Tensioni in Saipem: i sindacati sballottano i vertici e il capo azienda Caio è dato in uscita.
Ecco tutti i dettagli che emergono dal “comunicato ai lavoratori”.
LE CRITICHE DEI SINDACATI AI VERTICI DI SAIPEM
La rappresentanza sindacale unitaria di Saipem, composta da Filctem-CGIL, Femca Cisl e UILTEC, ha criticato l’azienda per non averla informata dello slittamento di nove giorni della presentazione del nuovo piano strategico.
LA SITUAZIONE DI SAIPEM
Quello “vecchio” – diffuso soltanto il 28 ottobre scorso e rivolto al periodo 2022-2024, dai propositi ambiziosi – è infatti stato superato dalle comunicazioni sul bilancio civilistico del 2021, chiusosi con perdite superiori al terzo del capitale sociale e con ricavi ed EBITDA inferiori di 1 miliardo di euro rispetto all’outlook comunicato il 28 ottobre.
SLITTAMENTO AL 24 MARZO
Il nuovo piano strategico di Saipem avrebbe dovuto essere presentato il 15 marzo, ma è stato rimandato al 24.
LE CRITICHE DEI SINDACATI
La rappresentanza sindacale unitaria (RSU) ha criticato Saipem per non aver organizzato un incontro con i sindacati e informarli dello slittamento. “È solo l’ultimo esempio”, dichiara la RSU in un comunicato, “di scarsa considerazione che questa Azienda dimostra nei confronti dei Lavoratori e di coloro che li rappresentano”.
“Una volta esistevano delle Relazioni industriali/sindacali, all’interno delle quali ognuno faceva la propria parte, che prevedevano scontri anche a muso duro ma erano basate su un pilastro fondamentale: il rispetto reciproco. Poi qualcosa è cambiato, ci sono state riorganizzazioni (profumatamente remunerate verso i nostri straordinari consulenti), avvicendamenti, condizioni al contorno”.
GESTIONE “DESTABILIZZANTE”
I sindacati definiscono “destabilizzante e sempre fuori tempo” la gestione di Saipem degli ultimi tre anni – l’attuale amministratore delegato, Francesco Caio, ha assunto l’incarico nel 2021 – per via delle chiusure estive, del blocco degli avanzamenti di carriera “mentre al contempo si incrementava di indispensabili figure la classe dirigente”, del peggioramento delle condizioni dei contrattisti esteri e dei trasfertisti.
RIORGANIZZAZIONE “SENZA UN CAPO”
La RSU ha criticato anche le comunicazioni rivolte dall’azienda ai sindacati (“dobbiamo fare sacrifici perché la situazione è difficile…”) e lo scarto tra la Saipem illustrata nel piano industriale originale, “in discreta salute e assolutamente pronta ad affrontare le sfide del futuro”, e la Saipem del profit warning.
Anche la riorganizzazione della società è stata contestata, per via delle tempistiche molto lunghe che hanno lasciato i lavoratori “senza un Capo, senza una declaratoria di ufficio, senza una identità”.
CAIO È FUORI?
Nel comunicato la RSU, oltre a chiedere un “confronto serio e costruttivo” con i vertici dell’azienda, parlano dell’amministratore delegato Caio come “ex”: è un riferimento al suo commissariamento di fatto, visto l’ingresso in Saipem dei manager dei due maggiori azionisti (Eni e CDP Industria); oppure si tratta di una velata conferma delle voci di un’uscita di Caio?
Infatti, secondo indiscrezioni che circolano nei palazzi della politica romana, Caio starebbe negoziando un’uscita ben ricompensata dal gruppo.
LA SMENTITA DI SAIPEM
“In merito all’articolo da voi pubblicato in data odierna 17 marzo 2022 e dal titolo Tutte le sberle dei sindacati a Saipem e all’(ex?) ad Caio, Saipem smentisce categoricamente le indiscrezioni riportate secondo cui l’Amministratore Delegato, Francesco Caio, starebbe negoziando l’uscita dall’azienda”, scrive l’ufficio stampa del gruppo Saipem.
LA POSIZIONE DELLE RSU
“In quanto Rappresentanti dei Lavoratori di Saipem non abbiamo alcun interesse a danneggiare l’immagine della nostra azienda né di coloro che la gestiscono”, sottolinea a Startmag la Rsu, che in precedenza aveva addirittura chiesto la rimozione dell’articolo in questione.