Ci è mancato poco che ai funzionari governativi italiani, come pure ai burocrati bruxellesi, venisse un coccolone. La partecipata di stato italo-francese StMicroelectronics ha infatti appena annunciato la firma di un accordo con Sanan Optoelectronics, leader di mercato in semiconduttori compositi in Cina, per la creazione di una joint venture manifatturiera per dispositivi al carburo di silicio da 200 mm a Chongqing, in Cina. L’investimento cuba oltre 3 miliardi di euro.
PESSIMO TEMPISMO PER IL GOVERNO MELONI
Per il governo italiano, di sicuro, non poteva esserci tempistica peggiore, secondo gli americani. Giorgia Meloni è infatti impegnata nelle trattative con i cinesi per uscire dall’accordo sulla Via della Seta, e ha il fiato sul collo degli americani, che le chiedono anche di estromettere i cinesi dalle reti del gas e dell’elettricità italiane.
Anche quella vecchia volpe di Tronchetti Provera è partito all’assalto, e entro fine mese conta di indurre Palazzo Chigi a forzare un’uscita dei cinesi di SinoChem e Silk Road Fund dall’azionariato di Pirelli, mediante una complessa azione legale, lobbistica e mediatica, piena di amnesie e piroette.
IL VENTO CAMBIA ANCHE PER STMICROELECTRONICS
Come se non bastasse, è ancora fresca la memoria di quando i vertici di STM battevano cassa per chiedere aiuti di Stato (IPCIEI) per espandere il sito di Catania. All’epoca il mantra era questo: ci servono aiuti di Stato per produrre carburo di silicio a Catania e affrancarci così dall’Asia.
Il vento, verrebbe da dire, è cambiato molto in fretta: ora STM ha deciso di dare il carburo di silicio ai cinesi. In Cina.
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GLI AZIONISTI
I principali azionisti di STMicroelectronics sono:
- STMicroelectronics Holding NV – 27,5%
La holding è partecipata al 50 per cento dal ministero dell’Economia italiano e al 50 per cento da FT1C1, che fa capo alla banca francese Bpifrance - BlackRock – 4,6%
- DNCA Investments – 3%