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Plusvalenze gonfiate nel calcio: colpa del Fair Play Finanziario?

Plusvalenze gonfiate nel calcio: fatti, numeri e analisi

 

Nel 2013 il mondo del calcio è stato rivoluzionato dall’introduzione del Fair Play Finanziario. Le finalità della UEFA erano tutte onorevoli: arginare la deriva dell’indebitamento e convincere le squadre a imboccare la strada della sostenibilità attraverso l’autofinanziamento, la riduzione del livello di indebitamento, la predilezione per gli investimenti in infrastrutture e in una migliore gestione dei vivai di giovani calciatori.

Il ruolo del pareggio di bilancio

Così è stato introdotto il pareggio di bilancio che obbliga i club ad avere costi e ricavi in equilibrio, salvo uno sforamento massimo cumulato di 30 milioni ogni tre anni (i contributi dell’azionista non sono considerati come ricavi). In prima battuta i risultati sono stati positivi, infatti è migliorato lo stato di salute economico-finanziario delle leghe calcistiche di Inghilterra, Spagna, Italia, Germania e Francia. Ma, come sappiamo, la via verso l’inferno è lastricata di buone intenzioni. Così il  financial fair play potrebbe aver scatenato l’effetto collaterale indesiderato del ricorso a politiche di bilancio illecite come le plusvalenze gonfiate. La pressione nel raggiungere target economico-finanziari avrebbe messo le squadre nelle condizioni di ricorrere a politiche di bilancio illecite. La Consob e Covisoc stanno indagando su 64 operazioni di calciomercato ritenute “dubbie” nei campionati italiani. Il sospetto è che i trasferimenti dei giocatori non siano legati a questioni sportive quanto guidate dalla necessità di migliorare le performance economiche.

Le squadre coinvolte dall’inchiesta

La Covisoc, Commissione di Vigilanza sulle Società di Calcio Professionistiche, della FIGC, sta valutando operazioni che riguardano squadre di Serie A come Napoli, Genoa, Sampdoria, Juventus ed Empoli. Con il Genoa la Juventus, dal 2018 al 2020, ha condotto operazioni per circa 123 milioni di euro, mentre l’Inter, dal 2018 ha concluso sei operazioni con il Genoa per 78 milioni di euro.

Plusvalenze gonfiate: un effetto del Fair Play Finanziario?

Il professor Massimiliano Bonacchi, Ordinario di Economia aziendale alla Libera Università di Bolzano, con il professor Fabio Ciaponi, ricercatore presso l’Università degli Studi dell’Aquila, e il prof. Antonio Marra, Professore Associato di Accounting e Financial Reporting dell’Università Bocconi, nello studio The Unintended Consequences of Accounting-Based Regulation: Real Effects on European Football Players Transfer Market pubblicato su SSRN insieme al prof. Ron Shalev dell’Università di Toronto, analizzano le campagne trasferimenti e bilanci delle società partecipanti a campionati di “serie A” delle cinque principali leghe europee (Inghilterra, Spagna, Germania, Italia e Francia) nel periodo dal 2008 al 2018. Lo studio, sintetizzato dai prof. Massimiliano Bonacchi, Fabio Ciaponi e Antonio Marra su lavoce.info, analizza 815 bilanci e 4.626 operazioni di cessione di calciatori. I dati mostrano come, dopo l’entrata in vigore del Ffp per i soli club che partecipano alle competizioni Uefa, sono cambiate strutturalmente le campagne trasferimenti e sono aumentati i club che generano plusvalenze al fine di ottemperare al vincolo di pareggio di bilancio imposto dalla norma.

Aumentano i ricavi medi dai trasferimenti

Secondo i dati dello studio i ricavi medi da trasferimento giocatori per squadra crescono di 4,66 milioni per i club che partecipano alle competizioni Uefa rispetto a 0,55 milioni per quelli nazionali. Cambiano anche i ricavi medi da trasferimenti di giocatori del vivaio che massimizzano le plusvalenze perché costo a bilancio è pari a zero. In questo caso raddoppiano per i club Uefa e aumentano di poco meno di un quarto per i club nazionali. Inoltre il profitto medio da trasferimento (la plusvalenza registrata), partendo da valori simili prima dell’introduzione della norma (2,68 contro 2,55 milioni) cresce, e di molto, per i soli club Uefa, di ben 2,7 volte (da 2,68 a 7,26 milioni), con un picco di più di 4 volte (da 2,12 a 9,2 milioni), nel caso di operazioni concluse con scambi di giocatori.

Ampio ricorso agli scambi “a specchio”

Queste ultime sono le operazioni “a specchio” in cui due club si accordano per scambiarsi due o più giocatori sovrastimando il loro reale valore di mercato al fine di inserire nei rispettivi bilanci valori patrimoniali più alti di quelli che avevano precedentemente, senza che vi sia un reale flusso di denaro tra la parti. In questi trasferimenti il divario tra prezzo di cessione e potenziale “valore di mercato” dei giocatori risulta aumentato di circa il 20% dopo l’introduzione delle nuove regole Uefa. La Consob e le Procure stanno indagando proprio su questo particolare tipo di plusvalenze.

Plusvalenze_Lavoce.info

Plusvalenze opportunistiche per raggiungere il pareggio di bilancio

La tesi del lavoro è che la ragione delle plusvalenze “opportunistiche”, cioè quelle non riconducibili a finalità sportive, è da ritrovare nella ricerca del raggiungimento del pareggio di bilancio. “Prima dell’introduzione del Ffp” – scrivono gli accademici – “la percentuale di imprese sospette era simile per le squadre Uefa e non-Uefa, rispettivamente del 29 e 26 per cento, dopo l’introduzione del Ffp, le squadre Uefa che fanno maggiore ricorso alle plusvalenze”. In questo modo il 52% delle squadre UEFA raggiunge il break-even a fronte di circa il 30% delle squadre non-Uefa.

La proposta di riforma della Fifa

Le plusvalenze, però, non sono il male. Se dietro le plusvalenze c’è la reale valorizzazione di un giocatore, sono elementi che fanno parte di un modello di business virtuoso. La Fifa, si legge su “Lavoce.info”, ha allo studio “un algoritmo che consenta di stabilire il valore economico di un giocatore in maniera meno discrezionale”. Gli accademici autori dello studio propongono di  guardare a “sistemi collaudati come quelli delle americane Nfl (National Football League) e Nba (National Basketball Association)”, per organizzare meglio i dati e ripensare il Fair Play Finanziario.

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