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Giorgetti Meloni Manovra

Le borse crollano? La riforma fiscale è più urgente

Le errate decisioni della Bce e la necessità di un radicale intervento fiscale. L'intervento di Giuseppe Spadafora, vicepresidente Unimpresa.

Le borse bruciano miliardi, le banche perdono valore nelle borse ma per i vertici della BCE e delle banche centrali è tutto a posto.

COME VA L’INFLAZIONE

A parte il fatto che la situazione è più drammatica di quello che ci vogliono far credere e per comprenderlo basta analizzare alcuni macro dati, la preoccupazione rimane l’inflazione, che a marzo registra un +9,2%, con i tassi medi per acquisto prima casa al 3,95%, e i tassi medi del credito al consumo al 9,79%. Ma la signora Lagarde immagina un futuro roseo e pieno di meraviglie.

Mi sa che è l’unica a vederlo, anche se in effetti in Italia non mi pare siano in molti a preoccuparsi. Se poi a questo quadro drammatico aggiungiamo le vicende bancarie delle ultime settimane, risulta ancor più incomprensibile l’atteggiamento della BCE. E sono proprio le banche centrali a dimostrare l’insicurezza del momento, basti guardare cosa è successo con Deutsche Bank, vittima del mercato per aver liquidato anticipatamente un bond subordinato Tier 2 da 1,5 miliardi di dollari.

In un quadro economico e finanziario così complesso, le rassicurazioni delle banche centrali sembrano come quelle di Neville Chamberlain al ritorno da Monaco alla fine di settembre del ’38.

IL GOVERNO MELONI PENSA ALLA RIFORMA FISCALE

In tutto questo, il nostro ministro dell’Economia, la nostra presidente del Consiglio, la Banca d’Italia quali azioni correttive pensano di mettere in campo?

Quelle della BCE le conosciamo e purtroppo sono le solite sbagliate. Qui il problema è che quello che sta accadendo non ha nulla a che vedere con i momenti inflattivi del passato. L’inflazione di oggi, dove quella reale ha raggiunto l’11,9% e il 13,5% per i beni alimentari, non dipende da un aumento dei consumi che genera maggiore domanda e quindi il rialzo dei prezzi. Siamo davanti a pura speculazione finanziaria su energia, materie prime e commodities.

Infatti, l’Istat registra andamenti congiunturali negativi del valore aggiunto in tutti i principali comparti produttivi: -0,7% in agricoltura, -0,2% nell’industria e -0,1% nei servizi”, e conferma il segno meno registrato dall’economia italiana a fine 2022 in tutti i settori.

Tanto per essere chiari, l’inflazione colpisce i risparmi accumulati nel tempo, ne riduce il valore ed il potere di acquisto; ciò vuol dire che allo stato dell’arte senza una riforma fiscale “quella che se tutto andrà bene vedrà la luce tra un paio di anni”, anche nel caso in cui dovessero adeguare i salari, saremmo bersaglio del fiscal drag.

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