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Report reporteggia su Di Biase, Franceschini e Comin and Partners

Il servizio di Report sulle attività extraparlamentari del deputato dem, Michela Di Biase, e le risposte dell'onorevole del Pd e di Comin & Partners

La parità di genere e l’affermazione dei diritti delle persone LGBTQIA+ possono essere anche un business. Report, la trasmissione d’inchiesta di Rai 3, ha provato ieri sera a fare luce su due vicende singolari che attengono all’intreccio tra battaglie politico-ideali e affari: le società dei due deputati del Partito Democratico Alessandro Zan con Be Proud e Michela Di Biase con Obiettivo 5.

“Report ha svelato le attività private di due volti di primo piano del Partito democratico: da sempre in prima fila per la difesa dei diritti civili, fuori dal Parlamento hanno fatto di questa nobile battaglia politica un business”, si legge in un post su X curato dalla trasmissione Rai condotta da Sigfrido Ranucci.

LA SOCIETÀ BE PROUD E IL GIRO DI AFFARI DEL PRIDE VILLAGE DI PADOVA

Alessandro Zan, relatore di un disegno di legge contro l’omofobia, la transfobia, la misoginia e l’abilismo, è amministratore unico e socio di maggioranza di Be Proud, una società attiva nell’organizzazione di eventi a tema LGBTQIA+. “Il Pride Village di Padova è della società Be proud Srl è stata costituita con 3.000 euro da tre soci – ha detto Stefano Capaccioli, commercialista e revisore legale, a Lorenzo Vendemmiale di Report -. È una società commerciale. Nel 2022 ha incassato più di 1.300.000 euro di cui oltre 700.000 euro di corrispettivi di ingresso e oltre 450.000 euro dagli incassi del bar”.

Zan risulta amministratore unico e socio di maggioranza della Srl, il beneficiario economico effettivo. Raggiunto dai microfoni di Report, Zan ha sottolineato come non vi sia attività di lucro nell’attività del Pride village di Padova. “È un evento dove tutto quello che viene guadagnato viene riversato nella nell’iniziativa e dunque non c’è nessun tipo di guadagno – ha detto Zan -. io ho prestato il mio nome per dare una mano, ma lo faccio con spirito di servizio a titolo gratuito”.

LA REPLICA DELL’ONOREVOLE ZAN SU TWITTER

L’onorevole Zan ha poi nuovamente replicato su Twitter la sua posizione. “Come ha confermato Report, ribadisco che non ho mai percepito alcun guadagno dalla manifestazione, che sono orgoglioso di aver fondato e che ha un importante valore sociale: i documenti lo attestano e sono pubblici – scrive sul social network -. Mi sono sempre messo a disposizione come volontario e a titolo gratuito, come confermano le mie dichiarazioni obbligatorie annuali alla Camera dei Deputati. La società serve esclusivamente a organizzare la manifestazione, i cui incassi vengono ogni anno utilizzati per consentire la realizzazione e la sostenibilità della manifestazione stessa. Ringrazio ancora Report per avermi dato l’occasione di spiegare in modo esaustivo”.

OBIETTIVO CINQUE, LA PARITÀ DI GENERE E I RISVOLTI ECONOMICI

Report ha acceso un faro anche sull’attività extraparlamentare della deputata del Michela Di Biase e Obiettivo Cinque, una società di consulenza che supporta le aziende verso l’ottenimento della Certificazione della parità di genere. “Sono molteplici i fattori – strategici, culturali, manageriali, organizzativi, gestionali, relazionali – che a livello aziendale incidono sulla gender equality e che vengono richiesti al fine dell’ottenimento della Certificazione. Da qui la necessità di avvalersi di competenze specialistiche, come quelle offerte da Obiettivo Cinque”, si legge sul sito della società. La società Obiettivo Cinque offre supporto lungo, almeno, quattro direttrici:

  • Assessment
  • Consulenza strategica e documentale
  • Consulenza comunicativa
  • Training

La società, come ricorda Report, nasce ben 7 mesi prima dell’approvazione della legge Gribaudo (legge 5 novembre 2021, n. 162) che introduce il sistema di certificazione della parità di genere (un sistema in cui la società Obiettivo Cinque è considerata leader). Di Biase, secondo quanto riportato da Report, sostiene che l’idea della società era venuta nel 2020, ben prima che fosse eletta.

IL RUOLO CHIAVE DI DI BIASE SECONDO MANAGER DELLA SOCIETA’ SENTITE DA REPORT

“Obiettivo 5 è un’agenzia che fa consulenza di genere alle imprese con un team tutto al femminile. Dietro di loro però anche se non compare, c’è una donna di spicco della politica: Michela Di Biase, deputata Pd e moglie di Franceschini”, sottolinea su X la trasmissione Rai che ieri sera ha mandato in onda testimonianze di dipendenti e manager della società che hanno rimarcato il ruolo chiave della parlamentare del Pd nella società.

