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Tutte le pernacchie incassate dagli editori sui giornali di carta attendibili

La Fieg (la federazione degli editori di giornali) prova a far vendere qualche copia in più con uno spot che fa figli e figliastri dell'informazione (sarebbe attendibile solo su carta). Ma il risultato è un boomerang. Tutte le critiche degli addetti ai lavori

 

Fa mugugnare lo spot scelto dalla Fieg, la Federazione Italiana Editori Giornali, nel tentativo (nobile ma vano, visti i trend) di far vendere qualche copia in più alle testate di carta, da anni in un inesorabile e irrefrenabile declino. Perché il fine sarà anche quello giusto, ma il mezzo se non si è Macchiavelli non sempre lo giustifica.

LO SPOT DELLA FIEG FA FIGLI E FIGLIASTRI DELL’INFORMAZIONE

Per chi si fosse perso tale perla, si sostanzia in un omino che si reca all’edicola per comprare un quotidiano. Nulla da dire sulla vignetta. Qualcosa invece sul claim ce l’abbiamo: “Scegli l’informazione attendibile – tuffati nel quotidiano”.

Certo, su internet gira di tutto, bufale incluse. Ma è a sua volta una fake news far passare il messaggio che solo l’informazione su carta stampata – o comunque a pagamento – sia attendibile. I casi che dimostrano l’opposto, ovvero cantonate, lavori pedestri e svogliati, non si contano.

Anche perché potremmo pure pensare che se un lettore sborsa per pagare avrà in cambio un servizio migliore, ma qualcuno si è mai chiesto quanto sborsano gli editori della carta stampata per pagare i collaboratori? Nella maggior parte poco, se non pochissimo. E chi sborsa poco/pochissimo non potrà pretendere qualità.

IL MUGUGNO DEGLI ADDETTI AI LAVORI

Il via alle danze lo dà Dario Di Vico, firma del Corriere della sera, organizzando una sorta di consultazione pubblica su Twitter, la piattaforma preferita dai giornalisti.

 

 

Risponde divertito Luciano Nobili (Italia Viva), che si concentra sul disegnino: “La cosa migliore è la scritta “edicola”. Immagino la scena col committente che dice al grafico: “mica si capisce tanto che è un’edicola”. E quello, annoiato, risponde: “vabbè, che problema c’è: ce lo scriviamo sopra”.

 

Senza appello il commento di Luca Bottura:

 

Cui risponde il collega della Stampa, Gigi Padovani, con un laconico:

 

Da Radio24 Valentina Furlanetto dice la sua con una ironia agrodolce:

 

La vicedirettrice del Diario del lavoro Nunzia Penelope dettaglia:

 

Dalle colonne del Sole Manuela Perrone fa notare che anche la vignetta veicola messaggi stantii:

 

Tra catastrofismo e realismo Gaetano Càfici:

 

A cui fa il paio l’intervento di Maria Lombardi:

 

COSA DICE LA FIEG

Se gli addetti ai lavori, piluccando qua e là su Twitter, sembrano bocciare su tutta la linea la campagna di comunicazione voluta dalla Fieg, elaborata da 24 consulting digital solution e patrocinata da Pubblicità Progresso, di tutt’altro avviso è, naturalmente, la Federazione.

 

“La campagna – sottolinea il Presidente Fieg Andrea Riffeser Monti – riguarda temi di assoluto rilievo sociale per i cittadini e per il loro diritto ad essere informati; la prima della Fieg che si avvale del patrocinio di Pubblicità Progresso con il coinvolgimento di televisioni, radio e web”.

 

Giovanni Barbesi, consigliere e cofounder di 24 consulting che ha seguito e coordinato il progetto (PM Andrea Piva) fa sapere che “il filmato – dal titolo “L’Avventura” – vuole portare l’attenzione anche dei più giovani (da qui il formato grafico scelto) sui pericoli di una cattiva informazione e sulle possibilità del lettore di averne una di livello qualitativamente elevato. Sia su carta che online“.

 

LA CLASSIFICA DEI QUOTIDIANI PER VENDITE

Intanto secondo gli ultimi dati disponibili la situazione in cui versa l’informazione stampata è questa (tra parentesi la differenza rispetto a un anno fa):

Corriere della Sera 177.539 (-4%)
Repubblica 100.595 (-14%)
Stampa 73.919 (-12%)
Sole 24 Ore 58.245 (-5%)
Resto del Carlino 56.876 (-12%)
Messaggero 49.110 (-5%)
Fatto 40.789 (-8%)
Nazione 37.860 (-10%)
Gazzettino 35.200 (-6%)
Dolomiten 28.956 (-8%)
Giornale 27.711 (-11%)
Messaggero Veneto 26.958 (-6%)
Verità 25.614 (-17%)
Altri giornali nazionali:
Libero 21.630 (+12%)
Avvenire 15.553 (-9%)
Manifesto 11.572 (-12%)
ItaliaOggi 8.419 (-11%)
(il Foglio e Domani non sono certificati da ADS).

Tra gli altri quotidiani locali le perdite maggiori sono quelle della Gazzetta di Parma (-13%), del Giornale di Brescia (-13%), della Nuova Sardegna (-13%), del Tempo di Roma (-14%) e del Tirreno (-11%).

(AvvenireManifestoLibero e ItaliaOggi sono tra i quotidiani che ricevono contributi pubblici diretti, che costituiscono naturalmente un vantaggio rispetto alle altre testate concorrenti).

Visti i numeri, forse la Federazione farebbe bene a smetterla di demonizzare il web (siamo nel 2023), tessendo invece strategie con le testate online per riportare la gente anche nelle edicole (o alle poche che sopravvivono: secondo gli ultimi dati dello Snag, il sindacato nazionale autonomi giornalai aderente alla Confcommercio, nel 25% dei Comuni non se ne trova nemmeno più mezza in attività).

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