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Tutto su Suzano, l’azienda brasiliana che acquisisce i Kleenex di Kimberly-Clark

Da nome proprio a parola di uso comune, i Kleenex che hanno asciugato valli di lacrime non saranno più prodotti da Kimberly-Clark che, al di fuori degli Stati Uniti, li cede a Suzano, uno dei più grandi produttori mondiali di pastalegno. Fatti, numeri e curiosità

 

Con un accordo da circa 3,5 miliardi di dollari, Kimberly-Clark avrebbe finalizzato la vendita del proprio business globale dei fazzoletti Kleenex e dei prodotti in carta tissue al di fuori del Nord America. Molti gli interessati, ma alla fine ha avuto la meglio Suzano, uno dei più grandi produttori al mondo di pastalegno.

BREVE STORIA DEI KLEENEX

Una storia lunga 100 anni, anzi, 101 per l’esattezza. Sebbene infatti l’origine del marchio Kleenex risalga alla Prima guerra mondiale, quando Kimberly-Clark sviluppò una carta crespata utilizzata come filtro all’interno delle maschere antigas, il primo fazzoletto di carta, chiamato appunto Kleenex, apparve nel 1924. Inizialmente utilizzati per struccarsi, con l’aumento della popolarità, nel 1927 l’azienda propose un nuovo utilizzo: i “fazzoletti assorbenti”.

Negli anni ’30, quando il marchio fu sommerso da lettere di consumatori che ne raccomandavano l’uso in caso di raffreddore, Kimberly-Clark rispose con una nuova posizione di marketing: “I fazzoletti che puoi gettare via”. Da quel momento, Kleenex divenne sinonimo di fazzoletti usa e getta come li conosciamo oggi.

FAZZOLETTI IN VENDITA

Stando a quanto riferito dal Wall Street Journal, ora questa storia si interrompe per intraprendere nuovi sentieri. L’ azienda con sede a Dallas sarebbe vicina alla vendita per circa 3,5 miliardi di dollari del proprio business globale dei fazzoletti Kleenex e di altri prodotti al di fuori del Nord America. La società commercializza infatti anche gli asciugatutto Scottex, la carta igienica Andrex e i panni per la pulizia WypAll.

L’accordo per la cessione del segmento potrebbe essere finalizzato oggi stesso.

AFFARI NON TROPPO REDDITIZI

Come riportato dal quotidiano statunitense, questa è la più piccola e quella che registra anche i margini di profitto più bassi delle tre principali divisioni del gruppo, con vendite nette annue inferiori ai 3,5 miliardi di dollari.

L’unità, che genera circa 500 milioni di dollari all’anno in utili prima di interessi, tasse, svalutazioni e ammortamenti (EBITDA), è stata messa in vendita da Kimberly-Clark nell’ambito di una ristrutturazione avviata lo scorso anno, quando ha anche concluso la vendita per 640 milioni di dollari all’australiana Ansell di un’attività che produce guanti protettivi, occhiali e altri capi di abbigliamento.

ALL IN SUL MERCATO STATUNITENSE

La vendita, osserva Il Sole 24 Ore, lascerebbe comunque all’azienda il mercato del Nord America che, con un fatturato netto di circa 11 miliardi di dollari l’anno scorso, è il più grande tra i suoi, oltre che la divisione internazionale per la cura della persona, che nel 2024 ha registrato un fatturato netto di circa 5,7 miliardi di dollari.

Da notare anche che la cessione avviene mentre i dazi commerciali imposti dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump continuano a pesare sulle prospettive economiche dell’azienda che, infatti, ha ridotto le previsioni di utile annuale ad aprile a causa dell’aumento dei costi derivante proprio dai dazi.

A tal proposito, ricorda Il Sole, il mese scorso, Kimberly-Clark ha annunciato che “investirà 2 miliardi di dollari per espandere le proprie capacità produttive negli Stati Uniti nell’arco di cinque anni, facendo una scommessa a lungo termine sul consumatore americano”.

L’ACQUISIZIONE

Ma nonostante le difficoltà, Kimberly-Clark ha ricevuto varie offerte. Ad aprile Reuters aveva segnalato che oltre all’azienda brasiliana produttrice di cellulosa Suzano, su cui è caduta la scelta, anche la Royal Golden Eagle del Sud-est asiatico e Asia Pulp & Paper erano interessate all’acquisizione.

Nel 2022, Suzano aveva già annunciato un accordo per l’acquisizione delle operazioni nel settore della carta tissue in Brasile di Kimberly-Clark per una somma non divulgata.

Sebbene la scorsa estate l’azienda con sede a San Paolo abbia dovuto abbandonare le trattative di acquisizione con International Paper dopo non essere riuscita a concludere un accordo, il suo amministratore delegato, Beto Abreu, ha dichiarato che l’intenzione è di perseguire fusioni e acquisizioni.

CURIOSITÀ SU SUZANO

Fondata da Leon Feffer, un immigrato ucraino, nel 1924, come Kimberly-Clark, Suzano è stata un’impresa di commercio della carta, trasformata qualche anno dopo in una fabbrica di sacchetti di carta. Nel 1941 ha inaugurato il primo impianto cartario e nel 1955 ha apertura l’unità di Suzano e oggi una delle più grandi aziende di cellulosa al mondo.

Circa il 25% della popolazione mondiale utilizza quotidianamente prodotti realizzati con le sue materie prime come carta igienica, pannolini, imballaggi e libri. Conta 13 stabilimenti in Brasile, 2 negli Stati Uniti e una joint venture in Finlandia. Ha uffici in 10 Paesi e dà lavoro a circa 50.000 lavoratori, tra dipendenti e collaboratori.

Suzano possiede 1,6 milioni di ettari di piantagioni in Brasile; 1,1 milioni di ettari di aree di conservazione e, nelle sue aree gestite, si registrano oltre 4.500 specie di flora e fauna. Ogni giorno pianta 1,2 milioni di piantine di eucalipto.

IL BUSINESS DEL RE DELLA CELLULOSA

Nel primo trimestre del 2025, Suzano ha riportato ricavi netti record pari a 11,6 miliardi di real brasiliano (2,07 miliardi di dollari), con una crescita del 22% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. “Questa performance – spiega Business Wire – è dovuta a vari fattori, quali i tassi di cambio, un fatturato maggiore per la pastalegno prodotta nel nuovo stabilimento di Ribas do Rio Pardo, volumi e prezzi superiori per la carta e il contributo positivo dagli stabilimenti statunitensi di produzione di cartone rilevati recentemente”.

“I ricavi record – aggiunge la testata – sono stati realizzati nonostante una serie di tempi di fermo pianificati nel trimestre per le linee di produzione dei tre stabilimenti Três Lagoas, Mucuri e Aracruz, nonché il primo tempo di fermo per la manutenzione programmata dello stabilimento di Ribas do Rio Pardo”.

L’anno scorso il suo fatturato annuale è stato di 8,789 miliardi di dollari, con un aumento del 10,37% rispetto al 2023.

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