Il gruppo industriale tedesco Thyssenkrupp, attivo principalmente nella lavorazione dell’acciaio ma anche nella produzione di treni e navi, sta valutando di cedere una quota di maggioranza della sua unità dedicata ai sistemi marini alla società statunitense di gestione patrimoniale Carlyle. Lo ha annunciato Thyssenkrupp stessa oggi, con un comunicato.
L’unità oggetto della potenziale vendita è Marine Systems, specializzata nella costruzione di imbarcazioni, sottomarini ed elettronica navale, con un valore compreso tra gli 1,2 e gli 1,6 miliardi di euro, stando alle fonti di Reuters. Quelle di Bloomberg parlano di una valutazione sugli 1,5 miliardi.
IL PROBLEMA DI MARINE SYSTEMS
La decisione di Thyssenkrupp di vendere una quota del 25 per cento circa di Marine Systems è dovuta principalmente agli oneri connessi alla fornitura di garanzie miliardarie ai suoi clienti.
Secondo la banca tedesca Baader, la cessione dell’unità è positiva per Thyssenkrupp, ma andrà gestita con attenzione. Ad oggi, infatti, alcuni investitori rinunciano a mettere i loro soldi in Thyssenkrupp proprio per via di Marine Systems, che opera in un settore sensibile – la difesa – e che è esposta alla volatilità dei pagamenti anticipati e alle elevate garanzie per gli ordini.
L’OPZIONE STATALE
La vendita a Carlyle, comunque, non è l’unica opzione vagliata da Thyssenkrupp: sono in corso delle trattative con il governo tedesco per una partecipazione statale in Marine Systems. La banca pubblica KfW (l’equivalente tedesca di Cassa depositi e prestiti, semplificando) sta valutando l’acquisizione di una quota.
Secondo le fonti di Bloomberg, il governo di Olaf Scholz è orientato verso l’investimento in Marine Systems per garantire una presenza statale in un settore rilevante per la sicurezza nazionale.
COSA PENSANO I SINDACATI DELL’AFFARE THYSSENKRUPP-CARLYLE
La IG Metall, il sindacato tedesco dei metalmeccanici, ha mostrato apertura all’operazione Thyssenkrupp-Carlyle su Marine Systems – così come le trattative tra Thyssenkrupp e il governo -, specificando però che la nuova proprietà dovrà mantenere gli stabilimenti e i livelli occupazionali