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Paolo Savona strapazza Bankitalia: stime “scandalo” sul Pil

Che cosa ha detto il ministro degli Affari europei Paolo Savona nel corso di un convegno sulle recenti previsioni del Pil elaborate dalla Banca d'Italia

“A seguito della previsione di crescita dello 0,6% di Bankitalia è tornata la fissazione, che considero una malattia mentale, che si debba fare una manovra correttiva, il che vuol dire ridurre gli investimenti, invece di farli”. Lo ha detto il ministro degli Affari europei Paolo Savona nel corso di un convegno, aggiungendo che la stima dello 0,6% “è inaccettabile” perché “esistono gli strumenti per fronteggiare” questa situazione.

LO SCANDALO PER PAOLO SAVONA

Intervenendo a un convegno sulle infrastrutture energetiche organizzato da Confindustria Energia, Savona è tornato – si legge in un lancio dell’Ansa – sullo “scandalo” delle stime della Banca d’Italia e ha sottolineato che “il futuro ce lo dobbiamo costruire noi”, quindi occorre “fare investimenti, che non sono un mio pallino, ma la variabile strategica del Paese”.

I RILIEVI SULLE STIME DELLA BANCA D’ITALIA

Infatti, ha aggiunto, la previsione di crescita dello 0,6% è uno scenario “in cui non si fanno investimenti”, mentre aumentandoli “dell’1% cresceremmo almeno dell’1% in dodici mesi”. A questo proposito, Savona si è augurato che il tema degli investimenti sia centrale “nelle prossime elezioni europee, nella composizione della futura commissione Ue e nella nomina al vertice della Bce”.

I NUOVI STRUMENTI DA SEGUIRE

Il ministro ha anche parlato di una delle materie di cui si è occupato per anni come docente universitario ed esponente di rilievo della Banca d’Italia: “Esistono strumenti nuovi che possono darci previsioni migliori rispetto agli attuali modelli econometrici”, ha detto il ministro degli Affari europei Paolo Savona nel corso di un convegno di Confindustria energia. Secondo Savona, infatti, “le previsioni econometriche appaiono come qualcosa che incombe nel Paese come un bicchiere mezzo vuoto”.

LA MORALE DI SAVONA

In sostanza, ha detto il ministro, 0,6 è una previsione fatta con strumenti obsoleti che non si possono prendere come un riferimento immutabile. Quale sarà lo sviluppo dipende dagli investimenti che il governo saprà attuare.

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