Fa mugugnare lo spot scelto dalla Fieg, la Federazione Italiana Editori Giornali, nel tentativo (nobile ma vano, visti i trend) di far vendere qualche copia in più alle testate di carta, da anni in un inesorabile e irrefrenabile declino. Perché il fine sarà anche quello giusto, ma il mezzo se non si è Macchiavelli non sempre lo giustifica.
LO SPOT DELLA FIEG FA FIGLI E FIGLIASTRI DELL’INFORMAZIONE
Per chi si fosse perso tale perla, si sostanzia in un omino che si reca all’edicola per comprare un quotidiano. Nulla da dire sulla vignetta. Qualcosa invece sul claim ce l’abbiamo: “Scegli l’informazione attendibile – tuffati nel quotidiano”.
Certo, su internet gira di tutto, bufale incluse. Ma è a sua volta una fake news far passare il messaggio che solo l’informazione su carta stampata – o comunque a pagamento – sia attendibile. I casi che dimostrano l’opposto, ovvero cantonate, lavori pedestri e svogliati, non si contano.
Anche perché potremmo pure pensare che se un lettore sborsa per pagare avrà in cambio un servizio migliore, ma qualcuno si è mai chiesto quanto sborsano gli editori della carta stampata per pagare i collaboratori? Nella maggior parte poco, se non pochissimo. E chi sborsa poco/pochissimo non potrà pretendere qualità.
IL MUGUGNO DEGLI ADDETTI AI LAVORI
Il via alle danze lo dà Dario Di Vico, firma del Corriere della sera, organizzando una sorta di consultazione pubblica su Twitter, la piattaforma preferita dai giornalisti.
La FIEG ha varato questa campagna . Come la trovate? pic.twitter.com/nScCV9VC9g
— dario di vico (@dariodivico) July 18, 2023
Risponde divertito Luciano Nobili (Italia Viva), che si concentra sul disegnino: “La cosa migliore è la scritta “edicola”. Immagino la scena col committente che dice al grafico: “mica si capisce tanto che è un’edicola”. E quello, annoiato, risponde: “vabbè, che problema c’è: ce lo scriviamo sopra”.
La cosa migliore è la scritta “edicola”.
Immagino la scena col committente che dice al grafico: “mica si capisce tanto che è un’edicola”.
E quello, annoiato, risponde: “vabbè, che problema c’è: ce lo scriviamo sopra”.— Luciano Nobili (@lucianonobili) July 18, 2023
Senza appello il commento di Luca Bottura:
È uno scherzo, dai.
— Luca Bottura (@bravimabasta) July 18, 2023
Cui risponde il collega della Stampa, Gigi Padovani, con un laconico:
Meglio che niente
— Gigi Padovani (@padovani_gigi) July 18, 2023
Da Radio24 Valentina Furlanetto dice la sua con una ironia agrodolce:
È meravigliosa. Per il 1984. Le edicole non esistono più
— Valentina Furlanetto (@valfurla) July 19, 2023
La vicedirettrice del Diario del lavoro Nunzia Penelope dettaglia:
Mah, che dire, l’edicola e’ rappresentata come una specie di antro, il giornalaio presumibilmente rannicchiato dentro tipo rifugio atomico. Il testo e’ ok, solo che “informazione attendibile”, come spiegava ieri Dataroom, sta diventando un concetto labilissimo.
— nunzia penelope (@nunziapenelope) July 18, 2023
Dalle colonne del Sole Manuela Perrone fa notare che anche la vignetta veicola messaggi stantii:
C’è solo l’omino incravattato oppure nella campagna si è pensato a raffigurare altri potenziali acquirenti, come donne e giovani?
— Manuela Perrone (@ManuelaPerrone) July 18, 2023
Tra catastrofismo e realismo Gaetano Càfici:
Peroriamo ancora la strada dell’autolesionismo in un settore, quello del cartaceo, sul quale si costruisce un messaggio ormai obsoleto. Cioè si tenta disperatamente di far sopravvivere la carta stampata con una campagna effimera. Tanto al massimo tra 5/6 anni la AI divorerà tutto
— Gaetano Càfici (@GaetanoCafici) July 18, 2023
A cui fa il paio l’intervento di Maria Lombardi:
Ma è una campagna per far chiudere prima del tempo le edicole e i giornali di carta? Perchè questo effetto avrà…..
