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Chip, così Trump e Biden affossano Tsmc, Asml e Nvidia

Le dichiarazioni di Trump e le nuove politiche di Biden hanno creato scompiglio nell'industria dei microchip: la Casa Bianca potrebbe imporre nuove restrizioni al commercio con la Cina, mentre l'ex-presidente dice che Taiwan deve pagarsi la difesa. Ecco le conseguenze in borsa su Tsmc, Asml, Nvidia e non solo.

Donald Trump, il candidato del Partito repubblicano alle elezioni presidenziali statunitensi, pensa che Taiwan debba pagarsi la difesa dalla Cina, che considera l’isola una parte del suo territorio pur non avendola mai governata. Joe Biden, l’attuale presidente degli Stati Uniti, potrebbe a breve imporre nuove e più pesanti restrizioni al commercio di microchip e macchinari con la Cina, alle quali dovranno sottostare tutte le aziende che utilizzano tecnologie americane. Considerato che Taiwan è uno dei principali centri globali della manifattura di semiconduttori – vi ha sede TSMC, l’azienda più importante del settore -, le due notizie hanno provocato mercoledì il crollo in borsa di parecchie società che si occupano di circuiti integrati.

LE PERDITE SUGLI INDICI NASDAQ E S&P 500

L’indice Nasdaq Composite ha perso il 2,8 per cento, il risultato peggiore dal dicembre 2022, e l’indice S&P 500 è calato dell’1,4 per cento: entrambi hanno al loro interno una quota molto rilevante di titoli legati all’industria tecnologica. Come ha spiegato al Financial Times l’analista Dan Coatsworth, “gli investitori si sono abituati alle buone notizie provenienti di continuo dai titoli tecnologici, quindi la minima negatività ha colto di sorpresa le persone e ha scatenato il panico sui mercati”.

COME VANNO NVIDIA, AMD, ASML, TSMC E NON SOLO

Le aziende che hanno sofferto di più in borsa sono state, come accennato, quelle che si occupano di chip. La statunitense NVIDIA – la cui capitalizzazione è cresciuta moltissimo nel giro di un anno, e oggi si attesta sui 3000 miliardi di dollari – ha perso il 6,6 per cento; Advanced Micro Devices, anch’essa americana, il 10,2 per cento. In Europa, l’olandese ASML – che non ha rivali nella costruzione di alcuni macchinari avanzati per la litografia, e che per questo accuserà particolarmente le nuove restrizioni della Casa Bianca – è crollata dell’11 per cento, segnando il suo risultato peggiore dal 2020. In Giappone, Tokyo Electron – che opera grossomodo nello stesso settore di ASML – ha perso quasi il 7,5 per cento. A Taiwan, TSMC è calata del 2,4 per cento; negli Stati Uniti, le azioni della compagnia sono precipitate dell’8 per cento.

In una giornata le azioni sull’indice Philadelphia Semiconductor, nel quale sono presenti NVIDIA, TSMC e Intel, hanno perso valore per 496 miliardi di dollari.

Secondo Ajay Rajadhyaksha di Barclays, l’andamento del mercato è lo specchio della maggiore attenzione data dagli investitori al rischio politico e dell’aumento delle probabilità di vittoria di Trump alle elezioni presidenziali americane.

INTEL E GLOBALFOUNDRIES CRESCONO

Il Financial Times fa notare come non tutte le aziende di semiconduttori siano andate male in borsa. Quelle con una forte presenza manifatturiera negli Stati Uniti, per esempio, hanno registrato guadagni notevoli: la newyorkese GlobalFoundries, ad esempio, è cresciuta di quasi il 7 per cento, la californiana Intel fino all’8 per cento.

L’ECCITAMENTO PER L’IA STA SVANENDO?

Al di là delle preoccupazioni di tipo geopolitico, legate alla competizione tra Stati Uniti e Cina, il calo dei titoli dei semiconduttori si lega forse anche alle preoccupazioni degli investitori sui ritorni dei (corposi) investimenti nell’intelligenza artificiale fatti dalle grandi compagnie tecnologiche.

L’amministratore delegato di ASML, Christophe Fouquet, pensa che l’intelligenza artificiale sarà uno dei motori della ripresa dell’industria dei chip nel 2025; tuttavia, pensa che ci sia “molta incertezza” sui tempi e sui modi di questa ripresa.

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