150 milioni di euro di Iva. A tanto ammonta, secondo i finanzieri del Primo gruppo del comando provinciale di Genova e di Chiavari, l’evasione fiscale in Italia del sito di prenotazioni Booking.com .
Tutti i dettagli.
L’INCHIESTA
Partiamo dal principio. L’inchiesta è partita nel 2018 da una serie di accertamenti fiscali su gestori di Bed&Breakfast situati, in particolare, nella zona del Levante ligure.
L’EVASIONE DI BOOKING
L’indagine condotta dai finanzieri del Primo gruppo del comando provinciale di Genova e di Chiavari, guidati dal colonnello Ivan Bixio e dal capitano Michele Iuorio, ha portato al coinvolgimento anche di Booking, società di prenotazioni con sede in Olanda.
Dalla documentazione è emerso, spiega la Guardia di Finanza, che “la società olandese era solita emettere fatture senza Iva applicando il meccanismo del c.d. ‘reverse charge’ anche nei casi in cui la struttura ricettiva era priva della relativa partita, con la conseguenza che l’imposta non veniva dichiarata né versata in Italia”.
I CONTI
L’evasione fiscale, a conti fatti, sarebbe di oltre 150 milioni di euro di Iva. Secondo gli investigatori, coordinati dal sostituto Giancarlo Vona e dall’aggiunto Francesco Pinto, che hanno incrociato le banche dati e i documenti messi a disposizione dalla stessa multinazionale, Booking avrebbe guadagnato dal 2013 al 2019 circa 700 milioni di euro dalle commissioni applicate a 896.500 posizioni di clienti in Italia.
Su tale importo la società avrebbe dovuto procedere alla dichiarazione annuale Iva e versare nelle casse erariali oltre 153 milioni di euro di imposta.
BOOKING INESISTENTE PER IL FISCO
Ma Booking per il fisco italiano è inesistente. La società con sede in Olanda, infatti, non avrebbe nominato un proprio rappresentante fiscale, né si sia identificata in Italia. Booking non ha presentato la relativa dichiarazione “pervenendo così alla totale evasione dell’imposta, che non è stata assolta né in Italia né in Olanda”.
LA REPLICA DI BOOKING
“In linea con la legislazione europea in materia di Iva, riteniamo che tutte le nostre strutture partner nell’Unione europea, incluse quelle italiane, siano responsabili della valutazione circa il pagamento dell’Iva locale e del versamento ai rispettivi governi”. Così Booking.com ha commentato, in una dichiarazione ufficiale, la notizia dell’indagine della Guardia di Finanza di Genova in tema di evasione fiscale a carico della società, che si occupa di prenotazioni di viaggi online. “Confermiamo di aver ricevuto il recente verbale di accertamento Iva da parte delle autorità italiane, che verrà ora esaminato dall’Agenzia delle Entrate e che intendiamo approfondire in piena collaborazione con quest’ultima”, si legge ancora.