skip to Main Content

Mediaset

Tim, Vivendi e Mediaset fra Berlusconi e il governo M5S-Lega

C’è anche il dossier Tim-Vivendi nei pour parler politici che hanno convinto Silvio Berlusconi a dare il via libera al governo M5S-Lega? E’ la domanda che si bisbiglia nei palazzi non solo romani a cavallo tra politica, economia e finanza. Berlusconi è solo attento alla sua “roba”, ha ripetuto ieri sera Massimo Cacciari in tv…

C’è anche il dossier Tim-Vivendi nei pour parler politici che hanno convinto Silvio Berlusconi a dare il via libera al governo M5S-Lega? E’ la domanda che si bisbiglia nei palazzi non solo romani a cavallo tra politica, economia e finanza.

Berlusconi è solo attento alla sua “roba”, ha ripetuto ieri sera Massimo Cacciari in tv a Otto e Mezzo su La 7 commentando le ultime evoluzioni sul cantiere del prossimo governo. Ma qual è la roba? Mediaset?

E da dove nasce “l’astensione benevola” all’esecutivo grillino-leghista annunciata da Forza Italia? Meglio comunque avere voce in capitolo in un governo in cui non si è però dominus, si dice tra gli azzurri.

La voce in capitolo riguarda anche il futuro di Tim dopo la vittoria di Elliott e le prossime mosse di Vivendi.

L’ultima assemblea dei soci di Tim ha decretato la vittoria del fondo americano Elliott sostenuto in maniera decisiva dalla Cassa depositi e prestiti. Una sortita, quella di Cdp, che ha destato le ire di Vivendi. Ma c’è chi fa notare come per i francesi non tutto quello che è avvenuto ha risvolti negativi.

Non a caso subito dopo l’esito dell’assemblea dell’ex Telecom Italia – si fa notare – Vivendi ha comunicato urbi et orbi di non avere più la direzione e il coordinamento di Tim. Un modo per ricordare che così tutti i lacci, i lacciuoli e le beghe legali e normative – fra Antitrust e golden power – sono ormai superati.

Non solo: adesso Vivendi ha le mani più libere. Ovvero: se prima la sua partecipazione in Tim era di fatto invendibile, o meglio il prezzo in una potenziale trattativa sarebbe stato dettato dall’acquirente e non dal venditore, ora lo scenario è cambiato di 180 gradi: è Vivendi a poter fare il prezzo.

E con un’eventuale uscita da Tim a un prezzo congruo, magari salito anche grazie all’arrivo di Elliott (che guarda caso ha confermato l’ad, Amos Genish, voluto e nominato all’epoca da Vivendi), gli sguardi del gruppo di Vincent Bolloré potranno rivolgersi su Mediaset. Fanta-finanza industriale? Chissà.

Gli analisti di Mediobanca Securities, commentando il ribaltone in Tim, hanno scritto in un report che ora “un accordo tra Mediaset e Vivendi potrebbe arrivare presto, i toni attenuati potrebbero anche accelerare i colloqui da quella parte, aprendo la strada a una potenziale integrazione verticale”. E oggi Tim e Mediaset hanno annunciato un accordo sui contenuti tv.

Meglio dunque monitorare questi eventuali passi anche con un piede, o un orecchio, a Palazzo Chigi invece che dall’opposizione.

Back To Top