesi molto netta (troppi soldi, in troppo poco tempo, organizzati in modo da rendere impossibile raggiungere gli obiettivi) ma lasciano anche qualche domanda. In particolare una cruciale: il problema è il Pnrr o come l’amministrazione pubblica italiana gestisce le risorse in tempi normali?
Molti dei ritardi, degli errori di impostazione, degli sprechi nell’uso dei fondi del Pnrr sembrano dovuti più al “sistema paese” che ai fondi europei e all’impostazione specifica del piano.
Anzi, almeno il Pnrr ha introdotto impegni vincolanti e ha insegnato a ministeri, enti locali e aziende pubbliche a ragionare per obiettivi e scadenze ravvicinate.
Già questo è un passo avanti, anche se molti dei traguardi dovessero risultare mancati e troppi miliardi buttati.
VERSO IL GOVERNO TECNICO?
Il secondo quesito che il libro solleva è politico. L’avvio del Pnrr si è sovrapposto a una crisi di governo, succederà lo stesso anche per la sua fase finale?
Gli autori non si spingono su questo terreno sdrucciolevole delle previsioni, ma a me hanno messo il tarlo: più si va avanti con i mesi e gli anni, maggiore diventa il rischio di perdere decine e decine di miliardi se non si fanno le cose giuste nel tempo giusto.
(Estratto dal blog Appunti di Stefano Feltri; qui la versione integrale)