St Microelectronics, l’Italia e il Giappone. Fatti, problemi e scenari
Si profila davvero una collaborazione sui microchip fra Italia e Giappone? E sarà il gruppo italo-francese St Microelectronics ad avere un ruolo secondo il governo Meloni con Tokyo? Rumor e incognite
Si apre un caso St Microelectronics?
“«L’Italia è pronta a collaborare con il Giappone», avrebbe assicurato Meloni a Kishida. Una delegazione governativa italiana arriverà a Tokyo il 24 maggio per incontrare il Ministero dell’Industria e le associazioni di categoria. L’obiettivo è porre le basi di una collaborazione tra il polo italiano e le aziende giapponesi”.
Questo brano di un articolo del Sole 24 Ore ha destato molto interesse misto a una certa sorpresa in ambienti diplomatici, non solo italiani, ma anche nipponici.
Qualche settimana fa, Bloomberg ha anche scritto che la delegazione parlamentare italiana in visita a Taiwan dava per imminenti accordi tra Roma e Taipei proprio sui semiconduttori.
Sia nell’uno che nell’altro caso, c’è un convitato di pietra. E’ St Microelectronics, di fatto il colosso di Stato italo-francese.
L’azionariato del colosso è articolato, ma la sintesi è la seguente: Il principale azionista di Stm è Stmicroelectronics Holding Nv con una quota del 28% circa. E il socio di riferimento è partecipato al 50% dal Ministero dell’Economia e delle Finanze italiano e al 50% da Bpifrance Participations (organo di gestione delle partecipazioni statali francesi controllato dalla Cassa depositi e prestiti francese).
Le alzate di sopracciglio in ambienti diplomatici superatlantici hanno un perché.
Il colosso St Microelectronics – secondo molti osservatori – è abbastanza esposto rispetto alla Cina, vive con preoccupazione l’inasprimento dei rapporti tra Occidente e Cina, e continua a stringere accordi con clienti cinesi.
L’ultima intesa è di pochi giorni fa, con la cinese Chery: il gruppo automobilistico cinese Chery Group ha infatti stretto un accordo di cooperazione strategica con STMicroelectronics.
“L’obbiettivo è una cooperazione tecnologica tesa alla fornitura di semiconduttori da parte del gruppo italo-francese al fine di migliorare le prestazione delle vetture del costruttore cinese che ha varato un piano di espansione verso l’Europa con i propri brand”, ha scritto il Sole 24 ore.
Fra i settori dei Servizi italiani più filo Usa e Giappone ci si chiede: è un buon affare mettere in campo St Microelectronics? E il ministero dell’Economia lo sa?
Appuntamento alle prossime puntate.
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