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Petrolio Materie Prime Coronavirus

Petrolio e non solo, ecco gli effetti del Coronavirus sulle materie prime

Coronavirus, che cosa succederà ai prezzi di petrolio, gas, cotone, cacao e non solo

Il nuovo coronavirus Sars-Cov-2 oltre ad avere un impatto sulla sicurezza sanitaria delle popolazioni, è causa del rallentamento e, in alcuni casi, del blocco totale della produzione di grandi, medie e piccole industrie in ogni comparto. Non più solo Cina e la sua Wuhan, la Detroit cinese, dove si producono le auto Honda, GM, Renault e Psa, ma anche altre grandi potenze mondiali come l’Italia e la Corea del Sud sperimentano un fermo della produzione in molti settori. Là dove la produzione industriale rallenta o si ferma, a risentirne sono anche le materie prime, le quali sono alla base di ogni ciclo produttivo: il petrolio, in particolare, fonte che muove di fatto industrie e mezzi di trasporto delle merci, ne ha sentito le conseguenze, ma anche le altre materie prime non sono rimaste immuni allo scossone che l’economia mondiale sta ricevendo da questa emergenza a tutti gli effetti economico-sanitaria.

GLI EFFETTI SULLE MATERIE PRIME DEL NUOVO CORONAVIRUS

Scorrendo anche solo velocemente i grafici delle principali materie prime di origine biologica o quelle energetiche come il cotone, il cacao, il grano o il gas naturale, si nota come i prezzi siano crollati decisamente nelle ultime settimane. L’ampio mercato delle commodity, di cui ne abbiamo citate solo alcune, si compone anche di metalli preziosi, alcuni dei quali, al contrario, si sono apprezzati notevolmente in una certa fase perché considerati bene rifugio in una situazione di crescente incertezza economica. Ecco che il platino e l’argento in un primo momento di questa crisi sanitaria ed economica si sono apprezzati raggiungendo o superando i massimi di periodo. Tuttavia, anche i metalli preziosi stanno affrontando, dopo i decisi guadagni, una fase di deprezzamento significativa. Da segnalare anche l’andamento negativo, e sin dall’inizio dell’emergenza, del palladio, il cui uso è fortemente legato al settore automobilistico in quanto usato per la produzione delle marmitte catalitiche.

L’ANDAMENTO DEL PETROLIO E LE DECISIONI DELL’OPEC+

Tra le principali materie prime ad aver subito un forte deprezzamento c’è il petrolio, il quale ha risentito del calo di domanda proveniente dall’Asia e in particolare dalla Cina. A livello globale, il calo di domanda di petrolio si attesterebbe sui 260 mila barili di greggio al giorno, di cui 170 mila barili di carburante riguarderebbero il settore dell’aviazione regionale, come riportano le stime dall’agenzia di stampa Agi, che riprende uno studio della banca statunitense Goldman Sachs. Tali dati, però, si riferiscono alla situazione nota fino al 22 gennaio e quindi non sono state più aggiornate dopo la forte diffusione del virus in altri Paesi.

L’OPEC+, ovvero le nazioni membro dell’OPEC con l’aggiunta delle nazioni che non ne fanno parte, come la Russia, valuta l’opportunità di un ulteriore taglio della produzione mondiale di barili di petrolio. Taglio già ipotizzato in 500 mila o 800 mila barili al giorno che, a seguito della crisi in atto, potrebbero addirittura diventare un milione al giorno. Va ricordato che l’OPEC ha già tagliato 1,7 milioni di barili al giorno nel tentativo di stabilizzare il valore del petrolio. La prossima riunione di inizio marzo a Vienna avrà il compito di affrontare questo argomento come priorità assoluta.

LA CORSA ALL’ORO COME BENE DI RIFUGIO

In contro tendenza rispetto alle altre materie prime, l’oro aveva raggiunto il prezzo massimo da febbraio 2013. La paura della pandemia quale conseguenza di un’ampia e incontrollabile diffusione del virus Sars-CoV-2, aveva spinto molti investitori a comprare il metallo prezioso per eccellenza. Ora, però, l’oro ha subito una brusca correzione di prezzo che gli analisti de Il Sole 24 Ore considerano “una presa di profitto” dopo l’eccessiva corsa verso la barriera psicologia dei 1.700 USD ad oncia. Se tale barriera sarà superata non è possibile prevederlo, ma è certo che eventuali sviluppi in negativo dell’epidemia potrebbero far abbattere all’oro il muro dei 1.700 USD a oncia. Altri fattori sono da tenere in considerazione nella volatilità dell’oro, come ad esempio il crollo del rendimento dei titoli di stato americani e dei bund tedeschi, provocati dalle politiche monetarie accomodanti.

Il nuovo coronavirus e i suoi effetti sull’economia reale hanno un effetto diretto sulle materie prime, le quali si trovano ad affrontare una situazione non prevista e soprattutto incerta. Incertezza data sia dalla durata dell’epidemia, ma anche dalla sua estensione geografica. Ulteriori variazioni sono quindi prevedibili, sarà bene monitorare i mercati e tenersi pronti.

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