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Acciaio Ucraina

Perché gli Stati Uniti liberano l’Ucraina dai dazi sull’acciaio

Gli Stati Uniti hanno rimosso i dazi sulle importazioni di acciaio dall'Ucraina, ma solo per un anno. Ecco le conseguenze della mossa per Kiev. Tutti i dettagli.

 

Da quando la Russia ha invaso l’Ucraina, gli Stati Uniti hanno mantenuto in vigore un dazio del 25 per cento sull’acciaio ucraino imposto dall’ex-presidente Donald Trump: una decisione “inspiegabile”, secondo QuartzLa tariffa in questione è stata rimossa il 9 maggio dalla nuova amministrazione di Joe Biden, ma per un anno soltanto.

QUANTO CONTA L’ACCIAIO DELL’UCRAINA PER GLI STATI UNITI

“Anche questo è inspiegabile”, prosegue il giornale americano, perché le importazioni di acciaio dall’Ucraina, infatti, non hanno mai rappresentato una minaccia all’industria siderurgica americana. Nel 2019, infatti, l’Ucraina ha esportato all’incirca 200mila tonnellate di acciaio negli Stati Uniti: è un volume minuscolo se paragonato ai 26,3 milioni di tonnellate di acciaio importate quello stesso anno dal paese. L’Ucraina, peraltro, non figura nemmeno nella lista dei dieci principali fornitori americani.

COSA HA FATTO L’AMMINISTRAZIONE BIDEN

L’amministrazione Biden ha già allentato i dazi sulle importazioni di acciaio dall’Unione europea e dal Giappone, ad esempio, grandi produttori nonché alleati statunitensi. L’America non avrebbe potuto ricavare somme rilevanti dai dazi sull’acciaio ucraino nemmeno quando l’output del paese era al massimo. E sono ricavi che comunque impallidiscono – scrive Quartz – se paragonati ai 33 miliardi di dollari di aiuti che Washington sta preparando per l’Ucraina per aiutarla a sconfiggere l’esercito russo.

LE DIFFICOLTÀ DELL’INDUSTRIA SIDERURGICA UCRAINA

La rimozione dei dazi darà un po’ di sollievo agli esportatori siderurgici ucraini, ma la mossa della Casa Bianca è perlopiù simbolica. I grandi impianti del paese – come la Ilich Steel, la Iron Works o la Azovstal – sono stati distrutti dai russi o messi in stato di assedio.

Anche se alcune acciaierie, come quella di ArcelorMittal, hanno continuato a produrre (pur a fatica) durante gli scontri, la maggior parte delle industrie ha sospeso le attività a fine febbraio, quando è iniziata l’invasione.

NUOVE VIE PER L’EXPORT

Un funzionario del dipartimento del Commercio ha detto al New York Times che l’Ucraina proverà a esportare il suo acciaio via rotaia, visto che le rotte marittime sono chiuse dalla flotta russa. Ma l’acciaio che verrà prodotto e che raggiungerà i mercati sarà comunque scarso, probabilmente, e il paese non riuscirà a sfruttare granché il periodo di sospensione del dazio americano.

PREVISIONI POSITIVE PER IL 2023, MA…

Il prossimo anno però – ammesso che la guerra sia terminata e la ricostruzione iniziata, e che i dazi statunitensi vengano rimossi – l’Ucraina potrebbe trarre benefici importanti dall’export siderurgico. È la tredicesima maggiore produttrice di acciaio al mondo, e nel periodo gennaio-novembre 2021 le esportazioni le hanno garantito ricavi per 12,6 miliardi di dollari; il settore del ferro e dell’acciaio dà lavoro a un ucraino su tredici.

IL DANNO DELLE BARRIERE AL COMMERCIO

La presenza però di barriere commerciali in diversi mercati, a cominciare da quello statunitense, potrebbero però costare all’Ucraina 3 miliardi di dollari in ricavi perduti, secondo una stima del think tank ucraino GMK Center.

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