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Sace, Ansaldo Energia, Cdp Immobiliare e la direttiva Conte. Tutte le novità sulle nomine in cantiere

Fatti, nomi, indiscrezioni e scenari

 

Cari ministri, prima di fare le nomine ai vertici delle società controllate o vigilate dai vostri dicasteri dovete consultarmi per avere il mio assenso.

E’ questo il messaggio contenuto tra l’altro nella direttiva, datata 20 agosto 2019, firmata dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.

La direttiva ricorda che in questi casi, dopo le dimissioni del premier, i ministri devono “attenersi rigorosamente” ad alcune “direttive circa lo svolgimento delle proprie funzioni dopo la crisi”.

E tra le funzioni indicate ci sono appunto le nomine in “enti, aziende, società dipendenti, vigilati o direttamente controllati”, scrive Conte.

Ecco il passaggio completo sulle nomine:

Potrà procedersi soltanto a nomine, designazioni e proposte strettamente necessarie perché vincolate nei tempi da leggi o regolamenti, ovvero derivanti da esigenze funzionali, non procrastinabili oltre i termini di soluzione della crisi, per assicurare pienezza e continuità all’azione amministrativa. Ogni nuova iniziativa in merito dovrà essere preventivamente sottoposta all’assenso del presidente del Consiglio al fine di assicurare uniformità di comportamenti. Ciascun ministro dovrà curare che enti, aziende e società dipendenti, vigilati o direttamente controllati, si attengano agli anzidetti criteri, anche per quanto riguarda le procedure. Il ministero dell’Economia e delle finanze eserciterà i diritti dell’azionista nelle società partecipate, previo assenso del presidente del Consiglio. Resta salva l’autonomia di soggetti disciplinati da statuti o regole privatistiche che li sottraggono a direttive e indirizzi del governo“.

Qual è il primo effetto della direttiva del presidente dimissionario? Un sostanziale commissariamento del ministro dell’Economia, Giovanni Tria.

Un effetto non troppo sgradito a M5S e Lega. I partiti della ex maggioranza di governo più volte – anche in tema di nomine – si sono scontrati con indicazioni e no di Tria.

Ma che cosa succederà la prossima settimana quando il consiglio di amministrazione di Cassa depositi e prestiti (controllata dal Tesoro) ha in calendario la decisione sui nuovi vertici di Sace e Cdp Immobiliare, controllate del gruppo Cdp?

Su Sace, la società che assicura le aziende che esportano, da mesi ci sono tensioni fra la struttura di Cdp guidata dall’ad, Fabrizio Palermo, e Alessandro Decio, capo azienda di Sace (qui le ultime indiscrezioni sui dissidi); tensioni che risalgono ai tempi di Claudio Costamagna e Fabio Gallia alla testa della Cassa.

Che cosa cambia con la lettera di Conte? C’è chi dice che Tria avrà meno voce in capitolo del passato visto che tutte le nomine devono avere il vaglio del premier dimissionario. Si vedrà.

Di certo è ritenuta improbabile la riconferma di Decio in Sace, visto che buona parte del piano industriale della Cassa depositi e prestiti passa proprio dall’integrazione dei prodotti a supporto delle aziende.

In Cdp Immobiliare – altra spa controllata totalitariamente dal gruppo Cdp – occorre sciogliere il nodo che oggi vede come presidente Matteo Melley, uomo delle fondazioni, e come amministratore delegato Salvatore Sardo, già chief operating officer di Cdp.

Diverso il caso delle nomine in Ansaldo Energia (il tandem scelto sarebbe Giuseppe Marino amministratore delegato e Giuseppe Zampini presidente) perché è una società controllata da Cdp Equity (e non dunque direttamente dalla holding Cdp) con il 60% e da Shangai Electric con il 40%.

Secondo la ricostruzione di Start, sono due gli scenari su queste nomine da tempo in ballo perché i vertici sono scaduti. O si procede oppure – per galateo istituzionale – si decide di attendere il nuovo governo.

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