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Spread Recovery Fund

Spread, ecco quanto farà risparmiare Draghi all’Italia in spesa per interessi

Fatti, numeri e previsioni su spread e interessi con Draghi a Palazzo Chigi. L'analisi di Andrea Delitala, head of euro multi asset di Pictet 

 

La formazione di un governo a guida Draghi vale a nostro giudizio un restringimento dello spread di 20/25 punti base.

L’effetto annuncio e i progressi di ieri hanno già provocato una compressione di 15 punti base fra mercoledì e giovedì.

Un’ulteriore compressione di 20 punti base sarebbe possibile sui progetti presentati e approvati dalla Commissione Europea contestualmente a credibili riforme strutturali su Pubblica amministrazione, pensioni e giustizia presentate nei prossimi mesi.

Il differenziale contro bund potrebbe così comprimersi dai 100 punti base attuali a 70 punti base, non lontano da quello fra il bund e i Bonos spagnoli. Oltre ai risparmi sugli interessi già maturati in tutta la fase di discesa dei rendimenti a livello globale che ci consente di emettere oggi a tassi mediamente (tra BOT CCT e BTP ecc.) vicini a 0%, ben al di sotto del costo medio del nostro debito pregresso (ca 2,5%), un ulteriore restringimento dello spread di circa 50 punti base, vale ogni anno, un ulteriore risparmio quantificabile in circa 1,5 miliardi di euro.

I fondi che verranno trasferiti all’Italia a valere sul bilancio della Commissione europea, consentiranno ulteriori risparmi rispetto alla traiettoria del debito pubblico italiano, in quanto quei fondi rappresentano minori emissioni italiane e corrispondenti maggiori emissioni da parte dei Paesi ‘finanziatori’ (Germani, Francia, ecc.).

Il differenziale di rendimento dovrebbe dunque comprimersi ulteriormente negli anni di erogazione dei fondi RRF (fino al 2027).

Infine, se le riforme strutturali verranno realizzate efficacemente utilizzando i fondi del Recovery Fund producendo un sostanziale incremento della crescita potenziale dell’economia italiana, un’ulteriore restringimento dello spread è prevedibile passando attraverso il miglioramento del merito di credito del debito italiano da parte delle agenzie di rating. Insomma: un circolo virtuoso da non mancare.

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