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Tutti i bluff del decreto economico anti Covid-19. Il commento di Capezzone

Il decreto Cura Italia approvato dal governo commentato da Daniele Capezzone sul quotidiano La Verità (breve estratto di un articolo di Daniele Capezzone pubblicato sul quotidiano La Verità fondato e diretto da Maurizio Belpietro) Ieri Giuseppe Conte e Roberto Gualtieri hanno dato vita a un inedito assoluto: una videoconferenza stampa mentre il Consiglio dei Ministri…

(breve estratto di un articolo di Daniele Capezzone pubblicato sul quotidiano La Verità fondato e diretto da Maurizio Belpietro)

Ieri Giuseppe Conte e Roberto Gualtieri hanno dato vita a un inedito assoluto: una videoconferenza stampa mentre il Consiglio dei Ministri era di fatto ancora aperto, e soprattutto senza nessun testo definitivo e ufficiale disponibile. Un modo evidente per “dare i titoli” ai media amici, incanalare il racconto sui binari scelti da Palazzo Chigi, ed evitare di sciogliere in pubblico i nodi più delicati.

E, per sovrammercato, una furbata, un’arma di distrazione di massa: l’evocazione di un mitico “effetto-leva” da 350 miliardi, come se le risorse messe in campo (inferiori o pari a 25 miliardi) fossero davvero in grado di innescare un circuito supervirtuoso 14 volte più grande. Ecco le parole di Conte: “Una manovra economica da 25 miliardi di denaro fresco a beneficio di famiglie, imprese e lavoratori, che attiverà flussi per 350 miliardi”.

Il giochino – nemmeno troppo subliminale – è scoperto: Palazzo Chigi e Mef vogliono trasmettere l’illusione di essersi avvicinati al recente annuncio tedesco dei 550 miliardi, e hanno scelto di sparare una cifra (350 miliardi) percentualmente equivalente, rispetto al Pil italiano, a quella annunciata dalla Merkel.

Ma il bluff non regge. E’ vero che la Germania ha messo in campo essenzialmente garanzie, ma le cifre sono davvero di quella dimensione: 450 miliardi di garanzie a KfW (che è l’equivalente tedesco della Cdp, ma con una ben nota peculiarità: i debiti che contrae, coperti da garanzia statale, non entrano nel conteggio del debito pubblico), più altri 100 miliardi che Berlino darà se necessario. Si può dire: anche in Germania non ci sono somme massicce per tagli di tasse o aumento di spesa per investimenti. Ma lì la mole delle garanzie è tale da determinare davvero, se non un “effetto-leva”, un efficace “effetto-ombrello”, nel senso della protezione.

Qui invece l’esiguità dell’ombrello, l’assenza di investimenti, e soprattutto il mero differimento a fine maggio o a fine giugno di una scarica di adempimenti fiscali creerà all’inizio dell’estate un ingorgo impressionante, e una corda inevitabilmente destinata a stringersi al collo del contribuente.

Ecco un elenco (forse incompleto): gli F24 saltati ieri, gli F24 di aprile, rottamazione, saldo e stralcio, cartelle, F24 di competenza, Imu, saldo e acconto di tasse e contributi del 2019. Proprio mentre le imprese avranno appena riaperto i battenti, con alle spalle due mesi di mancati incassi, dipendenti e fornitori da pagare, e così via.

Una delle poche cose concrete e positive che potrà sortire un qualche effetto visibile è l’operazione che coinvolge Cassa depositi e prestiti. Rispetto a 500 milioni stanziati dal Mef, Cdp metterà a disposizione un plafond per il rilascio di garanzie fino all’80% dei finanziamenti che verranno erogati, cosa che consentirà alle banche di concedere credito alle imprese (di medie e grandi dimensioni, in questo caso) fino a 10 miliardi.

(breve estratto di un articolo di Daniele Capezzone pubblicato sul quotidiano La Verità fondato e diretto da Maurizio Belpietro)

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