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Cina

La Russia passerà allo yuan cinese?

Il ministro delle Finanze della Russia ha definito lo yuan una valuta di riserva affidabile e annunciato che lo utilizzerà, dopo il blocco di euro e dollari. Tutti i dettagli

 

Il ministro delle Finanze russo Anton Siluanov ha fatto sapere che la Russia utilizzerà lo yuan cinese dalle proprie riserve di valuta estera dopo che gli Stati Uniti e l’Unione europea le hanno impedito l’accesso ai dollari e agli euro, come ritorsione economica per l’aggressione all’Ucraina.

COSA FARÀ LA RUSSIA

Il ministero delle Finanze istruirà il pagamento in valuta estera di una cedola su un’emissione di eurobond sovrani in scadenza mercoledì prossimo. Siluanov ha precisato che il pagamento potrebbe venire effettuato in rubli russi nel caso in cui la richiesta di pagamento in valuta estera venisse respinta dalle banche occidentali.

Ha poi aggiunto che la Russia considererà il pagamento in rubli come un pieno adempimento del paese verso i suoi obblighi sul debito estero.

LO YUAN È “UNA VALUTA DI RISERVA AFFIDABILE”

Siluanov ha anche detto, al canale televisivo Rossiya-24, che lo yuan è una valuta di riserva affidabile. “Nello sviluppo delle relazioni commerciali con la Cina”, ha aggiunto, “useremo una parte dell’oro e delle riserve valutarie denominate in yuan cinese. Lo yuan rimane attualmente una delle fonti di riserve valutarie del nostro paese e lo utilizzeremo in tutti gli aspetti”.

Stando alla stima offerta dal ministro, le sanzioni internazionali alla Russia per l’aggressione all’Ucraina hanno portato al congelamento di metà dell’oro e delle riserve valutarie della banca centrale: ovvero circa 300 miliardi di dollari.

RUSSIA VERSO IL DEFAULT?

Secondo il Fondo monetario internazionale, la Russia – viste le sanzioni, l’esclusione dal dollaro e dall’euro e l’impossibilità di finanziarsi sui mercati – potrebbe andare incontro al default. Stando alla direttrice operativa dell’FMI, tuttavia, questo non causerebbe una crisi finanziaria globale perché l’esposizione bancaria al paese non è “rilevante” da un punto di vista sistemico: ammonta nel complesso a circa 120 miliardi di dollari.

Sulla questione del ripagamento del debito estero, tuttavia, il ministro Siluanov ha anticipato che la Russia procederà in rubli e riterrà di aver onorato gli impegni.

NUOVO CALCOLO DEL TASSO DI CAMBIO

In aggiunta all’utilizzo dei rubli, la banca centrale russa – spiega MF-Milano Finanza – ha fatto sapere di voler adottare un nuovo metodo per il calcolo del tasso di cambio del rublo (pesantemente svalutato) rispetto al dollaro. “La banca fisserà il tasso di cambio ufficiale rispetto al dollaro utilizzando le transazioni del cambio dalle 10:00 alle 16:30 ora di Mosca, rispetto alla finestra 10:00-11:30 utilizzata finora”, si legge sul quotidiano. L’istituto, tuttavia, non ha specificato la data di entrata in vigore del meccanismo.

“I trader valutari e gli investitori”, prosegue MF, “hanno notato un divario crescente tra il valore del cambio rublo/dollaro sulla borsa di Mosca e il suo trading sui mercati internazionali. Questo deriva in parte dai controlli sui capitali che la banca centrale russa ha messo in atto per arginare la caduta della valuta e anche dalla riluttanza delle banche estere a scambiare la valuta russa a seguito delle sanzioni occidentali”.

ALLEANZA CINA-RUSSIA SULLO YUAN?

Stando a quanto rivelato di recente dall’agenzia Reuters, circa duecento-trecento aziende russe hanno manifestato la volontà di aprire dei conti in Cina per aggirare le sanzioni internazionali imposte dopo l’invasione dell’Ucraina, dicendo di aspettarsi un aumento delle transazioni in yuan.

Il distacco della Russia dal sistema finanziario internazionale, dominato dal dollaro, potrebbe non soltanto avvicinare il paese alla Cina ma anche intaccare la dominanza della valuta statunitense e favorire l’internazionalizzazione dello yuan. Dopo l’espulsione di alcune banche russe dal sistema SWIFT, il gruppo FESCO – compagnia russa attiva nel settore dei trasporti e della logistica – ha annunciato che accetterà pagamenti in yuan da parte dei clienti.

È inoltre possibile che l’avvicinamento finanziario tra Russia e Cina possa favorire la crescita di un sistema alternativo per le transazioni internazionali rispetto allo SWIFT, lo standard. Pechino già possiede una rete propria per gli pagamenti transfrontalieri in yuan con entità cinesi: si chiama CIPS, o Cross-Border Interbank Payment System.

Il sistema, lanciato nel 2015, è utilizzato da 1280 enti finanziari in 103 paesi; di contro, lo SWIFT (nato però nel 1973) è utilizzato da più di undicimila istituzioni e aziende in oltre duecento paesi. Si stima che il CIPS gestisca transazioni per 50 miliardi di dollari al giorno, contro i 400 miliardi dello SWIFT.

Secondo una stima del quotidiano giapponese Nikkei, nel circuito CIPS già operano ventitré banche russe. Il sistema cinese, però, deve ancora appoggiarsi allo SWIFT per la messaggistica.

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