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Tutti i rilievi della Corte dei Conti sulla ricostruzione post sisma 2016 e sul commissario Legnini

Che cosa si legge nella relazione della Corte dei Conti sulla ricostruzione dopo il sisma del 2016 e anche sull'azione del commissario Legnini

 

“La relazione dei magistrati contabili, oltre a restituirci un quadro completo di quanto è stato fatto, indica le principali linee di azione da mettere in atto per garantire nel futuro un’amministrazione ancora più efficiente di un’operazione difficilissima”. Sono le parole del commissario straordinario in carica per la ricostruzione Giovanni Legnini in merito alla relazione della Corte dei Conti sulla ricostruzione dopo il sisma del 2016.

I ritardi nella ricostruzione e il ruolo di Legnini

La Sezione centrale controllo gestione Amministrazioni Stato della Corte dei Conti nella sua indagine, la prima sul processo di ricostruzione dopo il sisma che coinvolse Abruzzo, Marche, Umbria e Lazio ha riscontrato ritardi nel processo di ricostruzione. “Fra le cause del ritardo nell’attuazione degli interventi previsti in seguito al sisma del 24 agosto 2016, che ha colpito l’Italia centrale, vi è anche la mancanza di un’organizzazione preposta alla gestione della ricostruzione, a fronte di strutture già operative per la gestione delle emergenze (Protezione civile) – scrivono i magistrati contabili nella loro analisi. Nel documento “Interventi per la ricostruzione nei territori interessati dal sisma del 24 agosto 2016” la Corte dei Conti ha analizzato la complessa struttura commissariale, le procedure utilizzate per la ricostruzione degli edifici privati e degli immobili pubblici. “Condivido – ha detto ancora il commissario Legnini – totalmente l’invito della Corte ad analizzare con maggior attenzione, in prospettiva, anche in sede legislativa, l’opportunità di individuare modelli organizzativi e procedurali adeguati e stabili per una gestione più efficace delle ricostruzioni, migliorandone anche il collegamento con le fasi di emergenza”.

Gli stanziamenti e i fondi inutilizzati del commissario

La magistratura contabile rileva che sono stati messi a disposizione del Commissario governativo fondi “pari, al 30 giugno 2021, a circa 4,388 miliardi di euro”. I fondi, pur cospicui e provenienti dalla fiscalità generale, non sono stati spesi per intero. “A fronte di entrate della contabilità speciale del Commissario straordinario, complessivamente pari, sempre nel periodo 2016-2020, a 2,908 miliardi di euro (dei quali 2,568 miliardi di euro provenienti dal MEF1), sono state registrate uscite per complessivi 1,140 miliardi di euro (al 30 giugno 2021 i pagamenti ammontano a complessivi 1,321 miliardi) – si legge nella relazione -. Di conseguenza sono state registrate, nella medesima contabilità, giacenze inutilizzate per le finalità alle quali erano destinate per diversi anni e per ingenti importi pari, al 31 dicembre 2020, a complessivi 1,769 miliardi”.

Assegnazioni più veloci nel 2020

L’indagine della Corte dei Conti sulla ricostruzione post sisma 2016 è la prima analisi approfondita sulla gestione pubblica dei processi di ricostruzione post-sisma. “Per gli interventi di ricostruzione pubblica, dal 2016 al 30 settembre 2021 sono state erogate dal Commissario straordinario risorse pari a 468,32 milioni di euro, a fronte di 266,508 milioni di euro registrati fino al 31 dicembre 2020 – scrive la Corte dei Conti -. Le misure di semplificazione e accelerazione introdotte per la ricostruzione privata hanno consentito, nel corso dell’ultimo anno, la riduzione dei tempi necessari per ottenere il contributo, che ha visto il raddoppio del numero di domande analogamente a quello delle istanze accolte, malgrado le interruzioni e i rallentamenti causati dagli eventi pandemici”.

I numeri della ricostruzione privata nel biennio 2020-2021

È stata prevista la possibilità di concedere contributi per gli interventi di ricostruzione o di recupero degli immobili privati distrutti o danneggiati dalla crisi sismica. Dall’analisi dei magistrati contabili emerge che a fronte degli 80.000 immobili censiti come inagibili, nel 2020 sono state presentate 19.568 domande di contributo, delle quali 14.695 per danni lievi e 4.873 per danni gravi. Nel 2021 sono state presentate 20.669 domande al 30 giugno 2021, di cui 14.773 per danni lievi. “Il sensibile aumento delle richieste di contributo è da collegare presumibilmente alle numerose ordinanze adottate nel corso del 2020 e nei primi mesi del 2021 con le quali, in particolare, è stata prevista una forma semplificata delle domande per i danni lievi e al fatto che non sono intervenute nuove proroghe alla scadenza del termine per le relative istanze, mentre in passato tale termine è stato più volte prorogato (ben undici volte)”, si legge nel rapporto.

Accolte circa metà delle domande di finanziamento

Circa la metà delle domande sono state accolte: delle 20.669 domande presentate alla fine di giugno del 2021 ne sono state approvate 10.263. Per i danni gravi sono, al 30 giugno 2021, sono state presentate 5.876 richieste di contributo, per un importo complessivo pari a 3,7 miliardi di euro mentre per danni lievi gli importi richiesti dai cittadini, alla fine di giugno del 2021, ammontano a circa 5,4 miliardi di euro. “Le conclusioni che essa trae dall’analisi dei dati sulla ricostruzione privata danno atto della forte accelerazione che c’è stata a partire dal secondo semestre del 2020, grazie alla semplificazione della normativa e delle procedure, mentre sul fronte delle opere pubbliche – ha sottolineato Legnini – si riconosce il grande sforzo fatto per la stima dei danni e la programmazione degli interventi”.

La struttura commissariale

I magistrati lamentano la mancanza di “un’organizzazione preposta alla gestione della ricostruzione”. Tuttavia la gestione della ricostruzione può contare su una struttura che vede nel vertice il Commissario straordinario che ha “compiti di programmazione dell’uso delle risorse finanziarie, poteri di indirizzo, in special modo per la progettazione, esecuzione degli interventi e per la determinazione dei contributi spettanti ai beneficiari e, infine, poteri di coordinamento e controllo”, il quale condivide la responsabilità con “i Presidenti delle Regioni operano in qualità di vice-Commissari, in stretto raccordo con il Commissario straordinario, che può delegare loro le proprie funzioni”.

La dotazione di personale nella struttura di Legnini

Nell’imminenza del sisma il D.P.R. 9 settembre 2016, ha assegnato “alla struttura del Commissario straordinario un contingente di ventisette unità di personale”. Successivamente il dl n. 189/2016 “nel confermare la dotazione organica di 27 unità, ha previsto che il Commissario straordinario possa avvalersi di “ulteriori risorse fino ad un massimo di 225 unità di personale” da destinare alle Regioni e Comuni, oppure alla struttura commissariale centrale per le funzioni di coordinamento e raccordo con il territorio. Al 2020 il personale della struttura commissariale centrale ammontava a 65 unità. Nel 2021 il budget annuale previsionale della spesa per il personale direttamente imputabile al Commissario straordinario ammonta a 26.470.000 euro.

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