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Golden Power

Ecco come Pirelli continua a putineggiare in Russia

Pirelli non lascia la Russia ma cambia partner: da Rostec, guidata da un oligarca vicino a Putin, è passata a Niir. Ma la società è comunque controllata dalla holding. Tutti i dettagli

 

Differentemente da altre aziende internazionali e italiane, il produttore di pneumatici Pirelli non ha interrotto le proprie attività in Russia a seguito delle sanzioni internazionali imposte per l’aggressione all’Ucraina.

GLI STABILIMENTI DI PIRELLI IN RUSSIA

Pirelli – controllata con circa il 37% dal colosso cinese ChemChina – possiede uno stabilimento di pneumatici in Russia, nella città di Voronezh. Fino al 2019 ne aveva anche un altro, a Kirov.

Pirelli aveva assunto il controllo dell’impianto di Kirov, di epoca sovietica, nel 2011, affiancata dal partner locale Rostec: è un grosso conglomerato industriale statale che si occupa di difesa. Possiede il 25 per cento di Pirelli Tyre Russia.

La ristrutturazione dello stabilimento di Kirov è stata avviata a dicembre 2011. Pochi mesi dopo sono partiti i lavori di ammodernamento di quello di Voronezh, che oggi Pirelli descrive come “uno dei più grandi impianti di pneumatici in Russia e uno dei più avanzati dal punto di vista tecnologico”.

INVESTIMENTI

Dal 2012 al 2015, gli investimenti totali nei due siti è stato superiore a  200 milioni di euro.

LA PRODUZIONE

A Voronezh, Pirelli sviluppa e produce pneumatici Premium per automobili con diametri da 16 “a 21”: sono destinati sia al mercato russo che all’esportazione verso l’Europa e ai paesi membri della Comunità degli stati indipendenti.

A Kirov, invece, l’azienda produceva pneumatici a marchio Pirelli e Amtel da 13 a 16 pollici, che riforniscono stabilimenti auto in Russia. Dal 2019 il sito di Kirov è di proprietà della sola Rostec.

I PROBLEMI DI PIRELLI IN RUSSIA

Come scritto da Gianluca Paolucci su La Stampa, il problema di Pirelli in Russia è che il suo socio locale, Rostec, “è impresentabile”. L’amministratore delegato della holding, Sergey Chemezov, è infatti un oligarca molto vicino al presidente russo Vladimir Putin, con il quale peraltro condivide un passato nel KGB, i servizi segreti sovietici. È sanzionato dagli Stati Uniti dal 2014, anno dell’invasione russa della Crimea. La stessa Rostec, poi, è sotto sanzioni sia europee che americane.

UN NUOVO PARTNER PER PIRELLI

Al posto di Rostec, dunque, Pirelli avrà un nuovo partner in Russia: si tratta di NIIR, una società di componenti per la difesa non sanzionata ma comunque parte del gruppo Rostec, che la controlla – scrive La Stampa – al cento per cento.

PIRELLI NEGA IL NESSO CON LE SANZIONI

Stando a quanto riferito da Pirelli, «il prospettato completamento del trasferimento della partecipazione detenuta in Pirelli Tyre Russia da Rostec alla sua controllata Niir è l’esito di un’operazione di riorganizzazione interna al gruppo Rostec avviata sin dal 2020 e nessuna rilevanza ha in merito la recente emissione di sanzioni in capo alla stessa Rostec”.

NIIR sviluppa anche pneumatici per i veicoli militari.

I CONTI DI PIRELLI

Il 24 febbraio – giorno peraltro dell’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina – Pirelli ha presentato i propri conti preliminari relativi al 2021, molto positivi: utile di 321,6 milioni di euro (contro i 42,7 del 2020), ricavi di 5,3 miliardi (oltre il target di 5,1), Ebit adjusted di 815,8 milioni (+62,8%) e un flusso di cassa netto ante dividendi di 431,2 milioni (il target era di 390-410 milioni).

Per il 2022 Pirelli stima ricavi compresi tra i 5,6 e i 5,7 miliardi.

In quanto alla Russia, l’amministratore delegato Marco Tronchetti Provera disse di non aspettarsi un impatto economico significativo perché l’esposizione dell’azienda al paese è contenuta (la Russia vale il 3 per cento dei ricavi totali e meno del 4 per cento dell’Ebit margin). Maggiore preoccupazione, invece, era stata espressa per l’aumento dei prezzi dell’energia.

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