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Mosse e poteri del governo tedesco su Unicredit-Commerzbank

A che punto è il dossier Unicredit-Commerzbank? il punto di Luca Picotti, avvocato e autore di “La legge del più forte”

Nella vicenda Unicredit-Commerzbank si intersecano più profili.

La scelta del governo, azionista di maggioranza, di non cedere più quote, politica ma legittima.

Eventuali blocchi della scalata tramite normativa IDE: questa sì una restrizione della libertà stabilimento.

Le parole, senza fare nomi, della portavoce della Commissione Veerle Nuyts sulle libertà del mercato interno, e i limiti alle relative restrizioni, rileverebbero solo ove mai la Germania invocasse un blocco della scalata tramite normativa IDE (es: come il nostro golden power).

COSA DICE LA LEGGE TEDESCA SUL CASO UNICREDIT-COMMERZBANK?

Peraltro, la normativa tedesca sugli investimenti esteri mi pare permetta di bloccare operazioni intra-Ue solo in campo di difesa-tecnologie critiche, mentre nel settore finanziario è applicabile solo verso soggetti extra-Ue. Dunque non sarebbe astrattamente utilizzabile.

LA POSIZIONE DEL GOVERNO TEDESCO SULL’AVANZATA DI UNICREDIT

Questo però è un tema a parte e di fatto non ancora sul tavolo, nonostante l’intervento della portavoce sia stato letto in tal senso. Quello che è invece sul tavolo è il dietrofront del governo tedesco e la sua aperta ostilità verso la scalata (aggressiva?) di Unicredit.

IL DIETROFRONT DEL GOVERNO SCHOLZ

Difatti, il governo prima procede con la messa sul mercato delle proprie azioni, nell’obiettivo di una exit e privatizzazione, poi si avvede delle mire di Unicredit (che prende 4.5 dal mercato, altri 4.5 dal governo e poi ne opziona altri 11, mirando al 29%) e fa dietrofront.

I POTERI DELL’AZIONISTA

Sul punto: essendo azionista di maggioranza, è legittimo decidere di non vendere più; è legittimo avere una posizione ostile verso una scalata aggressiva; è legittimo optare su altri investitori o modalità di exit. Le libertà dei Trattati, lo si ripete, qui non c’entrano.

I MOTIVI POLITICI

È legittimo ma senz’altro politico, a tradire una posizione da un lato di sorpresa per la scalata di Unicredit, dall’altro di vera e propria ostilità verso l’operazione. Qui entrano in gioco i muri nazionali e la gelosia verso la nazionalità delle proprie imprese.

LA NAZIONALITA’ RESTA CENTRALE

Perché un vero mercato interno non dovrebbe stupirsi di scalate, seppure ostili, fisiologiche in un mercato libero e privato – si pensi agli Usa. Da qui le ironie sulle ambizioni di integrazione transfrontaliera, campioni europei e unione bancaria. La nazionalità rimane centrale.

I NODI DELL’INTEGRAZIONE TRANSFRONTALIERA

Tanto che, se fosse stata, ad es, Deutsche bank ad agire al posto di Unicredit, probabilmente non ci sarebbero stati questi problemi. Il punto è che si parla di integrazione transfrontaliera, ma ogni paese vuole tutelarsi: dove sta la sede, l’attenzione per le PMI domestiche etc.

UN QUADRO ESEMPLIFICATIVO DELL’UE

Per questo l’ostilità di Scholz non può essere letta come mera reazione dell’azionista di maggioranza. Allo stesso tempo, è bene ricordare che tale qualifica rende legittima la decisione di non vendere più. Ci sono diversi piani accavallati. Un quadro esemplificativo dell’Ue.

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