La produzione industriale è calata ancora a ottobre (-0,3% m/m). Il settore manifatturiero resta un freno per l’economia nel suo complesso. Il Pil ha sinora tenuto una velocità di crociera di +0,1% t/t nonostante la debolezza dell’industria, ma non si può escludere un rallentamento a fine 2019 o inizio 2020.
La produzione industriale è calata ancora a ottobre, di -0,3% m/m, dopo il -0,4% m/m di settembre. Il dato è stato lievemente più debole rispetto alle attese di consenso e significativamente inferiore alla nostra stima.
Su base annua (corretta per gli effetti di calendario), la produzione non solo è rimasta in territorio negativo per l’ottavo mese consecutivo, ma è scesa ulteriormente a -2,4% da -2,2% precedente. Si tratta di un minimo quest’anno.
Come ci attendevamo, la produzione di energia è diminuita per il terzo mese consecutivo (-1,9% m/m), ma si registra una flessione anche per i beni strumentali e i beni durevoli (-0,8% e -0,4% m/m, rispettivamente). L’unico, tra i gruppi principali di industrie, in progresso nel mese è quello dei beni di consumo non durevoli.
La maggior parte dei settori manifatturieri risulta in calo su base tendenziale (corretta per i giorni lavorativi). Restano in “profondo rosso” i mezzi di trasporto (-8,6%), i metalli (-6,9%), il tessile e abbigliamento (-6,2%), la gomma e plastica (-5%) e i macchinari (-4,3%). Viceversa, sono in modesto progresso su base annua i farmaceutici (+3,6%), gli alimentari (+3%) e le altre industrie manifatturiere (+2,8%).
Il dato è peggiore delle nostre attese, ma coerente con i segnali ancora deboli giunti dalle valutazioni delle imprese sull’output nelle indagini di settore. Nel complesso, sia gli indici di fiducia che i dati reali segnalano che la fase recessiva nel manifatturiero non è ancora terminata.
La produzione industriale è in rotta per una nuova contrazione nell’ultimo trimestre dell’anno, pari a -0,4% t/t (in caso di stagnazione nei mesi restanti), dopo il -0,6% dei mesi estivi e il -0,8% t/t primaverile. Anzi a nostro avviso la flessione effettiva nel trimestre potrebbe essere più pronunciata, in quanto ci aspettiamo un ulteriore calo su base congiunturale a novembre, anche a causa di condizioni metereologiche avverse (stimiamo poi un rimbalzo nell’ultimo mese dell’anno).
Ciò significa che l’industria in senso stretto dovrebbe frenare ancora il valore aggiunto nel quarto trimestre. È vero che il PIL è cresciuto, sia pur marginalmente, in tutto l’ultimo anno, nonostante un calo dell’attività industriale in media di quasi mezzo punto a trimestre. Tuttavia, tenuto conto sia degli indici anticipatori che dei dati di produzione, non si può escludere un rallentamento congiunturale(dalla velocità di crociera di 0,1% t/t vista di recente) nei trimestri a cavallo d’anno.
Nel complesso, manteniamo la previsione di un miglioramento solo lieve del Pil italiano nel 2020, dopo lo 0,2% del 2019. La nostra stima è di una crescita di 0,3% corretta per gli effetti di calendario (0,4% in termini grezzi).