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Troppo Profumo di Equita su Mps

Che cosa succede e che cosa si dice su Mps. Ecco novità e indiscrezioni

C’è troppo Profumo di Equita su Mps?

E’ battuta che circola in queste ora in ambienti di centrodestra – mai teneri con il manager Alessandro Profumo, già ai vertici di Unicredit, Mps e Leonardo – dopo la notizia secondo cui sarà la sim Equita (dove in passato l’ex numero uno del Monte dei Paschi di Siena è stato uno degli azionisti) a curare per conto del ministero dell’Economia la privatizzazione di Mps (ora controllata dal Mef che ha una quota del 64%). Una notizia che peraltro non è stato tanto gradita oggi in Borsa (meno 6% il titolo a Piazza Affari).

Ecco tutti i dettagli.

LA NOTA DEL MEF SU MPS

Non c’è nessuna fretta da parte del governo e del Tesoro di privatizzare Mps e qualsiasi operazione sulla quota del 64,2% della banca in mano pubblica verrà fatta nel momento migliore, allo scopo di valorizzare al meglio la partecipazione e garantire il perseguimento dell’interesse pubblico. E’ quanto fanno sapere fonti del Mef, confermando che la privatizzazione di Siena ci sarà e avverrà nelle modalità decise dal Parlamento.

EQUITA ADVISOR DEL MEF SU MPS

Notizia accolta non in maniera positiva dalla Borsa quella di una potenziale accelerazione del processo di dismissione della banca da parte del ministero dell’Economia. Infatti Mps è partita fiacca a Piazza Affari,”penalizzata dal rincorrersi delle voci che vedono il Tesoro in manovra per cedere sul mercato parte della sua quota, pari al 64% circa del capitale”, secondo la sintesi dell’Ansa. Il titolo Mps in Borsa ha perso il 8%. Oggi il quotidiano Il Messaggero ha scritto di un mandato ad Equita per studiare le modalità e le tempistiche della dismissione che – scrive il quotidiano romano del gruppo Caltagirone – potrebbe interessare una quota dell’8% e avvenire già nella prima decade di ottobre.

I LEGAMI PASSATI DELL’EX MPS, PROFUMO, IN EQUITA

Profumo era entrato nel gruppo Equita alla metà del 2015, rilevando la quota del fondo di private equity Jc Flowers (l’altra parte era già controllata dal management). Il banchiere ex Unicredit ed ex Mps (dove ha ancora in corso indagini giudiziarie) aveva abbandonato tutti gli incarichi in Equita quando era stato indicato da Mef come candidato alla guida di Leonardo (ex gruppo Finmeccanica) e da allora era noto che, per evitare conflitti di interesse, sarebbe uscito anche dall’azionariato del gruppo attivo nelle attività di brokeraggio e di investment banking. Uscita poi effettivamente avvenuta a favore dei manager storici della sim.

I REPORT SU MPS

“Il rischio di overhang di un collocamento (cioè di un grande afflusso di azioni che il mercato faticherebbe ad assorbire senza l’incentivo di un forte sconto, ndr) sta crescendo e potrebbe non andarsene nel caso in cui venissero valutate ulteriori vendite entro giugno 2024, mentre per l’M&A potrebbe volerci tempo”, scrivono gli analisti di Mediobanca, che hanno al momento Mps tra i titoli bancari su cui andare ‘corti’. “L’incertezza sulla quota del Mef continua” afferma Imi commentando il susseguirsi di indiscrezioni che ipotizzano un prossimo collocamento.

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