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Alluminio

Tutte le conseguenze delle sanzioni Usa all’alluminio russo. La Cina festeggia?

Gli Stati Uniti valutano sanzioni o restrizioni sull'alluminio russo. Come reagirà il mercato? La Cina sostituirà la Russia? Tutti i dettagli.

Gli Stati Uniti potrebbero imporre sanzioni o restrizioni di altro tipo sull’alluminio prodotto in Russia, come  forma di ritorsione economica per l’invasione dell’Ucraina.

L’amministrazione di Joe Biden, infatti, sta valutando diverse opzioni: sanzioni su Rusal, la maggiore produttrice russa del metallo; un divieto di importazione; dazi punitivi sulle forniture russe.

LE RIPERCUSSIONI SUL MERCATO

Dopo la Cina, la Russia è il paese che produce più alluminio al mondo. Per questo, qualora gli Stati Uniti dovessero effettivamente metterne al bando le forniture, il mercato potrebbe subire un forte scossone: non è detto, infatti, che i produttori cinesi riescano a compensare i volumi russi “espulsi”.

In una nota, la banca Goldman Sachs ha dichiarato che “in uno scenario di sanzioni sull’alluminio russo, il mercato occidentale dell’alluminio sarebbe esposto a una stretta estrema” dell’offerta. I prezzi, di conseguenza, salirebbero molto.

COME VANNO I PREZZI DELL’ALLUMINIO

A marzo, subito dopo l’invasione dell’Ucraina, i prezzi dell’alluminio sono cresciuti fino a toccare un valore record. Poi però sono calati, per due ragioni principali: perché la Russia ha continuato a esportare il metallo sui mercati, e perché la crisi europea dei prezzi dell’energia ha portato le fabbriche a sospendere le attività.

Le notizie sulle intenzioni della Casa Bianca hanno fatto salire oggi i prezzi dell’alluminio sulla London Metal Exchange (la principale borsa dei metalli) dell’1,9 per cento, a 2348 dollari alla tonnellata. Le azioni di Rusal alla borsa di Hong Kong hanno perso fino all’8,1 per cento.

L’ALLUMINIO RUSSO ANDRÀ IN CINA E IN INDIA?

Chaos Ternary, un istituto di ricerca con sede a Shanghai, ha scritto in una nota – riportata da Bloomberg – che “lo scenario peggiore è che l’Europa e gli Stati Uniti blocchino l’alluminio russo. L’alluminio russo bloccato”, nel senso di impossibilitato ad accedere ai mercati americano ed europeo, “si riverserà molto probabilmente in Cina, India e altrove, seguito dalle esportazioni cinesi di prodotti di alluminio in Europa e negli Stati Uniti per colmare il divario”.

COSA FARÀ LA CINA

La Cina è sia la maggiore produttrice di alluminio al mondo, sia la maggiore consumatrice. Bloomberg spiega che le industrie cinesi potrebbero impiegare l’alluminio russo nei propri processi produttivi, acquistandolo a prezzi scontati, in modo da destinare il metallo di produzione domestica all’esportazione. La domanda cinese di alluminio, peraltro, è in calo.

I PRECEDENTI

Gli Stati Uniti avevano già imposto sanzioni su Rusal nel 2018, che vennero però rimosse nei primi mesi del 2019 per via dello sconvolgimento che causarono sul mercato.

I VOLUMI DEGLI ACQUISTI

Nel periodo marzo-giugno 2022, l’Unione europea ha importato dalla Russia in media 78.207 tonnellate al mese di alluminio, il 13 per cento in più rispetto allo stesso periodo del 2021. L’autorità del porto di Rotterdam, il più grande d’Europa, ha fatto sapere che i volumi di alluminio russo gestiti sono cresciuti dello 0,8 per cento nel primo semestre del 2022, e i carichi break bulk (quelli non spediti nei container) del 17,7 per cento.

Negli Stati Uniti, invece, la crescita in termini percentuali è stata più alta (+21 per cento), anche se le quantità mensili acquistate dalla Russia sono state inferiori (23.049 tonnellate). Le aziende siderurgiche americane non possono fare a meno dell’alluminio russo perché stanno già rinunciando a quello cinese.

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