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Tod's Tabor

Tod’s, tutte le scarpate del fondo americano Tabor a Della Valle

L'hedge fund Tabor critica (di nuovo) le mosse del gruppo Tod's, guidato da Diego Della Valle e proprietario dei marchi Tod's, Roger Vivier, Hogan e Fay. Ecco perché, cosa era successo in precedenza e come è cambiato il settore del lusso

 

Tod’s sta svendendo le sue azioni? Per il fondo americano Tabor Asset Management, che detiene l’1,1% delle azioni ordinarie del gruppo, sì.

L’investitore ritiene infatti che, nell’ambito dell’offerta pubblica di acquisto (Opa) sulla totalità delle azioni della società quotata su Euronext Milan e guidata da Diego Della Valle, il valore per azione dovrebbe essere almeno doppio.

Tabor aveva già messo in discussione il primo tentativo di Opa dell’autunno 2022.

L’ULTIMA OPA DI TOD’S

L’Opa volontaria totalitaria sulle azioni Tod’s, annunciata il 10 febbraio e avviata il 22 marzo scorso da Crown BidCo (per il fondo L Catterton), terminerà l’8 maggio 2024. A ieri, secondo quanto riferito da Teleborsa, sono state presentate 3.666 richieste di adesione, “pertanto, complessivamente le richieste di adesione sono a quota 4.766, pari allo 0,051% dell’offerta”.

Borsa Italiana ricorda inoltre che le azioni ordinarie Tod’s acquistate sul mercato nei giorni 7 e 8 maggio 2024 non potranno essere apportate in adesione all’offerta.

COSA NON PIACE A TABOR

Tabor, però, fondo con sede a New York che possiede l’1,1% delle azioni ordinarie del gruppo Tod’s, si è (di nuovo) scagliato contro l’operazione. E l’ha fatto con una lettera il cui oggetto è: “A fair deal for ALL Tod’s shareholders”, ovvero “Un’operazione giusta per TUTTI gli azionisti di Tod’s”.

Nella missiva si chiede “al consiglio di amministrazione di Tod’s di proteggere gli investitori di minoranza e a Crown BidCo di migliorare i termini dell’offerta, anche aumentando il prezzo”. La critica riguarda il prezzo di offerta per azione ordinaria di 43 euro che, per Tabor, dovrebbe invece essere almeno il doppio, se non di più. La sua proposta infatti va dagli 82 ai 102 euro.

Il fondo invita poi “gli azionisti a riconsiderare la possibilità di aderire all’offerta al prezzo attuale” poiché “sottovaluta Tod’s e i singoli marchi del gruppo”, ovvero Tod’s, Roger Vivier, Hogan e Fay.

IL PARAGONE COL PRECEDENTE

“Così come nel caso del fallimento dell’Opa 2022 di DeVa finance, un gruppo insider di proprietari di maggioranza, che include l’amministratore delegato e presidente Diego Della Valle, sta lavorando con Lvmh e i suoi alleati, agendo indirettamente attraverso Crown BidCo, per trarre vantaggio dall’attuale contesto macroeconomico che sta mettendo sotto pressione i prezzi delle azioni delle società in tutto il settore del lusso, offrendo agli azionisti di minoranza poca scelta se non quella di partecipare a un’operazione dal prezzo inadeguato”, si legge nella lettera.

Il riferimento è all’Opa lanciata da DeVa Finance nell’agosto 2022 e poi ritirata nel dicembre dello stesso anno per l’insufficiente adesione. Durante quel tentativo, il prezzo offerto era di 40 euro e, per gli stessi motivi di oggi, Tabor si era opposto.

COSA È CAMBIATO

Tuttavia, il contesto dell’offerta pubblica di oggi “è notevolmente diverso da quello di due anni fa”, osserva Affari Italiani. E non solo per il prezzo offerto, salito da 40 a 43 euro.

“Mentre in passato c’era una grande quantità di azioni disponibili sul mercato, ora la disponibilità è molto limitata – afferma l’articolo -. Il fondo L Catterton, in collaborazione con la famiglia della Valle che ha promosso l’offerta pubblica di acquisto, ha infatti acquistato una percentuale significativa del capitale della Tod’s nelle scorse settimane, raggiungendo già circa l’8% del capitale rispetto all’annuncio dell’operazione avvenuto a metà febbraio”.

Inoltre, fa notare Affari italiani, “in conformità con gli accordi precedentemente stabiliti, la famiglia Della Valle (che possiede il 64,5% del gruppo) ha dichiarato di non voler partecipare all’offerta pubblica di acquisto con oltre il 54% delle azioni. Allo stesso modo, Delphine del gruppo Lvmh di Bernard Arnault, già azionista di minoranza della Tod’s, manterrà la sua quota del 10%, confermando il suo impegno a sostenere la famiglia italiana”.

Il Sole 24 Ore sottolinea come il contesto sia cambiato: “Ricordiamo infine che l’Opa a 43 euro indica una valutazione complessiva pari a 27 volte l’utile 2023 del gruppo Tod’s e 1,32 volte il patrimonio netto contabile. Se è vero che i multipli del lusso sono stati anche (molto) maggiori, è altrettanto vero – checché ne scriva Tabor – che l’attuale scenario macroeconomico e del settore stesso, sia di grande, difficilmente misurabile, incertezza”.

Basti pensare al recente tonfo di Kering provocato da Gucci, che si è trascinato dietro anche gli altri big del lusso.

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