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Promesse e bordate di Meloni su Stellantis, privatizzazioni, Patto Ue, lavoro, sanità e non solo

Che cosa ha detto il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, alla Camera su Stellantis, privatizzazioni, Patto Ue, lavoro, sanità e non solo

Bordate (agli Elkann) su Stellantis, precisazioni sulle privatizzazioni in fieri, spiegazioni (con qualche promessa) su lavoro, fisco e non solo.

Tutti i dettagli su quello che il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha detto alla Camera.

CAPITOLO PRIVATIZZAZIONI

Privatizzare può significare anche “la possibilità di garantire una presenza dello Stato, dove oggi non c’è, anche in forma azionaria, per affiancare i poteri regolatori e di golden power che sono già previsti”.

“Non si tratta di privatizzare per privatizzare, non si tratta di dismettere o peggio ancora di svendere, perché, ribadisco, l’impostazione di questo Governo è lontana anni luce da quanto abbiamo purtroppo spesso visto accadere in passato, quando con ‘privatizzazioni’ si chiamavano regali miliardari fatti a qualche fortunato e ben inserito imprenditore”.

“Quelle non sono privatizzazioni e non hanno niente a che fare con il libero mercato, ma ricordavano piuttosto quanto accaduto con gli oligarchi russi quanto si è dissolta l’Unione sovietica. Non sarà mai il nostro modello, con questo Governo non sarà possibile che queste vengano chiamate privatizzazioni”.

DOSSIER STELLANTIS

“Noi vogliamo come sempre difendere l’interesse nazionale, instaurare chiaramente un rapporto che sia equilibrato con Stellantis. Il ministro Urso ha più volte incontrato per difendere la produzione in Italia, i livelli occupazionali e l’indotto dell’automotive”.

“Se si vuole vendere un’auto pubblicizzandola come gioiello italiano allora quell’auto deve essere prodotta in Italia. E un’altra questione che vogliamo porre: queste sono le regole con l’attuale governo e valgono per tutti”.

“Abbiamo modificato le norme da una parte incentivando chi torna in Italia e dall’altro scoraggiando chi delocalizza, che dovrà restituire ogni beneficio o agevolazione pubblica ricevuta negli ultimi 10 anni. Vogliamo tornare a produrre in Italia  almeno 1 milione di auto l’anno con chi vuole investire davvero sulla storica eccellenza italiana”.

Il gruppo Fiat ha spostato la sede fiscale “fuori dai confini nazionali” e ha realizzato una operazione “di presunta fusione tra Fca e Psa, che celava in realtà un’acquisizione francese dello storico gruppo italiano, tanto che oggi nel Cda di Stellantis siede un rappresentante del governo francese e non è un caso se le scelte industriali del gruppo prendono in considerazione molto più le istanze francesi rispetto a quelle italiane. Il risultato è che in Francia si produce più che in Italia, dove siamo passati da oltre 1 milione di auto prodotte nel 2017 a meno di 700mila nel 2022, così come, secondo i sindacati, dal 2021 qui sono andati persi oltre 7.000 posti di lavoro”.

“Il gruppo automobilistico Fiat e i marchi italiani collegati rappresentano chiaramente una parte molto importante della storia industriale nazionale, sia in termini occupazionali sia in termini di ricchezza prodotta. È un patrimonio economico che merita chiaramente la massima attenzione e io penso che questo significhi anche avere il coraggio di criticare alcune scelte che sono state fatte dalla proprietà e dal management del gruppo quando sono stati distanti dagli interessi italiani, come a volte mi è capitato di fare, devo dire la verità, spesso nell’indifferenza generale”.

REGOLE SUL DEFICIT

Con le nuove regole sul deficit, “la differenza tra vecchio e nuovo Patto libera circa 35 miliardi di euro che potranno essere utilizzati per sanità, redditi, pensioni”.

LAVORO E DINTORNI

L’assegno di inclusione “è attivo dal primo gennaio del 2024 e al 20 gennaio il ministero del Lavoro ci dice che su una platea di 737mila nuclei familiari potenziali sono già 600mila quelli che hanno presentato domanda”.

“I primi pagamenti per chi ha superato i controlli, perché a differenza del reddito di cittadinanza i controlli li facciamo prima e non dopo partiranno venerdì 26 gennaio. L’importo medio stimato è di 635 euro al mese, superiore all’importo medio del reddito di cittadinanza”.

SPESA SANITARIA

“Il tetto alla spesa per il personale sanitario è stato introdotto nel 2009, ci stiamo lavorando. Quello dei medici gettonisti è un problema di cui ci occupiamo dall’inizio di questo governo, è un fenomeno odioso, puntiamo ad azzerare” il problema della carenza dei lavoratori del comparto.

“Ci stiamo occupando anche di questa eredità pesante, il superamento di spesa è un obiettivo che abbiamo”. “Assicurare il diritto alla salute è una priorità assoluta”.

DOSSIER SUD

“Ricordo il difficile lavoro che questo governo ha portato avanti in particolare sulla politica di coesione, che è lo strumento principe per ridurre le disparità fra i territori, con risorse che vanno per l’80% al Sud e per il rimanente 20% al Centro-Nord. Le relazioni della Commissione Ue dicono che negli anni le disparità sono aumentate nonostante le risorse ingenti per combatterle, percheé quelle risorse venivano stanziate ma molto spesso non venivo spese o venivano spese male. Lo dice la Ragioneria dello Stato, che sulla programmazione dei fondi di coesione nel ciclo 2014-2020, a fine 2022, fotografava una situazione intollerabile in forza della quale su 126,6 miliardi disponibili ne risultavano spesi 43. Vuol dire che decine di miliardi che si potevano mettere sul Mezzogiorno per combattere le disparità non si erano spesi”.

“Allora noi abbiamo messo mano a questo problema, abbiamo verificato opera per opera lo stato di attuazione della programmazione 2014-2020, abbiamo definito le priorità e abbiamo approvato il decreto Sud per concentrare le risorse su progetti strategici che vengono condivisi con le Regioni”.

Insomma, “da oggi le risorse sono tutte a terra e con lo stesso decreto Sud abbiamo attivato anche la zona economica speciale unica per il Mezzogiorno, misura che nessun governo era riuscito a ottenere”. “Chi domani investe nel Sud sarà incentivato e questo è l’approccio giusto, perché punta sulla responsabilità e sul merito e sulla possibilità per il Sud di avere uno strumento con il quale dimostrare finalmente il suo valore”, ha concluso Meloni.

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