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Softbank

Perché l’utile di SoftBank si ammoscia

Nel secondo trimestre del 2021 l'utile netto di SoftBank è crollato del 39 per cento. Ecco numeri, cause e scenari.

Il conglomerato finanziario giapponese SoftBank ha annunciato oggi un calo del 39 per cento del suo utile netto nel secondo trimestre del 2021 (aprile-giugno) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Il risultato – l’utile è ammontato a 6,9 miliardi di dollari – si deve agli scarsi profitti derivati dalla vendita dei suoi asset e alla mancanza di offerte pubbliche iniziali di successo.

PRIMO CALO IN CINQUE SEMESTRI

Quello di aprile-giugno 2021 è il primo calo dell’utile di SoftBank in cinque semestri. La società investe principalmente nel settore tecnologico (ad esempio in Amazon o Paypal), che è fortemente influenzato dalle condizioni del mercato, scrive il quotidiano giapponese Nikkei Asia.

IL RECORD DI GENNAIO-MARZO E LA VENDITA DELLE AZIONI DI T-MOBILE

Nel primo trimestre del 2021, quello conclusosi a marzo, SoftBank aveva riportato un utile record di 4,99 trilioni di yen (circa 45,2 miliardi di dollari). Al risultato aveva contribuito la vendita delle azioni di T-Mobile, azienda tedesca di telefonia mobile del gruppo Deutsche Telekom, la più grande società di telecomunicazioni in Germania e in Europa.

COSA C’ENTRA LA CINA CON IL CALO DI SOFTBANK

Nel secondo trimestre del 2021 i profitti derivati dagli investimenti nei due Vision Fund di SoftBank – si tratta di fondi di investimento focalizzati sul settore tecnologico – sono diminuiti del 3 per cento rispetto all’anno precedente. Il motivo risiede principalmente nel calo del prezzo delle azioni di Coupang, società sudcoreana di e-commerce, solo parzialmente compensato dall’offerta pubblica iniziale di Didi Global negli Stati Uniti, a giugno.

Tuttavia, le azioni di Didi – che è cinese, e offre un servizio di veicoli con autista simile a Uber – sono poi crollate del 33 per cento a seguito delle restrizioni imposte dalle autorità cinesi nei suoi confronti per ragioni di trattamento dei dati degli utenti.

La stretta regolatoria di Pechino sulle proprie aziende tecnologiche ha creato incertezza sui mercati e impattato il portfolio cinese di SoftBank. Per esempio, le azioni di aziende cinesi quotate in America come Full Truck Alliance (logistica), KE Holdings (immobiliare) e OneConnect (fintech) hanno tutte perso oltre il 30 per cento del loro valore dall’inizio di luglio. La compagnia tecnologica cinese Alibaba, l’asset più importante di SoftBank, è calata del 14 per cento.

COME VANNO LE AZIONI DI SOFTBANK

Da luglio le azioni della stessa SoftBank sono diminuite del 13 per cento, andando peggio della media dell’indice Nikkei 225 (il più importante della borsa di Tokyo) e del NASDAQ (l’indice dei maggiori titoli tecnologici) alla borsa americana.

Il Nikkei Asia scrive che la pressione sul portfolio di SoftBank sta alimentando le ipotesi circa l’annuncio, da parte del presidente e amministratore delegato Masayoshi Son, di nuove misure di sostegno al prezzo delle azioni della società.

UNA NUOVA VENDITA DI ASSET?

Ad esempio, a marzo dell’anno scorso SoftBank annunciò la vendita di suoi asset per quasi 41 miliardi di dollari: parte del ricavato è stato utilizzato per ricomprare le proprie azioni e sostenerne il prezzo, che infatti dopo l’annuncio raggiunse livelli record.

In un rapporto pubblicato lunedì, la società statunitense di servizi finanziari Jefferies sostiene che il riacquisto delle azioni sia il motore primario della performance del prezzo delle azioni [di SoftBank] nel breve-medio termine”.

COSA STA FACENDO SOFTBANK

Finora, SoftBank non ha annunciato nuove misure di buyback e anzi sta aumentando il focus sul Vision Fund 2. Al 30 giugno risultava che il fondo avesse investito in 91 società, contro le 44 di fine aprile. Il Vision Fund 1 – più grande, e finanziato anche da fondi sovrani mediorientali – ha investito in 95 aziende.

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