In Spagna banche in subbuglio.
Stando alle fonti del Financial Times, in Spagna le principali banche vogliono fare ricorso contro la tassa sugli extraprofitti imposta dal governo una volta che avranno effettuato il primo pagamento, previsto nelle prossime settimane.
LA TASSA SUGLI EXTRAPROFITTI DELLE BANCHE
La tassa è stata proposta la scorsa estate dal presidente del governo spagnolo, nonché segretario del Partito socialista operaio, Pedro Sánchez, con l’obiettivo di raccogliere 3 miliardi di euro da destinare a misure di contenimento dei prezzi dell’energia per i consumatori.
La tassa consiste in un’imposta del 4,8 per cento per due anni sulle entrate delle banche derivanti dagli interessi e dalle commissioni. Secondo Madrid, l’aumento dei tassi di interesse ha permesso agli istituti di credito di ottenere profitti straordinari: “extraprofitti”, appunto.
L’IMPATTO SULLE AZIONI
Dopo aver pagato la prima rata della tassa, entro il 20 febbraio, le istituzioni finanziarie spagnole contesteranno la misura davanti alle autorità fiscali. “Dobbiamo farlo nell’interesse dei nostri azionisti”, ha detto al Financial Times un anonimo dirigente di alto livello di una delle principali banche spagnole.
L’annuncio della tassa da parte del governo ha infatti causato un calo notevole dei titoli degli istituti di credito. Le azioni di CaixaBank, Bankinter e Sabadell hanno perso oltre il 10 per cento; mentre quelle di Santander e BBVA – le due più grandi per capitalizzazione di mercato, ma molto attive anche fuori dalla Spagna – quasi il 4 per cento.
LE BANCHE CHE FARANNO CAUSA
Bankinter e ABANCA hanno dichiarato ufficialmente che presenteranno un ricorso contro la tassa. Santander e BBVA faranno lo stesso, stando alle fonti del quotidiano. Mentre Sabadell e CaixaBank non hanno ancora preso una decisione.
LE CRITICHE DELLA BCE E NON SOLO
La tassa spagnola sugli extraprofitti non è soltanto sgradita alle banche: è anche stata criticata dalla Banca centrale europea (BCE) perché potrebbe intaccare le posizioni patrimoniali degli istituti e perturbare la politica monetaria, oltre a essere di difficile applicazione.
L’Associazione bancaria spagnola sostiene che se gli istituti verranno obbligati a pagare tasse per 3 miliardi di euro, la loro capacità di credito subirà una diminuzione di 50 miliardi perché si andrà a ridurre la quantità di capitale regolamentare che possono detenere a fronte di tali prestiti.
LE OPZIONI PER LE BANCHE SPAGNOLE
Le banche spagnole hanno due opzioni davanti a loro.
La prima consiste nel presentare un ricorso alle autorità fiscali spagnole con l’obiettivo di recuperare le somme versate dopo il primo pagamento della tassa.
La seconda, opzione, invece, consiste nel fare ricorso alla corte suprema spagnola contro l’ordinanza ministeriale che stabilisce la tassa, e che verrà pubblicata a breve.
In entrambi i casi, le cause legali potrebbero durare anni e addirittura giungere davanti alla Corte di giustizia europea.