Ancora giorni difficili per Monte dei Paschi di Siena (Mps) che chiude il primo semestre del 2022 con un calo dell’utile dell’86,5% su anno e con una flessione delle principali voci di bilancio (ricavi, commissioni e risultato operativo). Cifre che hanno spaventato la Borsa tanto da portare il titolo a cedere oltre il 6%. La banca, come riferisce il suo determinato amministratore delegato Luigi Lovaglio, va però avanti sull’applicazione del piano industriale 2022-2026 e soprattutto sulla cessione dei crediti deteriorati. Soprattutto procede spedita sulla strada dell’aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro, convocando per il 15 settembre l’assemblea straordinaria per l’approvazione. Prima di quella data è atteso anche il via libera della Bce. All’ordine del giorno, informano dal gruppo, anche il raggruppamento delle azioni del Monte nel rapporto di 100 a 1 e una serie di modifiche dello statuto.
I CONTI DEL PRIMO SEMESTRE DI MPS (UTILE -86,5% SU ANNO)
Come si diceva, intanto i primi sei mesi dell’anno si sono chiusi con l’utile netto a 27,2 milioni di euro, di cui 18 realizzati nel secondo trimestre, in calo dell’86,5% rispetto ai 202 milioni dello stesso periodo del 2021. Una cifra che “risente di alcune poste registrate nel primo semestre 2021, tra cui il maggior contributo dalla cessione di titoli e di quello derivante dalla valutazione delle dta, nonché del miglioramento delle coperture dei crediti deteriorati avvenuto nel corso dei primi due trimestri del 2022” si legge nella nota che accompagna i conti. In flessione anche i ricavi (-2,5%), a 1.522 milioni di euro, che però risultano in aumento del 2,8% al netto del minor contributo derivante dalla cessione dei titoli, e le commissioni (-3,5%) a 728,2 milioni. Segno meno anche per il risultato operativo, a fronte di costi sostanzialmente stabili (-0,4%), calato del 7,3% a 453,6 milioni, ma in aumento del 12,6% al netto del contributo derivante dalla cessione titoli. Segno più per le rettifiche su crediti (+38,2%) a 224,9 milioni, per effetto dell’aumento degli accantonamenti legato anche alla cessione di un pacchetto di 917 milioni di euro di crediti deteriorati. Nel comunicato si evidenzia poi una crescita dell’1% su anno degli impieghi performing verso la clientela mentre a livello patrimoniale il Cet1 fully loaded si attesta al 10,8%, 18 punti base in più su anno e invariato nel trimestre.
PRIMI PASSI DEL PIANO INDUSTRIALE 2022-2026
Da Siena comunicano pure che procede l’implementazione del piano industriale 2022-2026: è stato siglato l’accordo sindacale per l’uscita di 3.500 dipendenti, è stato ceduto un portafoglio di crediti deteriorati per 0,9 miliardi di euro, è stato ampliato il consorzio delle banche per l’aumento di capitale da 2,5 miliardi ed è stata convocata l’assemblea degli azionisti per dare il via libera alla ricapitalizzazione.
IN ARRIVO ALTRE RICHIESTE DI RISARCIMENTO PER MPS
Novità in arrivo anche dal fronte dei risarcimenti. Nel secondo trimestre dell’anno Mps ha registrato un incremento – per circa 1 miliardo di euro – di richieste stragiudiziali da una società di consulenza per conto di investitori istituzionali cui si è aggiunto ad agosto un ulteriore reclamo da 800 milioni dalla stessa società, ovvero Martingale Risk. Si tratta di una società di consulenza legale e finanziaria specializzata nel recupero delle perdite causate da investimenti o in ambito finanziario, fondata dall’amministratore delegato Marco Fabio Delzio, ex Banca d’Italia. Dalla Rocca si specifica che si tratta “di posizioni palesemente disomogenee sotto più profili, di assoluta indeterminatezza e generiche” e che “non sussistono le condizioni” per la “stima di danno”. Comunque il Monte ha “provveduto ad effettuare accantonamenti” e “ha dato mandato ai suoi legali di valutare ogni azione legale per proteggere i suoi diritti”.
