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Prove tecniche di Recovery plan nel governo (con taglietto al cuneo fiscale)

"Riduzione strutturale del cuneo fiscale sul lavoro tramite una riforma dell'Irpef in chiave progressiva" con una legge delega entro fine 2020 e decreti attuativi entro il 2021. E' uno dei progetti del governo contenuti nelle "Linee guida per la definizione del piano nazionale di ripresa e resilienza" in vista del Recovery plan.

“Riduzione strutturale del cuneo fiscale sul lavoro tramite una riforma dell’Irpef in chiave progressiva” con una legge delega entro fine 2020 e decreti attuativi entro il 2021.

E’ uno dei progetti indicati nelle 32 pagine delle “Linee guida per la definizione del piano nazionale di ripresa e resilienza” che disegnerà il Recovery plan italiano.

Il piano si compone di “sfide, missioni e azioni/progetti” e prevede anche la revisione degli ammortizzatori sociali in “chiave perequativa” all’interno di una legge delega di riforma del lavoro entro aprile 2021. Tra le missioni il completamento della rete nazionale di tlc in fibra ottica, la graduale decarbonizzazione dei trasporti, il cablaggio in fibra ottica di scuola e università.

Presente anche il completamento della rete nazionale di Tlc in fibra ottica e lo sviluppo del 5G, la graduale decarbonizzazione dei trasporti e investimenti nel Tpl, nonché il completamento della Torino-Lione; il cablaggio di scuola e università; il miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici pubblici.

Le intenzioni del governo sono collimanti con i paletti della Commissione europea?

Si vedrà, ecco infatti quello che ha detto nei giorni scorsi il commissario europeo, Paolo Gentiloni.

“Guai” se l’Italia pensasse di utilizzare le risorse del Recovery Plan per “ridurre le tasse”. Sarebbe “davvero un messaggio sbagliato”, ha sottolineato Gentiloni, in video audizione davanti alle commissioni riunite Bilancio e Politiche dell’Ue di Camera e Senato.

Le risorse del Piano, ha detto Gentiloni rispondendo ad un parlamentare, “si possono usare per il Fisco? In maniera molto mirata e limitata. Può essere che, per raggiungere un certo obiettivo di riforma, si possano prevedere, temporaneamente, interventi di natura fiscale, ma guai a pensare che usiamo 200 miliardi di euro per ridurre le tasse. Sarebbe davvero un messaggio sbagliato”.

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