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Unicredit, Acri, Cdp, Crt. Ecco come Quaglia saltella fra Palenzona e Guzzetti

La nomina odierna di Quaglia come presidente del comitato di supporto della Cdp. I rapporti consolidati con Palenzona. Le recenti sintonie con Guzzetti. E le relazioni politiche multiparisan. Utili per il vertice dell'Acri? Fatti, nomi, indiscrezioni e scenari

E’ Giovanni Quaglia l’astro nascente, seppure classe ’47, delle fondazioni bancarie?

E’ quello che si chiedono nei più piccoli enti di estrazione creditizia e che scrutano relazioni e nomine che sta collezionando Quaglia.

Oggi Quaglia è stato eletto presidente del comitato di supporto della Cassa depositi e prestiti. Ed è considerato in corsa per la presidenza dell’Acri al posto di Giuseppe Guzzetti.

Ma andiamo con ordine partendo dalla notizia odierna.

L’assemblea delle 61 fondazioni di origine bancaria azioniste di Cassa depositi e prestiti (Cdp), presieduta da Massimo Tononi e alla presenza dell’amministratore delegato di Cdp, Fabrizio Palermo, ha nominato i nove componenti del comitato di supporto previsto dall’art. 22 dello Statuto di Cdp.

Sono stati designati il presidente della Fondazione Crt Giovanni Quaglia, il presidente della Compagnia di San Paolo Francesco Profumo e i presidenti delle Fondazioni CR Modena Paolo Cavicchioli, Bolzano Konrad Bergmeister, Venezia Giampietro Brunello, Savona Federico Delfino, Lucca Marcello Bertocchini, Teramo Enrica Salvatore, Spoleto Sergio Zinni.

Il comitato si è insediato e ha nominato all’unanimità quale proprio presidente Giovanni Quaglia, attuale numero uno della Fondazione CRT (fra gli azionisti rilevanti di Unicredit).

Perché Quaglia e non Fabrizio Palenzona?, si è chiesto nei giorni scorsi il Messaggero.

La spiegazione è che a capo del comitato di supporto ci deve essere un presidente di fondazione, mentre Palenzona – nonostante il peso sostanziale nel mondo degli enti bancari – non è presidente di alcuna fondazione.

Ma Il Messaggero ha insinuato un dubbio: dietro questa decisione potrebbe aver inciso anche la questione “Autostrade per l’Italia”, visto che “Palenzona è presidente di Aiscat, l’associazione delle concessionarie autostradali e vicino ai Benetton”.

Un siluro di Guzzetti contro Palenzona dunque?

All’interno delle fondazioni c’è chi dice di sì e c’è chi lo esclude, ricordando che Quaglia è vicinissimo a Palenzona, il quale resta sempre il vero dominus della Crt presieduta da Quaglia.

Sta di fatto che i “fratelli-coltelli” Guzzetti e Palenzona avranno un ruolo nel definire la presidenza dell’Acri, come ha ricostruito giorni fa Start Magazine.

Guzzetti, al vertice dell’Acri dal 2000, è stato rieletto nel giugno 2016 per un altro triennio. Per la successione, Palenzona ha un’idea: proprio Giovanni Quaglia.

Un’idea non solo di Palenzona, ora.

C’è infatti chi ha notato come il 23 luglio, a Torino, Guzzetti ha presentato il libro scritto di recente da Quaglia “La forza della società”. Tema? L’attualità del Codice di Camaldoli. Una passione anche di Guzzetti, ex dc come Quaglia e Palenzona. Tanto che il numero uno di Cariplo e Acri ha scritto la prefazione al saggio di Quaglia.

Quaglia, docente di Economia e Direzione delle Imprese all’Università degli Studi di Torino, è revisore dei conti, naviga da anni negli ambienti delle fondazioni creditizie e delle banche: oltre che presidente della Fondazione CRT e dell’associazione delle 12 Fondazioni di origine bancaria del Piemonte, è componente del Comitato Esecutivo di Acri, presidente di Ream (la sgr di Crt ispirata da Palenzona), vicepresidente di Equiter e consigliere di Amministrazione di SIAS. Ed è stato consigliere di amministrazione di Unicredit fino al 2015.

Dunque Quaglia è entrato nei cuori di Guzzetti? Si vedrà.

Di sicuro, come detto, le sintonie da ex democristiani non mancano. Seppure, in stile Palenzona, ossia dalle relazioni bipartisan se non tripartisan: ha relazione consolidate con il Pd, non rema contro l’avanzata leghista e ha rapporti istituzionali piuttosto sereni con i Pentastellati via Chiara Appendino, sindaco M5S di Torino.

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