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Spotify, altri rincari in arrivo?

Il colosso svedese dello streaming musicale, dopo i licenziamenti dello scorso dicembre che hanno colpito il 17% del personale e i rincari del 2023 presenta nuovi ritocchi dei listini: che succede in Spotify?

L’app europea che più di ogni altra si è scagliata contro la gestione dell’e-commerce di Apple sta per presentare un conto salato ai propri abbonati, almeno a quelli statunitensi. Come si legge su The Verge, Spotify già a partire da luglio, infatti, notificherà a tutti gli abbonati a Premium, Duo e Family negli Stati Uniti una nuova serie di rincari.

COSA SAPPIAMO SUI RINCARI DI SPOTIFY

I rincari minori verranno affrontati da coloro che hanno sottoscritto l’abbonamento Premium di Spotify: in questo caso si tratta infatti di un dollaro, con la cifra complessiva che passerà da 10,99 a 11,99 dollari.

Chi ha sottoscritto un abbonamento Duo dovrà invece sborsare due dollari in più, dato che il costo del servizio da 14,99 dollari diverrà 16,99 dollari al mese. Rincari maggiori per la sottoscrizione Family: in quel caso si arriverà a sborsare 19,99 dollari mentre finora Spotify ne chiedeva 16,99. Per il momento l’aggiornamento riguarda soltanto il mercato statunitense come si legge sul blog della società svedese.

La motivazione alla base del ritocco all’insù dei listini è piuttosto fumosa: “Per poter continuare a investire e innovare le caratteristiche dei nostri prodotti e offrire agli utenti la migliore esperienza – si legge – occasionalmente aggiorniamo i nostri prezzi”. A fine anno l’azienda aveva licenziato il 17% del proprio personale, dopo aver spedito a casa il 6% dell’organico a gennaio.

LA DISAVVENTURA DI CAR THING

Non è dato sapere se su tale decisione impopolare abbia influito la disavventura legata al device Spotify noto (o meglio, ignoto ai più) come Car Thing, l’accessorio da incollare al cruscotto delle auto prive di computer di bordo (senza cioè Android Auto o Apple CarPlay) la cui produzione è stata bruscamente interrotta appena cinque mesi dopo il lancio mentre la disattivazione del servizio a quattro-ruote avverrà a partire dal 4 dicembre 2024.

Il device ha avuto vita breve ma lo strascico economico per Spotify sembra lungo. Oltre al mancato guadagno, infatti, l’ex startup guidata da Daniel Ek si è impegnata a risarcire quei pochi che lo hanno acquistato.

In un primo momento il Gruppo svedese aveva fatto spallucce, ma una class action newyorkese ha spinto Spotify a cambiare musica, sebbene su Reddit molti utenti lamentino che per ottenere parte di ciò che si ha speso occorra presentare, a distanza di anni, lo scontrino e che il pagamento sia comunque dilazionato in più rate.

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