A seguito dell’invasione dell’Ucraina, più di un mese fa, molte delle economie più avanzate al mondo hanno dato inizio a una guerra finanziaria globale contro la Russia, responsabile dell’aggressione.
COSA C’È DI DIVERSO RISPETTO AL PASSATO
Come scrive Quartz, i governi hanno già utilizzato le sanzioni economiche come uno strumento di politica estera, e non è nemmeno la prima volta che i paesi ricchi le applicano in maniera coordinata. Le sanzioni contro la Russia, però, sono diverse, e rappresentano una svolta, per tre motivi: per la portata ampia, per la velocità con cui sono state imposte, e per le ricadute che potrebbero avere.
IL CONFRONTO CON L’INVASIONE ITALIANA DELL’ETIOPIA, NEL 1935
L’ultima volta che una coalizione di nazioni ha imposto sanzioni finanziarie contro una grande economia mondiale era il 1935: l’Italia aveva invaso l’Etiopia, e una decina di governi cercarono di prosciugare le riserve monetarie italiane per indurre il regime di Benito Mussolini alla ritirata. Ci vollero mesi. Oggi invece, grazie alla digitalizzazione del sistema finanziario internazionale e alla dominanza del dollaro, il Cremlino ha perso l’accesso a centinaia di miliardi di dollari di riserve in valuta estera praticamente subito.
IL CONFRONTO CON LE SANZIONI AL VENEZUELA
Le più recenti sanzioni imposte verso i regimi di Venezuela e Iran hanno colpito economie di dimensioni ridotte: per questo motivo, le ricadute internazionali sono state limitate. Le sanzioni alla Russia, invece, stanno già avendo un impatto a livello mondiale.
Le sanzioni al regime di Nicolas Maduro portarono a un congelamento delle riserve della banca centrale venezuelana, estromettendola dal mercato del debito, e presero di mira singoli individui e società. Quelle alla Russia sono simili, ma hanno preso di mira l’undicesima economia mondiale e un fornitore importante di idrocarburi. Le conseguenze delle sanzioni sono già visibili, per esempio sul costo (e le carenze) di grano in Medioriente e sui prezzi internazionali del petrolio greggio.
COSA PENSANO GLI ESPERTI
Eva Nanopoulos, esperta di sanzioni alla Queen Mary University di Londra, ha detto a Quartz che lo scontro economico potrebbe degenerare in uno scontro politico e in un conflitto. “È abbastanza rischioso”, ha aggiunto. “Diventerà una guerra mondiale. Non saranno solo i russi a morire”.