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Produzione industriale? Meglio delle attese, ecco perché. Report

Il commento di Paolo Mameli (direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo) sulla produzione industriale in Italia dopo i dati odierni relativi a novembre

La produzione industriale è tornata ad aumentare, sia pur marginalmente, a novembre. Sia il dato sintetico che i dettagli sono migliori delle nostre attese. Tuttavia, è ancora presto per dichiarare conclusa la fase di moderata recessione nell’industria e di semi-stagnazione per l’economia nel suo complesso.

La produzione industriale è tornata ad aumentare a novembre, anche se di appena +0,1% m/m, dopo i cali registrati nei due mesi precedenti. Il dato è lievemente più forte rispetto sia alle attese di consenso che alla nostra stima. Su base annua (corretta per gli effetti di calendario), l’output è rimasto in territorio negativo per il nono mese consecutivo, ma è migliorato a -0,6% da -2,4% precedente (per trovare un valore più elevato, bisogna risalire allo scorso febbraio).

Inoltre, il dettaglio è in qualche modo incoraggiante. Infatti, sul dato ha pesato la produzione di energia, diminuita significativamente per il quarto mese consecutivo (-2,1% m/m), ma si registra un recupero per i beni strumentali e intermedi (+0,8% e +0,7% m/m, rispettivamente) e per i beni di consumi durevoli (+2,3% m/m). Di conseguenza, la produzione manifatturiera (al netto della fornitura di energia e dell’attività estrattiva) ha registrato un aumento più significativo rispetto all’indice generale (+0,4% m/m).

Il dettaglio per settore è assai variegato. Su base annua (corretta per gli effetti di calendario), spicca l’accelerazione di due comparti: computer ed elettronica (+8,1%) e legno, carta e stampa (+7%). Viceversa, in decisa contrazione rimangono, tra gli altri, il comparto tessile e quello metallurgico (-5,4% e -4,9%, rispettivamente). Anche i macchinari restano in rosso (-2,1%), mentre i mezzi di trasporto risultano stagnanti rispetto a un anno prima (in deciso recupero rispetto al mese precedente).

Nel complesso, sia il dato sintetico che i dettagli sono migliori delle nostre attese. Non escludiamo anzi un ulteriore recupero congiunturale a dicembre, anche sulla scia di effetti di calendario (e metereologici) favorevoli. Inoltre, in prospettiva, la schiarita sul fronte della guerra commerciale Usa-Cina potrebbe indurre un graduale miglioramento dell’attività manifatturiera a livello mondiale nei prossimi mesi.

Tuttavia, occorre tenere presente che:

La produzione industriale è in rotta per una nuova contrazione nell’ultimo trimestre dell’anno, pari a -0,4% t/t (in caso di stagnazione a dicembre), dopo il -0,6% dei mesi estivi e il -0,8% t/t primaverile. In sostanza, il contributo negativo al PIL si va attenuando, ma l’industria rimane un freno al ciclo;

Le indagini di fiducia ancora non segnalano un’inversione di rotta in senso espansivo. Anzi, il mese scorso, l’indice PMI manifatturiero ha toccato un nuovo minimo da aprile 2013 (a 46,2 da 47,6 di novembre), sebbene l’omologa indagine dell’Istat abbia dato segnali meno preoccupanti. In sintesi, il dato di novembre sulla produzione industriale è lievemente migliore delle attese, ma non tale da modificare radicalmente il quadro prospettico.

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