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Unicredit-Mustier

Unicredit, ecco come Mustier vuole spostare in Germania tutte le attività estere

Che cosa cela il piano di Mustier per Unicredit? Perché il capo azienda vuole accorpare tutte le attività a partire da quelle in Germania in un'unica controllata con sede a Berlino? Solo per ridurre il costo della raccolta e semplificare la struttura societaria? Fatti, indiscrezioni, analisi e scenari

Che cosa cela il piano di Mustier per Unicredit? Perché il capo azienda vuole accorpare tutte le attività a partire da quelle in Germania in un’unica controllata con sede a Berlino? Solo per ridurre il costo della raccolta e semplificare la struttura societaria?

Sono alcune delle domande che in queste ora analisti, addetti ai lavori e dipendenti del gruppo si stanno ponendo dopo la notizia pubblicata oggi dal quotidiano Il Sole 24 Ore: Unicredit ha allo studio una revisione dell’architettura societaria, mentre ieri Mustier ha deciso di vendere le ultime quote che Unicredit deteneva in Fineco.

CHE COSA HA SVELATO IL SOLE 24 ORE SU UNICREDIT

A quanto risulta al Sole 24Ore oggi in edicola, l’istituto guidato da Jean-Pierre Mustier ha avviato una gara a cui hanno aderito diversi advisor. Obiettivo? Scegliere il soggetto che dovrà aiutare la banca a rivedere l’impianto di gruppo.

ECCO CHE COSA MUSTIER VUOLE SPOSTARE IN GERMANIA

Il cantiere è ancora alla prime battute ma prevede la possibile creazione di una sub-holding estera, basata con tutta probabilità in Germania, in cui concentrare tutte le banche e attività estere, dalla stessa Germania all’Austria, dalla Turchia all’Est Europa.

IL CONTROLLO DELLA HOLDING

Al di sopra, a controllare il tutto al 100%, ci sarebbe la holding italiana, a cui oggi invece fanno capo, singolarmente, tutte le controllate del gruppo.

GLI OBIETTIVI DEL PIANO TEUTONICO

L’altra finalità dell’operazione è che ciò consentirebbe di ridurre il costo del funding, secondo gli addetti ai lavori.

QUESTIONE DI TRIPLA A

La soluzione allo studio prevede infatti che la sub-holding sia basata in un paese a Tripla A, come la Germania (dove il gruppo è presente tramite la controllata Hvb).

DOSSIER FUNDING

La mossa quindi consentirebbe all’istituto di emettere debito beneficiando del rating del paese dove è collocata la sub-holding, un effetto dell’incremento del costo del funding registrato di recente da Unicredit con le ultime emissioni.

CHE COSA SI DICE IN UNICREDIT

Peraltro, con la creazione di una holding estera, il gruppo punta anche ad alleggerire il peso del cosiddetto “rischio Italia”, che si sta facendo sentire sulla valutazione di una banca che ha oltre la metà dell’attivo fuori dai confini italiani. A quanto risulta, infatti, sotto all”ombrello’ della divisione estera rientrerebbero infatti tutte le 13 realtà territoriali estere.

La creazione di una newco estera, nelle intenzioni del management, permetterebbe di ottimizzare la struttura societaria e rispondere così meglio alle richieste del regolatore in caso di risoluzione, abbassando così le richieste ai fini Tlac, normativa a cui è sottoposta in quanto banca di rilevanza sistemica (G-Sib), aggiunge il quotidiano.

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