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Reputation Washing per Chiara Ferragni, ecco i primi effetti…

Alle prese con gli strascichi legali della vicenda Balocco e la fuga degli sponsor, Chiara Ferragni prova a ripulire la propria immagine social assoldando una task force ad hoc. Sembra anche già avviata una campagna di comunicazione arrivata sulle testate giornalistiche...

 

Se è pur vero che è inutile chiudere la stalla quando i buoi sono scappati, è altrettanto vero che le persone, di norma, hanno la memoria corta. Anni di scandali che non hanno minimamente intaccato lo charme elettorale di questo o quel politico ne sono l’evidente dimostrazione. Dovrebbe valere anche per Chiara Ferragni, la social-imprenditrice che, per via della vicenda dei panettoni Balocco, e non solo, sta vivendo uno dei momenti più difficili della sua carriera sempre a favore di telecamera, anzi, di selfie. Anche perché i buoi, o meglio, i followers, non sono affatto scappati: gliene restano circa 30 milioni, con una fuga di circa 60mila follower che non rappresenta certo una emorragia drammatica.

GLI SPONSOR IN FUGA DA CHIARA FERRAGNI

Sono scappati invece gli sponsor. Barbara Bertocci, creative director di Monnalisa, marchio toscano di abiti per bambini, ha detto a Repubblica che si stanno «facendo valutazioni» sul proseguimento – o meno – della collaborazione. «Siamo un’azienda quotata in borsa e dobbiamo prima valutare con il nostro Cda il da farsi. Le feste di Natale hanno rallentato un po’ questo processo» spiega Bertocci.

Ci ha riflettuto di gran lunga meno Coca Cola, che ha subito fermato lo spot con Ferragni che sarebbe dovuto essere trasmesso a giorni, proprio nel periodo clou del Festival di Sanremo che riporta milioni di telespettatori davanti allo schermo televisivo: «Abbiamo lavorato con Chiara in Italia nel 2023, anche per alcune riprese tenutesi lo scorso dicembre. Al momento non prevediamo di usare questi contenuti», fa sapere l’azienda statunitense.

Del medesimo avviso pure Safilo che ha interrotto l’accordo di licenza per il design, la produzione e la distribuzione delle collezioni degli occhiali a marchio Chiara Ferragni «a seguito di una presunta violazione di impegni contrattuali» da parte dell’influencer.

L’IMPERO DI CHIARA FERRAGNI IN NUMERI

Trema dalle fondamenta l’impero Ferragni. Scrive Il Domani: “La società Fenice, che gestisce il brand Ferragni, è stata valutata 75 milioni di euro”. E, ancora: “L’altra macchina da soldi del gruppo è TBS Crew, a cui fa capo la gestione del blog e l’e-commerce col marchio The Blonde Salad. Anche qui i conti del 2022 vedono il giro d’affari in grande crescita da 7,1 a 14,6 milioni, mentre i profitti hanno toccato i 5,1 milioni contro 1,7 milioni del 2021”.

CHIARA FERRAGNI DEVE RIPULIRE L’IMMAGINE

Insomma, se tutto sommato i follower le restano fedeli, urge riprendere quota per fermare la fuga degli sponsor. Chiara Ferragni non ha perso tempo e, al pari di un capo di Stato in caduta libera nei sondaggi, ha già messo in piedi una unità di crisi per ripulire la propria immagine.

Si tratta di una squadra ad hoc che avrà il compito di gestire il lento e graduale ritorno alla normalità. Insomma, far dimenticare alla gente il fattaccio. Nella task force per rifare trucco e parrucco alla sua immagine pubblica arginando nel contempo gli strascichi legali troviamo l’agenzia di comunicazione Community di Auro Palomba, gli studi Gianni & Origoni (seguiranno gli aspetti societari e civilistici della vicenda del Pandoro Balocco) e Marcello Bana (seguirà la vicenda per ciò che concerne i profili penali).

LA COMUNICAZIONE DELL’INFLUENCER E LE SPINTERELLE DEI MEDIA

La pulizia naturalmente passerà dalla comunicazione. Come si era già capito dal suo primo messaggio di scuse che aveva seguito lo scoppio dello scandalo. Per l’occasione l’influencer aveva deciso di ripulire la propria immagine nel vero senso della parola, apparendo al pubblico che la osanna e ne segue le gesta familiari in tutona grigia, struccata, con le luci apparentemente sbagliate a evidenziarle le occhiaie e qualche piccola ruga, segni delle notti insonni e della sofferenza patita.

E adesso i tempi sono maturi per il secondo round. Mentre i sospetti si allungano sul suo passato fino a lambire le attività di beneficenza avvenute più indietro nel tempo (è il caso dei dubbi sulla bambola della Trudy venduta nel 2019 che prevedeva la donazione di profitti all’associazione no profit Stomp Out Bullying: in merito TBS crew Srl, società controllata da Chiara Ferragni, puntualizza che i ricavi derivanti dalle vendite tramite l’ecommerce The Blonde Salad, al netto delle commissioni di vendita pagate al provider esterno che gestiva la piattaforma, furono realmente stati versarti all’ente) vengono contestualmente snocciolate a favore dei media le iniziative umanitarie effettivamente andate in porto.

 

E allora ecco arrivare nelle redazioni comunicati e lanci di stampa pronti ad assicurare che l’influencer è una vera umanitaria. Col risultato curioso che, se non c’è sufficiente cura nel rifinire il titolo, s’incappa in notizie dal seguente tenore: “Chiara Ferragni ha dato il suo cachet di Sanremo a D.i.Re contro la violenza. «Donati 150mila euro»”. È così che la testata fondata da Enrico Mentana e ora diretta da Franco Bechis, Open, ha deciso di darla ai propri lettori. Ma di cosa stiamo parlando? Ferragni sarà di nuovo a Sanremo? Anche quest’anno? Nonostante il pasticciaccio dolciario? Ed è pure già stata pagata?

chiara ferragni sanremo immagine

MA I LETTORI NON SE LA BEVONO

No. Ovviamente ci si riferisce al gettone per la sua presenza in Riviera dei Fiori alla 73esima edizione, ovvero quella dello scorso anno. E chi sui social è più attento ora si chiede quale sia il motivo di dare oggi, dopo 12 mesi, una notizia simile, in questi termini. La notizia c’è, ma andrebbe comunicata meglio dato che, come viene poi riportato giustamente nel corpo del testo il fulcro è questo: “L’associazione conferma di aver ricevuto 150mila euro dall’influencer, tramite bonifico della TBS Crew srl, in data 12 gennaio 2023.”

Insomma, una cosa è dire che “Chiara Ferragni ha dato il suo cachet di Sanremo a D.i.Re contro la violenza. «Donati 150mila euro»”, una cosa è annunciare che “Chiara Ferragni ha dato davvero il suo cachet di Sanremo a D.i.Re contro la violenza. Dopo le polemiche l’associazione conferma: «Donati 150mila euro»”, menzionando fin dal titolo i rimandi ai recenti scandali e ai tanti dubbi che ne sono comprensibilmente seguiti.

 

Una leggerezza giornalistica che ha fatto subito emergere altri sospetti, questa volta non relativi alle opere di beneficenza dell’imprenditrice di Cremona ma al lavoro carsico di Reputation Washing della sua task force. Se lo chiedono diversi utenti e tra questi pure Matteo Flora, professore di Corporate Reputation, Crisis Management & CyberSecurity che di reputazione online se ne intende parecchio e infatti ha dedicato ampio spazio sui suoi canali alla vicenda Ferragni – Balocco.

 

 

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