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Tutte le contraddizioni delle Entrate sugli accertamenti fiscali. Parla Zanetti

L'audizione del direttore delle Entrate, Ruffini. L'annuncio sugli accertamenti. E il commento di Zanetti, tributarista ed ex viceministro alle Finanze

“L’amletico quesito è: se l’Agenzia delle Entrate voleva una moratoria di due anni delle notifiche degli accertamenti a favore dei contribuenti, perché si era fatta scrivere una proroga di due anni dei termini di accertamento a favore suo?”.

E’ la critica sotto forma di interrogativo che arriva da Enrico Zanetti, tributarista ed ex viceministro alle Finanze, commentando con Start Magazine l’audizione ieri in Parlamento del direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini.

L’Agenzia delle Entrate ieri fatto sapere di avere bloccato l’invio tra febbraio e marzo di 3 milioni di cartelle e 2,5 milioni di atti. Il direttore delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, parlando in audizione alla Camera, avverte che lo stop per gli accertamenti vale sicuramente fino a maggio, dopo di che senza la proroga di due anni per passare ai fatti, l’Agenzia “procederà a notificare 8,5 milioni di atti nei confronti dei contribuenti”, tra avvisi bonari, comunicazioni, lettere di compliance.

Da giugno scatterà “l’obbligo” di agire, andando a bussare alla porta dei cittadini, nel caso salti la norma inserita nel dl Cura Italia, mette in guardia l’Agenzia. Il direttore, guardando alla conversione in legge del decreto, ieri ha tenuto a precisare come la proroga biennale sui termini di decadenza dell’attività sia una disposizione a “tutela dei contribuenti”, mentre per l’Agenzia non ci sarebbero impedimenti tecnici per inviare milioni di notifiche entro la fine dell’anno.

L’Agenzia, ha sottolineato ieri, “è perfettamente in grado” di passare alle notifiche entro le scadenze. Questo senza contare che per l’anno ci sono altri 17 milioni di atti in capo alla Riscossione, di una fetta non trascurabile composta da cartelle. Insomma una valanga di avvisi da recapitare a partire dall’estate.

Hanno chiosato gli esperti fiscali di Eutekne.info: “L’Agenzia delle Entrate afferma che, se ci fosse stata la proroga biennale, i contribuenti sarebbero stati avvantaggiati, in quanto avrebbero potuto pagare con più calma (tesi già sostenuta nella circ. n. 8/2020, al punto 2.1). In poche parole: la proroga biennale dei termini sarebbe norma a vantaggio dei contribuenti, non degli uffici che, ha sottolineato Ruffini, sono “perfettamente in grado” di notificare tutti gli atti in scadenza”.

Affermazioni che continuano a suscitare perplessità, secondo i tributaristi: “Innanzitutto, è vero che notificati gli atti scatta, dopo sessanta giorni o spirato il termine per il ricorso, l’obbligo di pagare. Ma è del pari vero che si ricorre si paga solo il terzo delle imposte, che se si tratta di atti reclamabili (del valore sino a 50.000 euro) il pagamento del terzo è sospeso per ulteriori novanta giorni, che se si presta acquiescenza ci sono dilazioni normativamente previste e che, comunque, in caso di ricorso il contribuente può chiedere, e anche ottenere, la sospensione dell’atto impugnato. Sospensione che, riguardo all’impossibilità di pagare, ben può essere richiesta facendo riferimento allo stato di crisi causato dall’emergenza da coronavirus”.

Ma c’è di più, fa notare l’ex viceministro alle Finanze a Start: “Se questo è l’intento degli uffici, perché creare nuove norme, peraltro di difficile applicazione, e non utilizzare quelle che già ci sono? L’Agenzia delle Entrate sembra non tenere conto del fatto che è possibile sospendere i pagamenti in ragione di diverse disposizioni. C’è l’art.9 della L. 212/2000 (Statuto dei diritti del contribuente), che, mediante decreto ministeriale, consente la sospensione per forza maggiore”.

C’è l’art. 39 del Dpr 602/73, che consente la sospensione sino alla sentenza di primo grado. C’è l’art. 2-quarter del Dl 564/94, che attribuisce agli uffici un generale potere di sospensione dei propri atti. “Se l’obiettivo è quello di agevolare i contribuenti, vi è una vasta gamma di soluzioni, che non richiedono una proroga biennale dei termini di decadenza, termini che, se non vengono rispettati, determinano la nullità dell’atto”. Conclude Eutekne: “Anche se Ruffini nell’audizione di ieri si esprime in senso contrario, resta il dubbio che la proroga biennale vada più a favore dell’Agenzia che dei contribuenti, se non addirittura solo a favore dell’Agenzia”.

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