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Tim

Cosa succede ai conti di Tim

Tutti i dettagli sulla relazione semestrale di Tim.

 

Non brillano particolarmente i conti di Tim, anche se i vertici sottolineano la novità positiva del ritorno della crescita sul mercato domestico nell’ultimo trimestre. Ecco fatti e numeri che emergono dalla relazione semestrale del gruppo Tim e dalle parole del capo azienda Pietro Labriola (nella foto).

ECCO LA SEMESTRALE DI TIM

Tim chiude in rosso i primi sei mesi dell’anno ma dopo cinque anni tornano a crescere ricavi e margini domestici: è questa la sintesi del Corriere della sera. Ieri infatti il board di Tim presieduto da Salvatore Rossi ha approvato i conti dei primi sei mesi chiusi con ricavi in aumento a 7,8 miliardi, un Ebitda di 3,1 miliardi (+4,7%) e 813 milioni di perdita, quasi il doppio del primo semestre 2022 ma nell’ultimo trimestre il rosso si è ridotto a 124 milioni.

COSA SUCCEDE ALL’INDEBITAMENTO

L’indebitamento finanziario netto è in aumento a 26,2 miliardi di euro (20,8 miliardi after lease). Il margine di liquidità è di 9,3 miliardi di euro e «copre le scadenze del debito fino a tutto il 2025», spiega una nota di Tim che ricorda come «il gruppo da inizio anno ha chiuso con successo diverse iniziative di rifinanziamento, in condizioni di mercato senza precedenti, raccogliendo 3,3 miliardi di euro».

OK IL MERCATO DOMESTINO

Dai numeri del semestre emerge, come accennato all’inizio, il ritorno della crescita sul mercato domestico nell’ultimo trimestre, con ricavi pari a 2,9 miliardi (+0,6%) e un Ebitda a 1,1 miliardi in aumento dello 0,5% dopo 21 mesi in calo. A trainare i risultati è stata in particolare la business unit Enterprise, con un giro d’affari in crescita dell’1,1% mentre la business unit Consumer ha registrato un calo del 6%. Bene il Brasile che ha contribuito con ricavi per 1,1 miliardi di euro e margini in crescita del 17,3%.

CHE COSA HA DETTO LABRIOLA (TIM)

“Dipende tutto da noi, io sono ottimista e quindi le rispondo che potremo avere un ruolo da cacciatore. Di certo la Tim dei servizi che abbiamo in mente potrà giocare da protagonista, sia sul fronte consumer che enterprise. E anche Tim Brasil potrebbe valutare un’espansione”. Così Pietro Labriola, amministratore delegato di Tim, in una intervista a Il Sole 24 Ore all’indomani dell’approvazione dei conti semestrali del gruppo delle telecomunicazioni, parlando del futuro del mercato italiano dove l’auspicio è quello di passare “da cinque a tre operatori” e di avere una Tim protagonista.

Il primo passo per il rilancio è il piano di riorganizzazione degli asset, dice il manager intervistato dal direttore Fabio Tamburini, con la separazione della rete infrastrutturale: “La separazione è un passaggio indispensabile per rimettere le Telco al centro della digitalizzazione del sistema economico. Se va in porto, sarà una delle operazioni industriali italiane più importanti dell’attualità, sarà il trampolino di lancio per dare forza ai servizi di telecomunicazioni e sviluppare le infrastrutture”.

Sull’operazione della rete, Labriola aggiunge: “Al momento le nostre trattative sono solamente con Kkr, ma ci sono diversi attori istituzionali che hanno espresso interesse e le indiscrezioni di stampa ne tirano in ballo anche altri. Cdp e l’australiana Macquarie hanno partecipato al processo competitivo per NetCo, dimostrando molto interesse. Se l’operazione con Kkr dovesse andare in porto, nulla vieta che in seguito possano esserci dei colloqui tra loro”.

Infine il ceo di Tim si sofferma sui risultati del secondo trimestre, che hanno visto un recupero dopo cinque anni dei ricavi in Italia, e sulle prospettive di fine anno: “Per la prima volta dopo 21 trimestri salgono ricavi e marginalità a livello domestico. Se porteremo a casa i risultati previsti nel 2023, e siamo sulla buona strada, saremo il primo management di Tim in 12 anni ad avere centrato la guidance, le previsioni, per due anni consecutivi”.

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