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Dovalue

Perché la Spagna fa tracollare doValue (che si aggrappa a Gardant)

Nel 2023 doValue ha registrato una perdita netta di 17,8 milioni di euro. Fatti, numeri e approfondimenti.

Brutte notizie per doValue, operatore attivo nella gestione di portafogli di credito e di immobili derivanti da crediti deteriorati. Pessimi numeri e scenari foschi.

Ecco fatti, numeri e scenari.

I CONTI 2023 DI DOVALUE

Nel 2023 doValue presieduta da Giovanni Castellaneta (nella foto) ha registrato una perdita netta di 17,8 milioni di euro, contro un utile di 16,5 milioni del 2022. Il calo è dovuto principalmente alla diminuzione a livello di Ebitda, all’aumento di ammortamenti e svalutazioni e degli accantonamenti netti rispetto al 2022, principalmente in relazione alla svalutazione dei contratti spagnoli, nonché ai minori risultati del fair value delle attività e alle maggiori imposte.

TUTTI I RISULTATI DI DOVALUE

In particolare, sui conti 2023 l’impatto complessivo negativo non monetario delle rettifiche contabili sul risultato netto del Gruppo ammonta a 39,2 milioni di euro. L’utile netto adjusted (escluse le voci non ricorrenti) è pari a 1,8 milioni, in calo dai 50,6 milioni del 2022. L’Ebitda si è attestato a 175,3 milioni di euro, registrando un calo dell’11,8% rispetto al 2022, quando era pari a 198,7 milioni. I ricavi netti, pari a 443,2 milioni di euro, sono diminuiti dell’11,4% rispetto ai 500,4 milioni del 2022. I ricavi lordi sono stati di 485,7 milioni, con un calo del 13% rispetto ai 558,2 milioni registrati nel 2022 (o un calo del 4,6% escludendo Sareb).

Al 31 dicembre 2023, il Gross book value di doValue si è attestato a 116,4 miliardi di euro, con un modesto calo del 3,4% rispetto ai 120,5 miliardi registrati alla fine del 2022. Questo dato è attribuibile a 9,7 miliardi di Gbv di nuova acquisizione, 4,9 miliardi di collection, 4,5 miliardi di svalutazioni e 4,4 miliardi di cessioni di clienti, in gran parte compensati dalle commissioni di indennizzo. Nel corso del 2023 il gruppo si è aggiudicato circa 6,3 miliardi di nuovi mandati: 1 miliardi in Italia, 4,5 miliardi nella Regione Ellenica e 0,8 miliardi nella Regione Iberica. In relazione ai conti 2023, nell’assemblea dei soci del 2024 il consiglio di amministrazione non proporrà la distribuzione di un dividendo.

Per il 2024, le previsioni sono di una pipeline di mandati di servicing a breve e medio termine nei mercati di doValue pari a 40 miliardi di euro, dell’effettivo completamento di nuove operazioni primarie potenzialmente frenato dalla solidità dei bilanci delle banche e dalla stabilità dei rapporti Npl. Inoltre, «il 2024 sarà un anno di trasformazione, razionalizzazione dei costi ed investimenti e getterà le basi a sostegno della crescita nel 2025 e nel 2026».

L’AGGREGAZIONE CON GARDANT

Dovalue ha avviato una negoziazione esclusiva per una potenziale aggregazione con Gardant. L’operazione si inserisce nel piano strategico 2024-2026.

Nel dettaglio, Dovalue, Elliott Advisors Limited e Tiber Investments, una società collegata a fondi gestiti da Elliott, hanno stipulato un accordo non vincolante che identifica i termini chiave per una potenziale aggregazione con Gardant sulla base del quale le negoziazioni procederanno da oggi in esclusiva, con l’obiettivo di finalizzare un accordo vincolante per la potenziale transazione con Gardant.

La transazione prevede potenzialmente l’acquisizione del 100% di Gardant da parte di Dovalue e consentirebbe a Dovalue di rafforzare ulteriormente il proprio posizionamento nella gestione degli Npe in Italia insieme a forti partner strategici. La transazione in negoziazione migliora il potenziale industriale e sinergico del nuovo gruppo con un’attesa di incremento del Cash Eps, della generazione di cassa e della solidità finanziaria del nuovo gruppo, rafforzandone il bilancio. Inoltre, Dovalue sta pianificando il rifinanziamento di tutte o parte del debito emesso. Si prevede che il nuovo gruppo raggiunga un rapporto Posizione Finanziaria Netta/Ebitda ex NRI di circa 2,0x entro il 2025 grazie al profilo di crescita, alla generazione di cassa e all’aumento di capitale.

Le condizioni chiave dell’accordo includono: una componente in denaro e in azioni Dovalue da emettere a un premio significativo rispetto all’attuale prezzo delle azioni di Dovalue, in seguito al quale Elliott Advisors Limited , Tiber o società collegate arriverebbero a detenere una quota del 20% circa nel capitale di Dovalue; ad Elliott Advisors Limited, Tiber o società collegate (come futuri azionisti) e agli attuali azionisti di riferimento di Dovalue sarà richiesto di supportare la transazione, ivi inclusa la sottoscrizione di un aumento di capitale con diritto d’opzione che sarà lanciato dalla società dopo il closing al fine di rafforzare la struttura di capitale nel contesto dell’acquisizione; e la finalizzazione dei termini per il finanziamento e l’underwriting dell’aumento di capitale, necessari alla transazione, con primarie controparti finanziarie. A tal proposito, la società ha inoltre ricevuto la disponibilità di una primaria banca d’affari, a specifici termini e condizioni, per l’underwriting dell’aumento di capitale.

GLI OBIETTIVI AL 2026 (E NIENTE DIVIDENDI NEL 2024)

Il Piano Industriale 2024-2026, spiega la nota doValue, si basa su ipotesi conservative che riflettono le attuali difficili dinamiche di mercato, con una forte attenzione all’innovazione tecnologica e all’efficientamento dei costi al fine di proteggere la redditività e favorire la generazione di cash flow.

Gli obiettivi finanziari al 2026 prevedono il raggiungimento dei seguenti risultati:

  • Ricavi lordi nel 2026 nell’intervallo 480-490 milioni di euro, di cui il 35-40% non Npl;
  • Gross Book Value nel 2026 di circa 110 miliardi di euro, con un tasso di raccolta di circa il 5,5%;
  • Ebitda ex-Nri nell’intervallo 185-195 milioni di euro, con un margine Ebitda di circa il 39%;
  • Flusso di cassa operativo ex-Nri nell’intervallo 140-150 milioni di euro, con una leva finanziaria nell’intervallo 2,1x-2,3x;
  • Politica dei dividendi con nessuna distribuzione nel calendario 2024, 0,15 euro/azione nel 2025 a condizione che la leva finanziaria sia <2,8x nel 2024 e 0,25 euro/azione nel 2026 a condizione che la leva finanziaria sia <2,5x nel 2025.

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