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Al Khudairy Credit Suisse

Chi è Ammar Al Khudairy (che ha fatto cascare Credit Suisse)

Dopo un master e una laurea in ingegneria civile presso la George Washington University e un’esperienza trentennale nel settore finanziario, oggi Ammar Al Khudairy è presidente della Saudi National Bank, azionista di maggioranza di Credit Suisse, ma non solo…

 

Prima ha appiccato l’incendio e ora cerca di spegnerlo. È bastato infatti che Ammar Al Khudairy, presidente della Saudi National Bank, la banca azionista di maggioranza di Credit Suisse, dicesse “I don’t think they will need extra money” (riferendosi al fatto che non fornirà altro capitale al Credit Suisse) per scatenare un terremoto bancario e far toccare il minimo storico al titolo elvetico.

Oggi torna sulle sue parole e in un’intervista alla Cnbc dichiara che le turbolenze sul mercato azionario sono “ingiustificate” e che Credit Suisse non ha chiesto assistenza finanziaria.

Ma chi è Ammar Al Khudairy?

LE BANCHE, IL GRANDE AMORE DI AL KHUDAIRY

Della vita privata del saudita Ammar Al Khudairy si sa ben poco. Le uniche informazioni che abbondano riguardano infatti la sua lunga carriera e i suoi legami con le banche.

Dopo un master in amministrazione ingegneristica e una laurea in ingegneria civile presso la George Washington University, inizia la sua esperienza trentennale nel settore finanziario che, secondo il think thank newyorkese Salt, si concentra nelle aree di Corporate Banking, Project Finance, Corporate Finance, M&A e Asset Management.

Nel 2019 è diventato presidente del Samba Financial Group, che nell’aprile 2021 si è unito alla National Commercial Bank in seguito a una fusione da circa 15 miliardi di dollari, dando vita all’attuale Saudi National Bank (Snb), la più grande banca commerciale dell’Arabia Saudita, di cui Al Khudairy è tuttora alla guida.

All’epoca, Forbes Middle East scriveva: “La fusione creerà una potenza regionale con un patrimonio di 223 miliardi di dollari. La banca risultante dalla fusione diventerà la più grande banca del Regno e una banca leader nella regione del Medio Oriente, con una capitalizzazione di mercato di 46 miliardi di dollari”.

Al Khudairy ha inoltre fondato e presiede Amwal AlKhaleej e Amwal Capital Partners, un’attività di gestione di asset alternativi con sede a Riyadh e a DIFC.

COSA HA FATTO PRIMA DI GUIDARE LA SAUDI NATIONAL BANK

Prima di diventare membro del Consiglio di amministrazione e poi presidente del Samba Financial Group, Al Khudairy ha ricoperto ruoli di leadership in diverse istituzioni finanziarie saudite come: Riyad Bank, United Saudi Bank e Banque Saudi Fransi.

Dal 2015 al 2018, è stato membro del Consiglio di amministrazione, presidente dell’Audit Commitee, amministratore delegato/direttore generale ad interim di Banque Saudi Fransi.

ALTRI RUOLI NEI CDA

Al Khudairy è stato anche membro di vari consigli di amministrazione pubblici e privati, tra cui la presidenza di Goldman Sachs Saudi Arabia, la presidenza di Morgan Stanley Saudi Arabia, Savola, Kingdom Holdings, Herfi, Al Tayyar, la presidenza di Allianz Saudi Arabia, il vicepresidente di Spimaco e il membro del consiglio di amministrazione di Almarai.

Ha fatto parte anche del consiglio di amministrazione di enti governativi, tra cui il Saudi Real Estate Development Fund e l’Economic Cities Authority.

COSA HA DETTO DEL CROLLO DI CREDIT SUISSE

Dopo il crollo della Silicon Valley Bank, anche la svizzera Credit Suisse si è trovata a corto di liquidità e quando ieri Al Khudairy, azionista al 10% dell’istituto elvetico, ha detto che non ci sarà nessun aumento di capitale, il titolo della banca è sceso fino al 31% in Borsa ed è arrivato a toccare il suo minimo storico, affossando il comparto bancario e di conseguenza i listini europei.

Oggi, nell’intervista alla Cnbc, Al Khudairy ha provato a calmare gli animi dichiarando che le turbolenze di mercato sulle azioni della banca svizzera sono “ingiustificate”.

“Se si guarda al calo dell’intero settore bancario, purtroppo molte persone erano alla ricerca di scuse – ha aggiunto -. È panico, un po’ di panico. Credo che sia del tutto ingiustificato, sia per il Credit Suisse che per l’intero mercato”.

Al Khudairy ha inoltre precisato che l’istituto elvetico non ha chiesto assistenza finanziaria e che “non ci sono state discussioni con il Credit Suisse in merito alla fornitura di assistenza” poiché da ottobre “non c’è stata alcuna discussione”.

Dunque, come ribadito dal principale azionista, “il messaggio non è cambiato” e la banca non porterà la sua partecipazione oltre l’attuale 9,9% perché “anche se volessimo farlo, ci sono troppe complicazioni dal punto di vista normativo e della conformità”.

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