Tutte le letterine di Bruxelles sui conti degli Stati
La Commissione può chiedere ulteriori informazioni entro sette giorni dalla presentazione dei bilanci nazionali. Come annota Bloomberg: le lettere segnano un passaggio standard nel processo di revisione dei bilanci nazionali.
Non c’è ottobre senza una lettera da Bruxelles con la richiesta di chiarimenti sulla manovra economica. E non è solo l’Italia a ricevere missive dalla Commissione europea. Risposte sono attese da Francia, Spagna, Portogallo e Belgio. Anche la Finlandia ne ha ricevuta una ai primi di ottobre a cui ha già replicato.
Lo dicono le norme dell’Unione europea: la Commissione può chiedere ulteriori informazioni entro sette giorni dalla presentazione dei bilanci nazionali. Come annota Bloomberg: le lettere segnano un passaggio standard nel processo di revisione dei bilanci nazionali. L’anno scorso la Commissione aveva scritto a sei Paesi.
Nella lettera al ministro delle Finanze francese Bruno Le Maire, ad esempio, la Commissione avverte del “rischio di non conformità”. Non dissimile la richiesta giunta a Roma, firmata da Pierre Moscovici, commissario uscente agli Affari economici, e Valdis Dombrovskis, vice presidente appena riconfermato.
Le perplessità – nota Repubblica – riguardano la riduzione del debito nel rispetto delle regole sui conti pubblici: “Il piano dell’Italia non è conforme ai parametri di riferimento per la riduzione del debito nel 2020”, si legge nel documento. La bozza prevede un peggioramento del deficit strutturale di 0,1% del Pil, “che manca il raccomandato aggiustamento strutturale di 0,6%”, e “un aumento della spesa dell’1,9%, che eccede la riduzione raccomandata di almeno lo 0,1%”. Il governo Conte risponderà entro mercoledì 23.
Le lettere arrivano proprio mentre la Commissione e altre istituzioni, tra cui la Bce e il Fmi, spingono i paesi europei a ridurre i loro livelli di debito. La Spagna ha registrato l’anno scorso il più grande deficit strutturale tra i paesi della zona Euro, circa il 3,2% del Pil (oltre 38 miliardi).
Fonti dell’Unione sottolineano ad Euractiv le differenze tra caso spagnolo e italiano, dato che Madrid ha un governo provvisorio: la Spagna tornerà alle urne il 10 novembre. Per questo, la lettera a Pedro Sánchez è descritta piuttosto come un segnale al prossimo governo. Situazione analoga per Belgio e Portogallo. La Spagna ha convenuto con Bruxelles di ridurre il disavanzo all’1,1% del Pil l’anno prossimo e di ridurre il disavanzo strutturale dello 0,65% del Pil (7,8 miliardi di euro).
(estratto dal Taccuino europeo a cura di Andrea Mainardi per Policy Maker)
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