Sfida improba con doValue per Alessandro Rivera (nella foto), che dopo la direzione generale del Tesoro al Mef è approdato alla guida dell’operatore italiano attivo nella gestione di portafogli di credito e di immobili derivanti da crediti deteriorati alle prese con un’evoluzione controversa e dai conti in picchiata.
Ecco le ultime novità.
I CONTI IN PICCHIATA DI DOVALUE
DoValue ha chiuso il primo semestre con ricavi netti pari a 191,9 milioni di euro, in flessione del 6,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. I ricavi lordi si attestano a 213,7 milioni (-5,7%).
UTILE IN CALO PER DOVALUE
L’utile netto, inclusi elementi non ricorrenti, si porta a 15,5 milioni, in calo dell’11,2% rispetto al primo semestre del 2023. Il margine operativo lordo (ebitda), escluse le voci non ricorrenti, è diminuito del 17,5% a 67,4 milioni. Il flusso di cassa operativo si attesta a 19,6 milioni di euro, con un calo di 3,8 milioni rispetto al primo semestre 2023. L’indebitamento netto cala a 479,4 milioni, rispetto ai 517,0 milioni registrati a fine marzo scorso.
L’OUTLOOK DI DOVALUE
La società stima ricavi lordi nella fascia di 460-480 milioni rispetto al precedente obiettivo di 480-490 milioni. L’ebitda è atteso tra 155-165 milioni rispetto alla precedente previsione di 160-170 milioni.
EFFETTO BORSA
Alla luce dei risultati il titolo doValue parte in forte ribasso e mostra un -5,52%.”Tale cedimento potrebbe innescare opportunità di vendita del titolo da parte del mercato – si legge in un lancio di Teleborsa – Lo status tecnico di medio periodo di doValue rimane negativo. Nel breve periodo, invece, evidenziamo un miglioramento della forza rialzista, con la curva che incontra la prima area di resistenza a 1,79 Euro, mentre i supporti sono stimati a 1,695. Le implicazioni tecniche propendono a favore di un nuovo spunto rialzista con target stimato verosimilmente in area 1,885″.ù
L’ACQUISIZIONE DI GARDANT
Nelle scorse settimane doValue ha acquistato il gestore italiano di crediti deteriorati Gardant con un deal in contanti e azioni. Dalla fusione – ha scritto Milano Finanza – nascerà un gruppo leader in Italia e nel Sud Europa nel recupero crediti per terzi, con oltre 160 miliardi di euro in gestione, il 20% circa del mercato Italia, ricavi superiori a 600 milioni e un ebitda oltre i 200 milioni. Facendo seguito al precedente annuncio del 21 marzo, doValue oggi, 7 giugno, ha annunciato di aver stipulato un accordo vincolante con Tiber Investments, società affiliata a fondi gestiti dalla statunitense Elliott, e altri soci di minoranza, per l’acquisizione del 100% dell’intero capitale sociale di Gardant”
IL SOLE SPLENDE SU DOVALUE
Toni altrettanto enfatici sul Sole 24 ore nelle scorse settimane: “Dalla fusione nascerà il soggetto principale in Italia e nel Sud Europa nel recupero crediti per terzi, con oltre 160 miliardi di euro in gestione, il 20% circa del mercato Italia, ricavi attesi oltre i 600 milioni e un Ebitda sopra i 200 milioni. La struttura di vertice, di fatto, è già definita. Presieduto dall’ex dg del Tesoro Alessandro Rivera, il gruppo sarà guidato a livello europeo da Manuela Franchi mentre Briozzo continuerà a seguire le attività italiane. La nuova realtà «ha l’obiettivo, come annunciato, di posizionarsi sull’intera filiera del credito, dai primi segnali di difficoltà in avanti, fino all’attività in bonis», dice Briozzo. E Gardant contribuirà al nuovo gruppo la propria Sgr, che diventerà una importante leva di crescita all’estero. Fino ad oggi Gardant Investor ha raccolto circa 715 milioni di euro, cifra che però è destinata a crescere in prospettiva. L’obiettivo, come ribadito dalla ceo Franchi in occasione della presentazione dell’operazione, è espandere l’attività di Gardant sgr anche all’estero. Si guarda in particolare ai Paesi dove DoValue è già attiva, ovvero Spagna, Grecia e Cipro. «La mia esperienza con Gardant è che l’attività di gestione di fondi di credito attivi anche nel direct lending sia un elemento importante per completare l’offerta di prodotti – sottolinea Briozzo – Già oggi la nostra Sgr è attiva nel settore del direct lending su single name. In prospettiva, io vedo una opportunità pan-europea, in cui a tendere secondo me emergeranno non più di due o tre operatori completi».
I CONTI 2003 DI DOVALUE (estratto di un articolo di Startmag del 21 marzo 2024):
Nel 2023 doValue ha registrato una perdita netta di 17,8 milioni di euro, contro un utile di 16,5 milioni del 2022. Il calo è dovuto principalmente alla diminuzione a livello di Ebitda, all’aumento di ammortamenti e svalutazioni e degli accantonamenti netti rispetto al 2022, principalmente in relazione alla svalutazione dei contratti spagnoli, nonché ai minori risultati del fair value delle attività e alle maggiori imposte.
In particolare, sui conti 2023 l’impatto complessivo negativo non monetario delle rettifiche contabili sul risultato netto del Gruppo ammonta a 39,2 milioni di euro. L’utile netto adjusted (escluse le voci non ricorrenti) è pari a 1,8 milioni, in calo dai 50,6 milioni del 2022. L’Ebitda si è attestato a 175,3 milioni di euro, registrando un calo dell’11,8% rispetto al 2022, quando era pari a 198,7 milioni. I ricavi netti, pari a 443,2 milioni di euro, sono diminuiti dell’11,4% rispetto ai 500,4 milioni del 2022. I ricavi lordi sono stati di 485,7 milioni, con un calo del 13% rispetto ai 558,2 milioni registrati nel 2022 (o un calo del 4,6% escludendo Sareb).
Al 31 dicembre 2023, il Gross book value di doValue si è attestato a 116,4 miliardi di euro, con un modesto calo del 3,4% rispetto ai 120,5 miliardi registrati alla fine del 2022. Questo dato è attribuibile a 9,7 miliardi di Gbv di nuova acquisizione, 4,9 miliardi di collection, 4,5 miliardi di svalutazioni e 4,4 miliardi di cessioni di clienti, in gran parte compensati dalle commissioni di indennizzo. Nel corso del 2023 il gruppo si è aggiudicato circa 6,3 miliardi di nuovi mandati: 1 miliardi in Italia, 4,5 miliardi nella Regione Ellenica e 0,8 miliardi nella Regione Iberica. In relazione ai conti 2023, nell’assemblea dei soci del 2024 il consiglio di amministrazione non proporrà la distribuzione di un dividendo.
Per il 2024, le previsioni sono di una pipeline di mandati di servicing a breve e medio termine nei mercati di doValue pari a 40 miliardi di euro, dell’effettivo completamento di nuove operazioni primarie potenzialmente frenato dalla solidità dei bilanci delle banche e dalla stabilità dei rapporti Npl. Inoltre, «il 2024 sarà un anno di trasformazione, razionalizzazione dei costi ed investimenti e getterà le basi a sostegno della crescita nel 2025 e nel 2026».