I NUMERI E I CLIENTI DI OBIETTIVO CINQUE

Obiettivo Cinque è una Srl costituita il 29 aprile 2021 con un capitale sociale di 10mila euro. Stando al bilancio della società, al 31 dicembre 2022, aveva un valore della produzione pari a circa 207mila euro (in crescita di 192mila euro riaspetto all’esercizio precedente), ha un solo dipendente, il costo per il personale ammonta a circa 33mila euro, i costi per la produzione a circa 189mila euro e ha circa 90mila euro di debiti. La società vanta collaborazioni molto importanti, come emerge dal sito: la farmaceutica Novartis, Gucci, Ibl Banca, Philip Morris, Generali, Comin & Partners e Banca Ifis.

CHI SONO I SOCI DI OBIETTIVO CINQUE: FULVIA ASTOLFI, STEFANIA BETTONI, ELENA DI GIOVANNI E MICHELA DI BIASE

I soci, con le stesse quote del 25%, sono quattro: Fulvia Astolfi, Stefania Bettoni, Elena Di Giovanni e Michela Di Biase. L’amministratrice unica è Beatrice Iovane, professionista con una esperienza pluriennale “nell’ambito della consulenza aziendale e della gestione di progetti M&A” e “associate presso Spada Partners, responsabile gestione collegi sindacali”. Michela Di Biase, da sempre militante prima dei Ds e poi del Pd, entra nel consiglio del VII Municipio nel 2006, al Comune di Roma nel 2013, in Regione nel 2018 e in parlamento dal 2022.

Fulvia Astolfi è un’avvocatessa, co-founder di Obiettivo Cinque, è amministratrice indipendente e componente di organi di controllo di Poste Vita Spa, BPM Spa, Angelini Holding Spa, Autostrade dell’Atlantico srl, MedTech srl, inoltre, è presidente dell’Associazione European Women’s Management and Development – EWMD. Svolge anche attività accademica come docente al dottorato di Business and Law – Istituzioni e impresa: valore, regole e responsabilità sociale (B&L), organizzato dal Dipartimento di Giurisprudenza e Dipartimento di Economia e Management dell’Università degli Studi di Brescia.

Stefania Bettoni è partner di Spada Partners, una società di consulenza tributaria, dal 2007, laureata alla Bocconi nel 1994 in Discipline Economiche e Sociali (DES), coordina il team dedicato alla gestione contabile e fiscale dei veicoli di investimento, sia Fondi di Private Equity che holding finanziarie e industriali, famigliari e multinazionali.

Elena Di Giovanni è Co-Founder & Vice Chair at Comin & Partners, primaria agenzia di consulenza strategica e relazioni istituzionali. Di Giovanni è una manager specializzata in comunicazione internazionale corporate, è stata direttore comunicazione e relazioni esterne di Almaviva, della Fondazione La Biennale di Venezia, attualmente è consigliere d’amministrazione della Galleria Nazionale di Roma (GNAM) e anche lei ha esperienza accademica: è professoressa aggiunta alla Luiss Business School.

LE RISPOSTE DI COMIN E DI GIOVANNI

La società ha risposto via mail alle domande sull’opportunità della collaborazione tra Michela Di Biase e la Comin & Partner, i cui soci fondatori, Gianluca Comin e Elena Di Giovanni, sono stati nominati nel Cda del Teatro dell’opera e della Galleria Nazionale, da Dario Franceschini allora ministro dei Beni Culturali e marito dell’on. Di Biase. Ecco alcune delle risposte della società di comunicazione a Report: “Obiettivo Cinque ha redatto il bilancio di genere 2022 di Comin & Partners e quest’ultima dovrà svolgere funzioni di ufficio stampa per Obiettivo Cinque. Inoltre, su specifici progetti di sostenibilità aziendale hanno proposto servizi congiunti. (…) Le nomine di Gianluca Comin e di Elena Di Giovanni sono avvenute molto tempo prima della nascita di Obiettivo Cinque e comportano attività a titolo gratuito”.

Sul sito di Comin & Partners si rintraccia il lancio due anni fa di un progetto con Obiettivo Cinque presentato anche da Di Giovanni senza specificare che la vicepresidente della società di comunicazione è anche socia di Obiettivo Cinque.

L’INCHIESTA DI OPEN SU MICHELA DI BIASE E OBIETTIVO CINQUE 

Qualche tempo fa si era occupato della vicenda Di Biase già Open, il giornale fondato da Enrico Mentana. “Come risulta dalla dichiarazione patrimoniale appena depositata alla Camera dei deputati, l’onorevole del Partito democratico, moglie di Dario Franceschini ed ex consigliera regionale del Lazio, possiede il 25% della Obiettivo Cinque srl, società di consulenza per realizzare in azienda quei principi politici a lungo professati – scriveva il quotidiano on line -. La società è stata fondata nel maggio 2021 insieme a tre altre donne, professioniste in vari campi: Fulvia Astolfi, Stefania Bettoni ed Elena Di Giovanni. Il primo anno sociale si è chiuso con un utile di 5.047 euro, ma la vera attività è iniziata nel 2022: sul sito della società, più aggiornato, sono pubblicizzati i nomi delle multinazionali che si sono avvalse dei servizi di Obiettivo cinque”. Le politiche di genere sono, dunque, anche un business per Michela Di Biase. “Dalle battaglie nelle istituzioni per l’empowerment femminile, a possedere quote di una società che vende consulenze su come raggiungere la parità di genere in azienda, cambia solo lo scopo: politico o di lucro – aggiunge Open -. Nulla di illecito, sia chiaro”.

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