— maria lombardi (@lombardima) July 18, 2023
COSA DICE LA FIEG
Se gli addetti ai lavori, piluccando qua e là su Twitter, sembrano bocciare su tutta la linea la campagna di comunicazione voluta dalla Fieg, elaborata da 24 consulting digital solution e patrocinata da Pubblicità Progresso, di tutt’altro avviso è, naturalmente, la Federazione.
Meglio non commentare 🤯😱🤬
— 🖋Roberto Scolla 🎙 (@RobertoScolla) July 18, 2023
“La campagna – sottolinea il Presidente Fieg Andrea Riffeser Monti – riguarda temi di assoluto rilievo sociale per i cittadini e per il loro diritto ad essere informati; la prima della Fieg che si avvale del patrocinio di Pubblicità Progresso con il coinvolgimento di televisioni, radio e web”.
Vecchia.
Ps. Attendibile secondo chi? https://t.co/qO0iwP8S3T— Camilla Conti (@petunianelsole) July 19, 2023
Giovanni Barbesi, consigliere e cofounder di 24 consulting che ha seguito e coordinato il progetto (PM Andrea Piva) fa sapere che “il filmato – dal titolo “L’Avventura” – vuole portare l’attenzione anche dei più giovani (da qui il formato grafico scelto) sui pericoli di una cattiva informazione e sulle possibilità del lettore di averne una di livello qualitativamente elevato. Sia su carta che online“.
Quindi secondo gli editori (come da pubblicità che vedo su Repubblica) l’informazione attendibile è solo quella che si trova in edicola? Quindi i giornali solo web no? Dunque, ad esempio, Start Magazine è inattendibile? La FIEG si è tuffata nel ridicolo. Notizia attendibile. pic.twitter.com/yEZRvoFO2z
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) July 17, 2023
LA CLASSIFICA DEI QUOTIDIANI PER VENDITE
Intanto secondo gli ultimi dati disponibili la situazione in cui versa l’informazione stampata è questa (tra parentesi la differenza rispetto a un anno fa):
Corriere della Sera 177.539 (-4%)
Repubblica 100.595 (-14%)
Stampa 73.919 (-12%)
Sole 24 Ore 58.245 (-5%)
Resto del Carlino 56.876 (-12%)
Messaggero 49.110 (-5%)
Fatto 40.789 (-8%)
Nazione 37.860 (-10%)
Gazzettino 35.200 (-6%)
Dolomiten 28.956 (-8%)
Giornale 27.711 (-11%)
Messaggero Veneto 26.958 (-6%)
Verità 25.614 (-17%)
Altri giornali nazionali:
Libero 21.630 (+12%)
Avvenire 15.553 (-9%)
Manifesto 11.572 (-12%)
ItaliaOggi 8.419 (-11%)
(il Foglio e Domani non sono certificati da ADS).
Tra gli altri quotidiani locali le perdite maggiori sono quelle della Gazzetta di Parma (-13%), del Giornale di Brescia (-13%), della Nuova Sardegna (-13%), del Tempo di Roma (-14%) e del Tirreno (-11%).
(Avvenire, Manifesto, Libero e ItaliaOggi sono tra i quotidiani che ricevono contributi pubblici diretti, che costituiscono naturalmente un vantaggio rispetto alle altre testate concorrenti).
Visti i numeri, forse la Federazione farebbe bene a smetterla di demonizzare il web (siamo nel 2023), tessendo invece strategie con le testate online per riportare la gente anche nelle edicole (o alle poche che sopravvivono: secondo gli ultimi dati dello Snag, il sindacato nazionale autonomi giornalai aderente alla Confcommercio, nel 25% dei Comuni non se ne trova nemmeno più mezza in attività).