Sulla base delle slide della presentazione agli analisti, informa l’Ansa, al 30 giugno le richieste danni a carico della banca ammontavano a 2,9 miliardi di euro, di cui 1,1 miliardi di natura giudiziale, cui si è aggiunta un’ulteriore richiesta stragiudiziale di 0,8 miliardi di euro ad agosto, per un totale di 3,7 miliardi di euro circa. Drastico il commento dell’ad Lovaglio durante la conference call con gli analisti: le nuove richieste danni arrivate sono “lettere con richieste che nella maggior parte dei casi mancano di documentazione, di legittimità e senza nesso causale, in sostanza infondate”, inoltrate “dalla stessa società di consulenza per conto di alcuni investitori istituzionali. Si tratta di richieste seriali” ed “estremamente dubbie, talmente dubbie da non giustificare quasi degli accantonamenti da parte della banca” e anche e perciò “abbiamo dato mandato ai legali perché possano proteggere gli interessi della banca”.
CONTINUA LA CESSIONE DEI CREDITI DETERIORATI
Passando a un altro argomento molto delicato per Siena, Montepaschi ha sottoscritto un accordo per la cessione di 917,5 milioni di euro di crediti deteriorati, con una riduzione del 25% dello stock dei crediti non perfoming in portafoglio, che consente di abbassare la loro incidenza lorda sul totale del portafoglio crediti (npe lordo) di 100 punti base, al 3,9%.
Inoltre è stato ceduto a Illimity un portafoglio di inadempienze probabili per complessivi 343,6 milioni di euro, a Intrum Holding un portafoglio di sofferenze unsecured per 365,9 milioni e ad Amco un portafoglio di sofferenze secured per complessivi 208 milioni. L’impatto dell’operazione è già incluso nei risultati al 30 giugno. “Il perimetro dell’operazione – informa una nota della società di servizi al credito e asset manager – consta di circa 7mila posizioni, concentrate nel Nord e Centro Italia, il cui valore in termini di Gross Book Value (GBV) afferisce per circa l’80% a imprese e per circa il 20% a privati. Il portafoglio acquisito è principalmente unsecured, i crediti non supportati da garanzie immobiliari rappresentano oltre l’80% del totale e si riferiscono nel 95% dei casi a clienti corporate. Le posizioni verranno gestite da Intrum Italy in qualità di servicer prevedendo anche strategie di gestione stragiudiziale, con un approccio sostenibile e piani di rientro studiati ad hoc per permettere alle imprese una sana ottimizzazione dei flussi di cassa, considerato anche l’attuale contesto macroeconomico”. Il deconsolidamento avverrà nel quarto trimestre 2022 e permetterà a Mps di raggiungere un Npe Ratio lordo post cessione del 3,9% e netto del 2,2%.
L’AD LOVAGLIO: PROCEDIAMO CON ESECUZIONE PIANO
Alla conference call con gli analisti un sicuro Lovaglio ha snocciolato i primi risultati della sua gestione, a 40 giorni dalla presentazione del piano industriale: “Abbiamo raggiunto un accordo con il sindacato per 3.500 uscite volontarie, abbiamo ceduto un portafoglio di npl, abbiamo già ottenuto L’autorizzazione della Dg Comp e abbiamo presentato la richiesta alla Bce per l’assemblea di settembre – ha detto il ceo secondo quanto riporta l’Ansa -. Sono tutti segnali che la banca sta procedendo non solo nell’attività commerciale ma sta procedendo a tutta velocità anche nell’esecuzione del piano e siamo convinti che sarà impossibile fermare la nostra determinazione e quindi raggiungeremo tutti gli obiettivi che ci siamo posti”.
Lovaglio ha parlato anche del ruolo di Via XX Settembre: “Le condizioni per l’aumento di capitale devono essere condizioni di mercato” dunque “non prevediamo che il Mef possa incrementare il contributo” rispetto alla sua attuale quota nel capitale della banca, ovvero il 64,2%. Comunque “nonostante le difficili condizioni di mercato procediamo e facciamo il possibile per arrivare nelle condizioni migliori all’aumento di capitale”.