Fatti e scenari su Ubs-Credit Suisse. Il commento di Fulvio Coltorti, già direttore dell’area studi di Mediobanca, tratto dal suo profilo Facebook
Grandi crisi bancarie.
Nel 2008/09 subimmo una devastante crisi finanziaria indotta da comportamenti scorretti delle banche internazionali. Si disse che quei problemi non avrebbero mai più dovuto presentarsi, ma nulla si fece per evitarlo.
Correttamente, Martin Wolf del Financial Times ragiona sul fatto che le banche di fatto forniscono un servizio pubblico, ma al tempo stesso i loro dirigenti sono incentivati a ricercare il profitto. Non esiste profitto senza rischio e non esiste rischio che possa escludere il fallimento.
O ci teniamo questo sistema, che produce instabilità e disoccupazione (sia diretta – si parla di un terzo dei dipendenti delle banche coinvolte – che indiretta, a seguito degli effetti delle turbolenze indotte dalle crisi), o riformiamo davvero le Grandi banche, quelle che producono le crisi a seguito di mala gestio.
Ora il governo svizzero risolve la crisi forzando Ubs ad acquisire – con soldi pubblici – il Credit Suisse le cui difficoltà erano note da molti anni. Per fare ciò devasta elementari regole del diritto e produce una cura peggiore del danno: il CS era una bomba innescata; aggregandolo ad UBS si produrrà una vera bomba atomica!
Come giustamente si disse nel 2009, le banche sono troppo grandi e debbono essere indotte a ridimensionarsi: solo così diventeranno più facilmente gestibili, più facilmente controllabili (vigilabili) e finalmente meno pericolose.
Per il resto una banca sta in piedi perché il pubblico ha fiducia in lei e nei suoi amministratori.